II governo Usa ha proposto di creare una Nasa-bis per la ricerca sull' auto

II governo Usa ha proposto di creare una Nasa-bis per la ricerca sull' auto Per dare una risposta tecnologica alla concorrenza straniera II governo Usa ha proposto di creare una Nasa-bis per la ricerca sull' auto DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — L'industria automobilistica americana ha trovato un inatteso ed efferve-, scente alleato nella difesa dall'invasione giapponese:- il governo. Mentre il Congresso, altrettanto e forse ancora più inquieto per la conquista del mercato compiuta dalle macchine straniere, il 25 per cento circa del totale, ha proposto una soluzione tradizionale — il protezionismo — il governo Usa ha suggerito strade nuove. La crisi ha colto l'industria automobilistica Usa in un momento delicato. La benzina è mancata ed è rincarata mentre essa abbandonava i modelli più costosi per quelli a consumo più basso. L'improvviso e massiccio spostamento della domanda l'ha sorpresa: e nel vuoto si sono inserite le aziende straniere, soprattutto giapponesi. La condizione dell'industria automobilistica americana è ora la seguente: oltre 200 mila disoccupati o in cassa integrazione, la Chrysler salva solo grazie a un prestito di 3000 miliardi di lire, metà pubblico e metà privato, la Ford per la prima volta in passivo nel Nord America, e la General Motors, il gigante dei giganti, con profitto zero. In questo quadro l'intervento del governo ha risposto a una logica precisa. Non assistenzialismo —e l'eccezionalità del caso Chrysler e delle polemiche relative lo confermano — ma rilancio delle imprese nel mercato. Era già stato il governo, alla fine degli Anni Settanta, a spingere l'industria automobilistica alla riconversione in funzione del risparmio energetico. Ma l'ave¬ va fatto solo sul piano normativo, ossia tramite regolamenti destinati a uno scopo particolare: le 27 miglia e mezzo al gallone (all'inarca 14 chilometri al litro) entro il 1985. Adesso l'intervento è molto più articolato. Il suo perno è l'aiuto, e l'assunzione in proprio se necessario, della ricerca e dello sviluppo. Il nuovo ministro dei Trasporti, Neil Goldschmidt, ne ha parlato in termini che hanno incontrato l'assenso dei sindacati oltre die delle imprese. «Il governo — ha detto Goldschmidt — da anni ha assunto in prima persona la responsabilità delle innovazioni tecnologiche nello spazio. Non vedo perché non possa, anzi non debba fare altrettanto nel settore automobilistico. Si tratta di imprimere una spinta al progresso sociale ed economico attraverso un'industria di punta, e al tempo stesso di rendere questa industria più competitiva». Il ministro si sta muovendo in tre direzioni: 1) un sostanzioso finanziamento alla ricerca e allo sviluppo necessari per raggiungere l'obiettivo dell'85. La spesa complessiva per l'industria è stata calcolata in 70 miliardi di dollari, 60 mila miliardi di lire, e Goldschmidt ha già concesso sgravi fiscali, dilazioni agli ammortamenti e aiuti diretti; 2) una partnership 'fifty-fifty., cioè alla pari, per la ricerca e lo sviluppo a più lungo termine, e quindi per il periodo successivo all'85, in campi così diversi come quello dei combustibili, delle leghe, delle plastiche, ecc.: si è parlato di 50 milioni di dollari annui per parte come partenza, ma si discute ormai del doppio. La terza direzione è la più rivoluzionaria. Goldschmidt accarezza l'idea di una Nasa dell'auto. La National Aeronautics and space administration, l'ente spaziale del progetto Apollo per la conquista della Luna, ha assunto per l'industria aviatoria americana una funzione di guida. Essa commissiona e finanzia buona parte della ricerca e dello sviluppo, il cui risultato più strepitoso è l'aereo a razzi che presto andrà da terra in orbita e ritorno, la cosiddetta spola. L'idea di creare una Nasa dell'auto è di un deputato, il democratico Thomas Harkin dello Iowa. Il ministro l'ha abbracciata subito. Al New York Times Harkin ha dichiarato che «alcuni dei migliori motori di aerei, come anche alcune delle più efficienti strutture di fusoliera, come quelle dei Jumbo, sono nate dalla collaborazione tra l'industria privata e l'ente spaziale». «A mio parere — ha aggiunto il deputato—questo è il motivo vero per cui le nostre imprese aeronautiche sono le più avanzate e le più forti del mondo. Se applicheremo lo stesso criterio all'industria automobilistica vinceremo qualsiasi concorrenza, a partire da quella giapponese». Harkin ha concluso che il compito del governo «non è di premere il bottone dei regolamenti, ma di fare scattare la molla tecnologica». Ennio Garetti)

Persone citate: Ennio Garetti, Goldschmidt, Harkin, Neil Goldschmidt, Thomas Harkin

Luoghi citati: Iowa, New York, Nord America, Usa