Nominato ieri da Papa Wojtyla il successore del card. Slipyj

Nominato ieri da Papa Wojtyla il successore del card. Slipyj Si è concluso con un segno di ubbidienza il Sinodo ucraino Nominato ieri da Papa Wojtyla il successore del card. Slipyj CITTA' DEL VATICANO — Papa Wojtyla ha raggiunto i suoi obiettivi anche con il Sinodo ucraino straordinario che ha chiuso ieri mattina annunciando rapidamente la nomina di mons. Myroslav Ivan Lubachivsky a coadiutore «con diritto di successione» dell'ottantottenne card. Giuseppe Slipyj, arcivescovo maggiore di Leopoli. •Egli (cioè Lubachivsky, n.d.r.) è il primo della terna presentata», ha rivelato il Papa nel breve discorso in ucraino. Si riferiva alla rosa di tre nomi scaturita lunedi scorso nelle votazioni del Sinodo. L'insolita rivelazione si spiega con i malumori diffusisi in ambienti nazionalistici ucraini in seguito alla decisione di Giovanni Paolo II. Ieri mattina il card. Slipyj non aveva partecipato in S. Pietro ad una messa concelebrata dagli altri vescovi sulla tomba del loro martire S. Giosafat. Sembrava che il battagliero porporato non intendesse presenziare la riunione conclusiva del Sinodo. Un fatto certo è che mons. Achille Silvestrini si è recato nel suo appartamento in Vaticano quasi certamente per Invitarlo, a nome del Papa, alla seduta sinodale e per comunicargli in anticipo la nomina del successore. Slipyj è andato alla riunione, ma ha taciuto. Occorre aggiungere, che il 13 settembre scorso Papa Wojtyla aveva nominato Lubachivsky nuovo metropolita di Filadelfia benché il suo nome non fosse incluso nella rosa presentatagli dai vescovi ucraini che si erano riuniti a Roma in «sinodo», come dicevano. Anzi, Slipyj aveva scritto una lettera di protesta al pontefice reclamando il diritto degli ucraini di eleggere direttamente i vescovi, salvo successiva «conferma» del Pontefice. Il porporato aveva rilevato la irrituale procedura anche in una lettera a Lubachivsky. Papa Wojtyla tagliò corto: convocò Slipyj annunciandogli che il 12 novembre avrebbe consacrato Lubachivsky di persona nella Cappella Sistina e che lui, Slipyj, sarebbe stato 11 primo dei «conconsacranti». All'arcivescovo maggiore non restò che chinare il capo; ma al momento dell'abbraccio rituale al nuovo metropolita si allontanò dalla Sistina. Lubachivsky, dunque, era il candidato voluto da Wojtyla. Forse per questo, ambienti ucraini, prima del Sinodo, garantivano che la gerarchia aveva concordato di votare una terna di «non vescovi». Vi sarebbero state pressioni della segreteria di Stato e inter- venti del Papa per modificare questi orientamenti. I nazionalisti dell'emigrazione ucraina non lo ritengono fautore a spada tratta delle loro rivendicazioni che mirano a ricostituire la Chiesa in patria dove è «illegale», o meglio inesistente perché fu incorportata nel Patriarcato ortodosso di Mosca nel '46 per ordine di Stalin. Molto soddisfatti sono, invece, gli ucraini e gli ambienti «ecumenici». Lubachivsky non incontrerebbe ostilità nel Patriarcato di Mosca II Papa parlando in ucraino al Sinodo ha precisato, di •aver lungamente riflettuto e invocato l'aiuto del Signore» prima di nominare Lubachivsky. Lo ha definito •degno di sì alto incarico per la sua spiccata pietà, il suo zelo pastorale, la sua preparazione scientifica, le belle doti di mitezza e di umiltà». Lubachivsky, per ora, rimarrà a Filadelfia, che è la maggior diocesi ucraina della diaspora con 170 mila fedeli, sino alla nomina del successore. Poi affiancherà Slipyj a Roma, come effettiva guida della Chiesa ucraina. Lubachivsky è nato nel 1914 in Ucraina e, dopo aver stu diato in seminari russi e in Austria, fu ordinato sacerdote nel '31 dal celebre metropolita Andrea Szeptynsky. Si laureò in teologia in Svizzera, in sacra scrittura e filosofia all'Istituto Biblico e alla Università gregoriana di Roma, dove studiò anche medicina nell'Università statale. Nel '47 si trasferi negli Stati Uniti dove ha occupato delicati incarichi. Parla inglese, italiano, tedesco, francese, spagnolo, oltre ovviamente l'ucraino. Lamberto Fumo IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIMIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIItlllllllll