Un samurai con la bacchetta di Alberto Sinigaglia
Un samurai con la bacchetta Il maestro Ozawa che dirige Tosca alla Scala Un samurai con la bacchetta Quarantacinque anni: una sfortunata partita di rugby determinò la sua carriera DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE MILANO — Samurai disarmato e allegro, Seljl Ozawa ha realizzato 11 sogno: un'opera alla Scala. Tosca rischiosa, attesa, prenotata, ieri sera diffusa in diretta su milioni di teleschermi. Oià discussa prima del debutto, tema d'obbligo per critici, melomani, veri e. falsi intenditori. Come un derby della Madonnina o della Mole. Destino: cominciò con una partita di rugby la carriera di Seiji. Sedicenne pianista promettente, si ruppe due dita. ../Iddio tastiera. Cominciai a studiare composizione, a scrivere musica: brani sinfonici, colonne sonore di film... Ma era meglio dirigere quella degli a/tri». Doveva conquistare l'Occidente. A ventiquattro anni scopre che In Francia, a Besancon, c'è un concorso internazionale per direttori d'orchestra. Ha un'esigua borsa di studio, la Honda gli presta una motocicletta. Jeans, tunichette indiane, collana di conchiglie, lunghi capelli al vento, piace alle ragazze francesi e ai giudici austeri: vince. «Però chi poteva immaginare che Karajan mi avrebbe chiamato a Berlino, che Bernstein mi avrebbe fatto suo assistente a New York?-. Quarantacinque anni, occhi che parlano, dolce volto paffuto di fanciullo segnato da improvvise rughe e pieghe severe. Si alza a prendere 11 vassoio con tè e caffè. Li ha preparati mamma Sakura, Fior di ciliegio, settantun anni, un debole per Ciaicovski e per suo figlio. Lo coccola discretamente, lo tiene a regime: riso, zuppa di verdura, pesce. Un giapponese nato in Manciuria «come i miei tre fratelli, tutti maschi. Mio padre, dentista uscito da una povera famiglia di agricoltori, ci fu inviato quando la regione era possedimento di Tokyo-. In Cina è tornato nel '79. ■ Con la Boston Simphony atterrava a Pechino il primo jumbo jet.. Un concerto, un trionfo. Accanto a Ozawa restarono poi un violino, un violoncello, un corno e un fagotto. Insieme allenarono la grande orchestra cinese che con centocinquanta coristi cinesi e quattro cantanti cinesi Seiji avrebbe trascinata in una •fantastica. Nona di Beethoven. Sorride spesso. Sorride e ride e scalpita e fa tiri burloni anche quando attende, teso come un arco, ansioso, il momento di salire sul podio. Allora le piccole mani accarez¬ zeranno l'aria gentili, la bacchetta danzerà a scatti brevi e lievi come per colpire una farfalla, o si farà spada per scatenare gli impeti del dramma. Sopraffatto dalle forze musicali che egli stesso ha liberate, il direttore tremerà, vibrerà. «Quale fatica e quale gioia questa Tosca». Responsabile dell'orchestra di Boston e •membro speciale •''ella sua squadra di baseball. durante una tournée si ruppe, giocando, due costole. Adesso, quando lavora, va solo sui campi di tennis. Aprile in America, maggio in Giappone, giugno a Parigi per Boris, estate a Salisburgo... Ambizioni? «Dirigere, chissà quando, L'Anello del Nibelungo». Dalle fotografie appese al muro lo guardano tre bellissimi volti ridenti: la moglie Vera, di padre russo e madre giapponese, con Seira di otto anni, Yuki-Yoshi di cinque: •Studio dalle quattro del mattino alle nove per non farglielo pesare. Non devono accorgersi di avere un babbo direttore d'orchestra.. Li guarda con dolcezza, girando i bottoni della giacca di lana azzurra, la prima fatta da Vera «e l'ultima; si sta riposando ancora.. Parla con calore del suo Berlioz, del suo Ravel, del suo Mahler. Gli piacciono il ritmo e le opere possenti. E' difficile riconoscere un piccolo titano in questo samurai senza corazza e a dieta. Alberto Sinigaglia
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