Un patto d'acciaio e di rame
Un patto d'acciaio e di rame Un patto d'acciaio e di rame Preparato con dura da Luigi Laudi, amministratore delegato della banca Stelnhauslindi Firenze, il matrimonio tra Orlando e Lucchini ha uno scopo ben preciso: creare una forte concentrazione nei settori del rame (dove la Smi vanta già solidissimi accordi internazionali; ad' esempio col colosso francese Pechiney Ugtne Kuhlman) e dell'acciaio. Il gruppo Orlando, infatti, che controlla il 50% della produzione di rame in Italia, è presente anche nel settore degli acciai; Lue-, chini, invece, che controlla un Impero siderurgico tra i più produttivi d'Europa, ha forti interessi nel rame. Se Lucchini, però, è considerato un astro nascente della finanza Italiana, gli Orlando occupano, da decenni, uno dei primi posti. La loro potenza la dimostrarono quattro anni fa, quando si opposero con decisione al plano minerario e metallurgico dell'Esani che prevedeva investi-, menti per centinaia di miliardi nel settore del rame. Contro questo plano, attorno agli Orlando, fecero quadrato le grandi famiglie industriali italiane. Il piano non passò e Mario Einaudi, già in difficoltà fu costretto a dimettersi. Oggi leader del gruppo è Luigi, nipote di un altro Luigi, capostipite del gruppo, un siciliano Intraprendente trasferitosi nella metà dell'800 , in Toscana dove scopri di avere il bernoccolo degli affari rilevando da un gruppo francese un cantiere di Livorno vicino al fallimento. Cuore finanziarlo dell'impero Orlando è la Gim, che controlla al 45,35% la Smi, Società metallurgica italiana, trasformata lo scorso anno in una holding operativa, da cui nero sono state scorporate tutte le attività produttive nel settore del rame che sono state fatte confluire in una nuova società, la Metalli Industriale ( Lml) nella quale sono entrati anche gli stabilimenti italiani della Pechiney.
Persone citate: Kuhlman, Lucchini, Luigi Laudi, Mario Einaudi
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