«Con Macario abbiamo perso un po' della vecchia Torino»

«Con Macario abbiamo perso un po' della vecchia Torino» «Con Macario abbiamo perso un po' della vecchia Torino» Rammarico fra la gente per la scomparsa del popolare comico La commemorazione in Comune ■ Stamane, ore 10,15, i funerali «Era buono, si travestiva in mille modi e faceva sempre tanto ridere*. Il bambino di 7 anni cui abbiamo appena detto che Macario non c'è più, esprime con queste parole 11 suo dispiacere: parole semplici, il sunto d'un intero ventaglio di discorsi fatti dalla gente In queste ore. Per il bimbo, Macario era il «nonnino» del programma televisivo del tardo pomerìggio; gli altri — padri, madri, nonni — se lo ricordano come inventore della rivista, comico dagli occhi sgranati e dalla bocca a cuore, attore di commedie dialettali bonarie e scacciapensieri. Tre generazioni, un uguale rammarico per la scomparsa di quest'ometto dai modi garbati e col 11 ricciolo sulla fronte cui tutta Torino voleva bene. 'Che cosa si può dire di un monumento, di un simbolo? — si domanda un professionista di 55 anni — Macario era questo. Impastato dell'arguzia e della schiettezza piemontese*. Sino a qualche tempo fa, prima che 11 male 10 costringesse a letto, lo si vedeva passeggiare per le strade del centro attorno al suo teatro. La gente gli passava accanto e lo salutava: «Cerea commendatore, andiamo bene?*. Lui sorrìdeva, «ma visto di persona — ricorda un medico che spesso andava ad applaudirlo — aveva un'aria seria e distaccata, quasi triste. Sulla scena si trasformava, diventava un altro*. Tempo fa il comico era stato, suo malgrado, al centro d'una polemica fra il proprietario del teatro di via Maria Vittoria ed il Comune. Una studentessa rammenta quei giorni: *Avevo letto della grana sui giornali e mi faceva un po' pena pensare a quest'attore non più giovane cui volevano portar via le ultime gioie. Quando 11 teatro ha riaperto sono andata allo spettacolo: lui era grande in scena, vero. Faceva ridete con poco e si vedeva che la gente voleva proprio quel tipo di comicità: acqua fresca e pulita*. Tutte le persone Intervistate a poche ore dalla morte di Macario hanno parlato di «una parte di Torino che se ne è andata*. 'Spirito bonario — sottolinea un professionista — ma talvolta si ha proprio bisogno di questo umorismo, magari un po' vecchiotto, ma vicino, umano*. L'umanità dell'uomo e dell'attore è il filo che lega tutte le considerazioni della gente: «Un protagonista della bell'epoca di Torino che ha saputo parlare a tante persone di età e culture diverse — dice una signora di 40 anni —. Personalmente lo preferivo nelle commedie dove aveva modo di sbozzare meglio i caratteri dei personaggi*. .La sua morte — aggiunge un professore di liceo —mi ha molto addolorato perché mi sento legato a un teatro dialettale torinese che, nonostante esistano nella nostra città bravi chansonniers e cabarettisti, non ha mai avuto dimensioni nazionali. Normalmente, i nostri comici in vernacolo vanno sulla scena solo per essere derisi: Macario, invece, rappresentava una vita culturale regionale che si sta, a poco a poco, tentando di recuperare*. Questo .spessore culturale* dell'attore è messo in evidenza ancora da un giovane universitario: .Secondo me Macario è riuscito a togliersi, con la sua professionalità ed il suo' impegno, la piccola etichetta di attore da avanspettacolo per diventare parte importante della cultura popolare piemontese*. Naif, allora, non soltanto distaccato interprete di facili copioni. Ed è un po' quanto afferma una signora di mezza età: .Avevo 15anni durante il periodo fascista e di allora ricordo l'idiota umorismo di regime, gli ignobili films dei "telefoni bianchi". Erminio Macario, pure in quei tempi, giocava sulla sua comicità di tipo surreale, ritmata su "calembours" e "nonsense". Era diverso, sapeva prendere le distanze dall'imperante conformismo*. L'attore scomparso è stato commemorato in consiglio comunale dal sindaco Novelli. Ne ha ricordato «fa maschera inconfondibile e la torineslsstma parla fa, che coincisero con il periodo d'oro della rivista italiana e del teatro cosiddetto leggero. La cittadinanza gli é grata per la sua lunga attività che non ha conosciuto soste finché il male non ha avuto il sopravvento*. Dispiacere, rammarico, rimpianto: Torino soffre cosi per la morte di quest'uomo che in 50 anni, è stato interprete, fedele e pieno di subalpino pudore, delle abitudini e del carattere d'una città. I funerali saranno celebrati oggi alle 10,15 nella chiesa di San Dalmazzo a poche centinaia di metri dalla vecchia casa di via Boterò dove il comico era nato nel 1902.

Persone citate: Erminio Macario, Macario

Luoghi citati: Comune ? Stamane, Torino