I radicali: 10 referendum e niente amministrative? di Giuseppe Fedi
I radicali: 10 referendum e niente amministrative? Concluso il 23° Congresso nazionale a Roma I radicali: 10 referendum e niente amministrative? ROMA — La politica dei referendum è considerata l'arma vincente dei radicali. Solo portandola avanti, il partito di Pannello può costruire le proprie battaglie e accrescere i consensi Questa l'indicazione emersa dopo i tre giorni del 23" congresso delpr, conclusosi nella tarda serata di ieri all'Auditorium della Tecnica all'Eur. E' una strategia che ha prevalso attraverso un compromesso fra la segreteria, lo stato maggiore del partito, la rappresentanza parlamentare, una larga fetta di iscritti e una battagliera minoranza, tuttaltro che convinta dell'opportunità di 'ignorare- di fatto le prossime elezioni amministrative e di puntare tutto sui dieci referendum. (Non è comunque esclusa un'inversione di rotta o comunque un diverso atteggiamento dei radicali in vista della prossima scadenza elettorale). Critiche sulla linea che sarebbe scaturita dal congresso erano emerse fin da venerdì quando il segretario Giuseppe Rippa ha proposto di non presentare liste radicali alle elezioni «per suscitare un'opposizione alternativa direttamente nel Paese contro 1 vertici del partiti e le loro politiche». Serpeggiava infatti il dubbio che la proposta della segreteria fosse un tentativo di defraudare la periferia radicale di ogni decisione, con lo stratagemma della presentazione di liste diverse sotto un altro simbolo e con vari candidati scelti a Roma e non dalle federazioni locali I contrasti non sono stati appianati e il dissenso della base si è coagulato con una pioggia di emendamenti alla mozione Rippa-Pannella, uno dei quali, presentato da Ercolessi e Ramadori, l'uno consigliere comunale a Trieste e l'altro consigliere provinciale a Roma, ha riscosso parecchi consensi fra i congressisti, «n problema — ha detto ieri pomeriggio Ercolessi — non è partecipare o meno alle elezioni, ma come prendere una decisione cosi importante». Ed ha aggiunto: «E' utile che il partito si presenti almeno nelle grandi Regioni e nei grandi Comuni. Imponendo dall'alto una decisione cosi come viene proposto dalla mozione Rippa, si stabilisce una sorta di coercizione, mentre sarebbe più conveniente cercare di dialogare, di convincere, con il dibattito, di non presentarsi». Pannello, nell'applauditissimo intervento improvviso in mattinata, ha fatto un vero e proprio discorso programmatico in cui ha indicato la strategia del pr. Il suo discorso si è intrecciato con la lettura della mozione Rippa, con la quale si denunciano ancora una volta le violenze, gli sfruttamenti, gli stermini per i quali i radicali da tempo stanno conducendo una battaglia anche a livello internazionale. Nella mozione Rippa si indica anche, come ha sottolineato Pannello, una proposta per una grande campagna nazionale e internazionale per incriminare, «per crìmini contro l'umanità, i responsabili (capi di Stato o degli esecutivi) della politica di armamenti e di sterminio, a cominciare da quelli delle massime potenze». Proprio per i «20 milioni di bambini e decine di milioni di uomini e donne che quest'anno moriranno per fame o per stenti», i radicali propongono che un emblema abbrunato sia inviato rispettivamente, come ha annunciato Marco Pannello, al presidente della Repubblica Pertini, a Papa Giovanni Paolo II e al presidente del Parlamento europio. Quanto al tema più specificamente politico, e cioè la questione delle prossime elezioni regionali comunali e provinciali, nel documento, firmato da oltre 400 congressisti si specifica die il Congresso dà mandato agli organi del partito di decidere nel senso opportuno solo quando tutti gli elementi di valutazione, necessari per assumere decisioni cosi gravi siano conosciuti e chiari. Tuttavia, la mozione indica prioritaria la politica dei referendum Giuseppe Fedi
Persone citate: Giovanni Paolo Ii, Giuseppe Rippa, Pannella, Pertini, Rippa
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