«Quando la signora Ovazza fu rilasciata io ero in carcere: perchè mi accusate?»

«Quando la signora Ovazza fu rilasciata io ero in carcere: perchè mi accusate?» Cominciato l'interrogatorio di Valerio Genesio, presunta «mente» del sequestro «Quando la signora Ovazza fu rilasciata io ero in carcere: perchè mi accusate?» L'imputato avrebbe intascato parte del riscatto e manovrato, a distanza, i manovali del rapimento - Processo Navone: un accusato fa il nome di chi gli diede le banconote «sporche» Sequestro Ovazza, Blangino, Ruscalla: turno di Valerio Genesio che del gruppo dei presunti rapitori è il personaggio più enigmatico. E' smanioso di difendersi, di dimostrare che lui con la raccenda dei sequestri non c'entra. Sta 11 seduto, compito, davanti ai giudici della pri-, ma sezione della Corte d'Assise (pres. Barbaro, p.m. Pepino) e sfoglia il taccuino zeppo di appunti presi durante le udienze precedenti. Ma è costretto ad ascoltare perché seguendo la solita prassi, il presidente legge prima i verbali degli interrogatori resi dall'imputato in istruttoria. Sono tanti, contraddittori e forse anche imprecisi, e quindi non del tutto sfavorevoli al Genesio. L'imputato comunque avrà modo la prossima udienza (lunedi) di sfogarsi. -La cosa più sconcertante — dice — è che sono accusato di aver intascato una parte del riscatto Ovazza. Ci si dimentica che sono stato arrestato dieci giorni prima del rilascio dell'ostaggio. Quando la signora Ovazza venne restituita alla famiglia, ero alle Nuove». Negli atti però si legge che Genesio sarebbe addirittura il «genio» del sequestro Ovazza,. l'uomo che avrebbe manovrato a distanza i manovali, ossia gii esecutori, facendo da tramite tra il clan dei Racca e quello dei calabresi Facchineri e Guerrisi. In attesa che Genesio accenda le polveri in aula, si è riaperta alle Nuove la questione privata tra Michele Guerrisi e i parenti Facchineri per via di uno sgarbo fatto dal primo a questi ultimi (questione di donne). Michele Guerrisi ha infatti chiesto (e ottenuto) di cambiare carcere. Come mal? 'Perché alle Nuove non mi sento sicuro». Cosa è accaduto? «Ho ricevuto minacce di morte». Da chi non dice, così come tace il motivo. Due imputati, suoi ex compagni di cella, Vincenzo Scartò e Arcangelo Galasso, si sono alzati per allontanare fondati sospetti: ■Sfa chiaro che noi non c'entriamo». * * Processo ieri per il sequestro dell'impresario Giuseppe Navone davanti ai giudici della terza sezione del tribunale. Quarta udienza con una attesa delusa e una proposta del p.m. respinta dopo tre ore di camera di consiglio. L'attesa riguardava un testimone, Mario Turato, detenuto a Liegi per rapina e omicidio, per il quale la magistratura torinese' aveva chiesto a quella belga l'è stradizione temporanea. Il giudice belga ha negato la traduzione asserendo che il prigionie ro deve prima essere processato da quel tribunale. Si tratta di un teste importante: è praticamen¬ te l'uomo che ha fatto i nomi di molti degli imputati ora in gabbia per il rapimento di Navone. Come interrogarlo? Il pubblico ministero Burzio propone che un giudice accompagnato dal difensori degli interessati vada ad interrogare Turato in Belgio. Si oppone l'aw. Zancan sostenendo che, caso mai, il teste deve essere messo a confronto con le parti. Quindi bisognerebbe portare in Belgio tutti gli imputati, con difensori al seguito. E ciò è impossibile perché il detenuto, nel momento in cui mette piede in territorio straniero, non può più essere custodito essendo, fuori Italia, Ubero cittadino. Che la questione non fosse di facile soluzione lo dimostrano le ore trascorse dai giudici In Camera di consiglio. Alla fine la decisione: il tribunale rinuncia alla testimonianza del Turane di cui non leggerà neppure i verbali d'interrogatorio agli atti. Quindi nessuna trasferta in Belgio. A questo punto, uno degli Imputati, Giuseppe Jannelll, (arrestato perché i carabinieri gli trovarono in tasca alcune banconote provenienti dal riscatto Navone) si alza: « Voglio dire il nome di chi mi ha dato quei soldi». All'udienza precedente (28 gennaio scorso) si era difeso affermando che non poteva fornire il nome di 'quella persona perché rischierei la pelle». Ieri il nome lo ha fatto: «Carlo Ale, abita a Torino». Quei soldi sporchi, Jannelli li avrebbe avuti da costui, provento di un riciclaggio non chiaro. La Corte sentirà da Carlo Ale come sono andate le cose. B processo riprende il 15 aprile. b ftt dl i ti aveva chiesto a quella belga l'

Luoghi citati: Belgio, Italia, Torino