EXPOCASA 80 di Alberto Vigna

EXPOCASA 80 Il buon gusto italiano nell'arredamento si afferma all'estero e conquista mercati Expocasa che a ragione è stata definita una passerella europea delle arti domestiche è un'occasione per fare il punto su un settore che di anno in anno acquista maggiore importanza nel contesto generale dell'economia italiana. Nel 1978 si erano registrate tendenze di assestarr>ento subito superate nel '79. Questo è stato un anno favorevole per il mercato anche interno con un volume complessivo di affari di 5 mila miliardi di lire secondo le stime fatte dall'Assaredo. Questo è un dato importante, ma assai di più lo è 11 boom delle esportazioni con un incremento dell'ordine del 50% rispetto all'anno precedente. Nel 1973 esportavamo mobili per 152 miliardi di lire saliti a 235 nel '74, a 303 nel '75, a 552 nel '76. Nei tre anni seguenti la crescita delle esportazioni si è ancora accentuata passando nel '77 a 840, nel '78 a 1092 per raggiungere l'anno scorso i 1650 miliardi di lire. Sono risultati veramente eccezionali, importanti valori di sostegno per l'economia italiana. C'è da aggiungere a questo punto che di fronte a un cosi favorevole andamento delle esportazioni, quello delle importazioni di mobili si è limitato non superando un incremento di circa il 30% sempre secondo i dati dell'Assarredo, della Pederlegno e dell'lstat. Le ragioni di tanto successo sono da ricercare nel fatto che il mobile di produzione italiana per eleganza di linee, schiettezza nel design, fantasia, accuratezza di lavorazio¬ ne e pregio dei materiali impiegati è uno dei prodotti di prestigio che ha conseguito solide affermazioni sui mercati esteri. Tutti questi fattori concorrono a definire un ben preciso ed apprezzato stile italiano. Le associazioni di categoria hanno fornito dati in dettaglio sulla tipologia dei mobili in rapporto ai materiali impiegati e sulle variazioni percentuali tra il '78 e il '79 delle importazioni e delle esportazioni. Per i mobili in legno le importazioni sono salite del 41% e le esportazioni del 53,3. Per i mobili in metallo si è avuto un aumento importativo del 3,6 ed esportativo del 36,2 mentre per i mobili in altre materie l'aumento è stato pari nei limiti del 23%. Compiendo una ricerca più accurata sul genere dei mobili le importazioni di sedie, calco- late in valore in miliardi di lire, sono passate da 1,3 a 1,8 nel volgere di dodici mesi e le esportazioni da 23,5 a 37,2. Gli imbottiti sono stati importati nel '79 per 4 miliardi ed esportati per oltre 237 miliardi di lire. Altri confronti consentono di comprendere che la grande differenza di valori tra importazioni ed esportazioni consiste proprio nel design e nella accuratezza della lavorazione. Abbiamo importato camere da letto per meno di due miliardi, ne abbiamo esportate per oltre 84. Più sensibile lo scarto per le sale da pranzo e soggiorno che passano da 6,9 a 229,8 sempre nel 1979. L'indagine potrebbe continuare se non divenisse monotona e troppo specificata citando i dati relativi alle cucine, ai mobili per uffici, a quelli per negozi, alle realizzazioni in plastica, alle parti e ricambi. Tutti questi dati assommati, pur contenenti alcune differenze a seconda che si comprendano le spese di trasporto e di assicurazione fino alla frontiera per le importazioni mentre le esportazioni sono calcolate secondo il valore franco frontiera italiana, consentono di ritenere superato il tetto di 1500 miliardi all'anno di esportazione, un traguardo che ancora pochi anni fa, pur deducendo la svalutazione, era ritenuto addirittura impensabile. E' vero che anche la crescita dei valori dell'import non è trascurabile ma è sempre inferiore a quella delle esportazioni che dal '74 al '79 è passata dal 10.6 al 30% circa rispetto alla produzione complessiva. E' questa una riprova del sempre maggiore successo e dell'impegno degli operatori nel settore dell'arredamento. Per procedere su questa strada cosi favorevole all'economia nazionale recentemente il ministro Stammati ha fatto presente che è necessario un contenimento del costo del lavoro, che non dovrà andare a danno dei lavoratori, ma che sarà necessario per ampliare in prospettiva i livelli occupazionali. Il problema della competitività in termini di prezzi sui mercati esteri dovrà essere affrontato nell'anno in corso con risolutezza e con il consenso delle parti sociali, consapevoli dell'importanza della questione. L'aumento della produttività è soprattutto legato ad una programmazione attenta, che possa basarsi su informazioni sicure e approfondite sia nel campo tecnologico sia in quello commerciale. E' questa un'operazione possibile, dato il suo alto costo, soltanto se non si disperdono energie percorrendo ognuno per conto suo identica strada. Bisogna cioè procedere in modo coordinato. In rapporto a questi concetti deve essere giudicato favorevolmente il fatto che si siano unite nell'Assarredo 700 aziende produttrici totalizzanti 70 mila dipendenti e che intendano proporsi motivi di sviluppo sia nel mercato italiano sia in quello estero. Scrivendo di questi propositi il presidente dell'Assarredo ha detto che «l'unione dà alla categoria la garanzia di poter esprimere fino in fondo e senza inutili dispersioni le proprie capacità e di potersi dare una organizzazione aggiornata ed efficiente pari ai problemi complessi che un settore produttivo cosi importante deve necessariamente affrontare». Anche i risultati che Expocasa metterà in rilievo potranno confermare le ragioni dì questa analisi e del costante successo esportativo di tutti i mobili italiani. A Torino in questi giorni guardano importatori stranieri di tante nazioni, che qui affluiscono per poter avere un panorama completo di quanto questo settore è in grado di offrire per la maggior confortevolezza abitativa della casa. Alberto Vigna

Persone citate: Stammati

Luoghi citati: Torino