Congresso Volkspartei a Merano
Congresso Volkspartei a MeranoCongresso Volkspartei a Merano Il bilancio fatto da Magnago. presidente capo carismatico del partito, dei dieci anni di «pacchetto» autonomistico altoatesino è stato al centro del 29° Congresso della Suedtiroler Volkspartei a Merano, un congresso quasi in tono minore, privo di accenti polemici. Magnago ha tracciato un bilancio positivo, con un partito sempre più forte, un'autonomia vasta e ricca di competenze e mezzi economici, che hanno permesso di tutelare la minoranza etnica di lingua tedesca all'interno dello Stato nazionale consentendole anche benessere e ordine sociale, contrariamente a quanto avviene nel resto del Paese, dove invece anche l'attuale crisi politica — ha aggiunto Magnago — ha visto prevalere nei partiti •comportamenti irresponsabili e suicidi». Magnago tuttavia non ha dimenticato le norme autonomistiche ancora da varare, soprattutto quelle riguardanti l'uso paritetico del tedesco nei tribunali e presso la polizia, oltre alla creazione della sezione autonoma del Tribunale amministrativo regionale. Ma anche a questo proposito Magnago ha avuto accenti moderati, senza porre ultimatum drammatici: se entro i'80 non saranno varate le più importanti norme mancanti, la Svp chiederà all'Austria — quale contraente e garante degli accordi postbellici di Parigi — di intervenire presso il governo italiano. In questo passaggio del suo discorso Magnago ha chiamato l'Austria •Vaterland», patria, a testimoniare non solo i legami etnici, linguistici e culturali, ma probabilmente per marcare una certa volontà di distacco (chiesta anche all'interno della Svp) da troppo calorose simpatie verso la Baviera di Franz Josef Strauss.
Persone citate: Franz Josef Strauss, Magnago
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