Rinvii a giudizio tra cinque giorni

Rinvii a giudizio tra cinque giorni Scommesse clandestine: è ritornato in libertà Zecchini, l'inchiesta deve subire una pausa Rinvii a giudizio tra cinque giorni Respinte le richieste di formalizzazione - Il Perugia fuori dai guai? Forse oggi usciranno altri giocatori ROMA — Luciano Zecchini, difensore del Perugia, torna in libertà provvisoria, ma intanto la vicenda del calcio truccato rischia di definirsi in tempi lunghi Ieri i «sostituti» che conducono l'inchiesta hanno deciso di respingere tutte le richieste di formalizzazione, ma questo provocherà uno slittamento di almeno cinque giorni nella chiusura dell'inchiesta sommaria. I difensori, infatti, hanno diritto a questo termine per impugnare dinanzi al giudice istruttore la decisione della Procura. Il g.i. se riceverà i ricorsi, potrà respingerli a sua volta (e a questo punto il rinvio a giudizio sarebbe immediato) o convenire sulla necessità di indagini più approfondite. In quest'ultimo caso tutti gli arrestati, trattandosi di reati che hanno una scarsa rilevanza penale, otterrebbero subito la libertà provvisoria. Uno slittamento del rinvio a giudizio provocherebbe, però, grossi problemi anche sul piano disciplinare: la Federcalcio attendeva le decisioni della Procura per adottare provvedimenti anche rispetto ai giocatori che finora non sono stati colpiti dalla sospensione. Approfittando della pausa imposta dalla procedura, i giudici hanno discusso ieri sera fino a tarda ora sulla concessione della libertà provvisoria ad altri detenuti Fra le posizioni più lievi, c'è quella di Girardi, ma anche i laziali Giordano e Manfredonia sembrano nutrire qualche speranza. Questa mattina i «sostituti» Roselli e Monsurrò torneranno poi a Regina Coeli per interrogare nuovamente Massimo Crucìani Nella decisione non c'è nulla di clamoroso: si tratta solo di puntualizzare ulteriormente alcuni particolari. E veniamo a Zecchini: il calciatore era stato arrestato soprattutto a causa del famoso incontro tra Cruciani e Della Martira nell'albergo di Vietri che ospitava il Perugia alla vigilia dell'incontro con l'Avellino. In quell'occasione, Cruciani e Della Martira era¬ no saliti nella stanza di Zecchini: «Ma si era parlato pochi minuti — aveva spiegato ai giudici il difensore — senza accennare a somme di danaro. Cruciani mi aveva solo chiesto se noi saremmo stati contenti di pareggiare ad Avellino». In realtà ad insospettire i giudici era stato un altro particolare: Della Martira, dopo la partita, aveva incassaio l'assegno dì 8 milioni datogli da Cruciani, e poco dopo aveva compiuto dal suo conto un prelevamento di 7 milioni e mezzo. Il danaro, era stato diviso fra i perugini? Solo nell'ultimo interrogatorio Della Martira ha spiegato, e documentato, che quei 7 milioni e mezzo gli erano serviti per una spesa personale. E Zecchini è tornato in libertà. Con lui, probabilmente, sono stati scagionati anche Rossi e Casarsa, l'abilità dell'avvocato Dean è valsa ancora una volta a togliere la società dai guai.

Luoghi citati: Avellino, Manfredonia, Roma