Emigranti tutti d'oro

Emigranti tutti d'oro VAmerica dei Sindona e dei Caltagirone Emigranti tutti d'oro (Ricchi o potenti, non cercano fortuna ma privilegio) DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — Da qualche anno, un nuovo tipo di emigrante arriva negli Stati Uniti dall'Italia. Non è più l'Italia-, no povero o discriminato, spinto dalla fame o attratto dal miraggio di una società diversa. E' l'italiano ricco, o potente, qualche volta blasonato. Questo nuovo emigrante non cerca fortuna—ce l'ha già — né insegue riforme — semmai le fugge. Cerca la sicurezza del proprio privilegio, la preservazione della propria influenza. All'inizio, egli costituiva un'eccezione, e si perdeva nel melting pot, nel crogiolo delle classi americane. Adesso, rappresenta una categoria facilmente individua bile e qualificata. All'Interno di questa categoria, si distinguono due gruppi diversissimi. Il primo è composto da coloro che di fatto sono fuggiti dall'Italia perché ricercati dalla legge: Sindona e 1 Caltagirone, per intenderci. Il secondo è composto da coloro che non considerano più l'Italia l'ambiente adatto a sviluppare gli affari e a educare la famiglia: i Duina e gli Agusta, la borghesia industriale milanese. I due gruppi non si toccano. In comune hanno soltanto l'osservanza del regolamenti dell'immigrazione: entrano negli Stati Uniti come non resident aliens, stranieri senza la residenza, mantenendo il passaporto italiano, dopo qualche anno ottengono la green card, la carta verde che prelude alla «naturalizzazione», l'acquisto della cittadinanza Usa. Un tempo, i ricchi, potenti e blasonati che avevano conti da regolare con la giustizia in patria fuggivano nel Sud America, solitamente In Argentina o Venezuela. Ancora 1 fratelli Lefebvre e Camillo Crociani, i protagonisti dello scandalo Lockheed, scelsero, rispettivamente, Brasile e Messico. Ma, oggi, tali Paesi non sono più sicuri degli Stati Uniti, e offrono di meno. Perciò 1 Sindona e 1 Caltagirone, pur avendovi accesso, pref eri- l'er lo sciopero indettò', dai sindacati poligrafici «La Stampa» domani non sarà in edicola. scono evitarli. Il banchiere di Patti ha delle società a Panama. E gli interessi immobiliari dei fratelli costruttori si estendono, appunto, dal Venezuela all'Argentina. Sia l'uno che gli altri, tuttavia, hanno preferito rifugiarsi — e investire tutto — negli Stati Uniti. I nuovi emigranti italiani si trapiantano a New York con l'entourage e le abitudini del privilegio. Gaetano Caltagirone, che è arrivato all'inizio di febbraio con un passaporto rilasciato dal nostro viceconsolato di Porto Cabello In Venezuela, affittava l'appartamento dell'ottavo piano delle «Waldorf Towers», l'albergo più esclusivo di Manhattan, a un milione al giorno. La moglie Paola e le figlie, che lo hanno abbracciato piangenti mercoledì in tribunale, quando il giudice Cannella gli ha negato la libertà provvisoria su cauzione, facevano gli acquisti nei negozi più cari della Quinta Avenue. Il costruttore teneva il suo «Mystère», il bireattóre francese, all'aero- porto di La Guardia. La prima istruzione che ha dato agli avvocati, al momento dell'arresto, è stata di mandare l'apparecchio a Santo Domingo, a prelevare il professor Bassiouni, l'esperto che dovrebbe impedire l'estradizione in ItaIla. Il fratello di Gaetano, Francesco, è entrato e uscito quattro volte dagli Stati Uniti tra il 3 dicembre e il 6 febbraio scorsi, fermandocisi poi definitivamente. Abitava in un lussuoso appartamento della Quinta Avenue, accanto all'Hotel Pierre, che fu per anni il recapito di Sindona. Stava negoziando, per mezzo miliardo circa, l'acquisto di una villa a Bedford, nello Stato di New York, poco a nord della metropoli. I suoi figli frequentavano la miglior scuola privata cittadina, e alla moglie aveva intestato titoli azionari e proprietà. Francesco Caltagirone è genero di Franco Palma, un ex alto funzionario della Finmeccanica. oggi americano e newyorchese, assai influente. Ancora alla vigilia dell'arresto traboccava di progetti. Con i fratelli, avrebbe ricostituito negli Stati Uniti imprese di costruzioni più redditizie ancora — e meno esposte a fallimenti — di quelle in Italia. Intorno ai due Caltagirone — e al terzo, Camillo, misteriosamente scomparso — si muoveva e si muove un piccolo esercito di collaboratori, sradicati da Roma: gli equipaggi degli aerei, le guardie del corpo, le segretarie, i contabili, il personale di servizio. Essi, forse, si sono ispirati a Sindona, che, anche dopo la bancarotta della Frankyln Bank, manteneva un tenore di vita da miliardario, pagando 4 milioni al mese per la manutenzione dell'appartamento di sua proprietà al «Pierre», e dirigendo il suo impero finanziario da un imponente ufficio nella Avenue of Americas. Come Sindona, i Caltagirone amano circondarsi di cose belle, quadri di valore, ori, argenteria, e frequentare l'alta società. Nonostante la Ennio C aretto i (Continua a pagina 2 in sesta colonna)