Assegni familiari: in 5 anni è dimezzalo il valore reale
Assegni familiari: in 5 anni è dimezzalo il valore reale I sindacati li vogliono almeno raddoppiati Assegni familiari: in 5 anni è dimezzalo il valore reale I sindacati vogliono l'aumento degli assegni famigliari che sono fermi dal 1975. Allora corrispondevano al 4,30 per cento della retribuzione media del lavoratore, mentre oggi tale rapporto è sceso al 2 per cento. In altre parole all'aumento delle retribuzioni non ha fatto riscontro quello degli assegni che sono sempre gli stessi di cinque anni fa: 9880 lire .U mese per la moglie e per ogni figlio e 2340 lire per ciascun genitore a carico. Gli assegni non sono collegati alla scala mobile e non beneficiano degli aumenti connessi al rinnovo dei contratti collettivi di lavoro. La loro misura è fissata per legge e sono corrisposti (fuorché ai coltivatori diretti e alle colf che 11 ricevono dirèttamente dall'Inps) agli aventi diritto dai datori di lavoro che poi ne detraggono l'importo dai contributi da versare periodicamente all'In ps. Istituiti nel 1935 per gli operai dell'industria danneggiati dalla riduzione dei salari (determinata a sua volta dalla contrazione dell'orario di lavoro), gli assegni vennero successivamente estesi agli altri lavoratori. La prestazione — a cui da principio si volle attribuire il significato di sollecitazione demografica — è risultata carente nella sua vera finalità: quella di concreto apporto per il mantenimento del congiunti a carico del lavoratore. E' una funzione alla quale negli altri territori della Cee gli assegni famigliari (magari diversamente regolamentati) assolvono egregiamente, tanto che in qualcuno di quel paesi, come la Francia, il loro importo costituisce un'effettiva integrazione dei bilanci famigliari. Da noi invece la consistenza dell'assegno è risibile e sarebbe provocatorio volerle attribuire la funzione di integrare la busta paga del lavoratore. Ne beneficiano attualmente tredici milioni di persone per un Importo annuo complessivo di 1800 miliardi. Il raddoppio di questi assegni — che a quanto pare è l'obiettivo minimo delle confederazioni — comporterebbe quindi una maggiore spesa di altri 1800 miliardi. La gestione è largamente attiva e poiché la dinamica delle retribuzioni farà crescere ulteriormente il gettito con¬ tributivo, il raddoppio degli assegni potrebbe essere fatto senza dover inasprire la contribuzione. Sempre che la Cassa assegni famigliari (gestita dall'Inps) possa disporre degli avanzi di gestione e che non debba destinarli — come si è fatto finora — per soccorrere altre forme di previdenza cronicamente deficitarie. Ma per dare credibilità alla funzione sociale degli assegni, bisogna rivederne la regolamentazione e soprattutto stabilire se — data la scarsa disponibilità delle pubbliche e delle private risorse — sia 11 caso di limitarne l'erogazione ai più stretti congiunti del lavoratore (moglie, figli, o genitore effettivamente a carico) anziché disperderne l'importo in più distanti parentele, quasi sempre estranee al bilancio famigliare dei prestatori d'opera interessati. Il problema è di scottante attualità, ma bisogna far presto, altrimenti gli assegni continueranno ad essere motivo di scontento per i lavoratori e chiaro segno di assistenzialismo nel gran libro delle patrie previdenze. Osvaldo Patta
Persone citate: Osvaldo Patta
Luoghi citati: Francia
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