Perugia, il presidente ammette
Perugia, il presidente ammette Perugia, il presidente ammette II dirigente D'Attoma dichiara: «Della Martira ha detto una verità che non nuocerà al club» - Nessuno dei giocatori parla - Un certo signor Cesare tramite con Cruciani? PERUGIA — «Mauro Della Martira ha detto la verità. Una verità che non nuocerà al Perugia». Sono frasi del presidente Franco D'Attoma, l'unico che rilascia dichiarazioni e anche lui pesando le parole. Gli altri, indiziati e addetti ai lavori, tacciono, su consiglio degli avvocati Dean e Brustenghi. Dice Brustenghi: «Non è nostro costume mettere il bavaglio ai giocatori, ma al momento pensiamo che non ci sia niente da aggiungere». Le notizie sono perciò ferme alla querela di Della Martira, secondo indiscrezioni, diversa dalle altre tre, nella quale lo stopper avrebbe ammesso di avere ricevuto «al termine della competizione concreti riconoscimenti per 11 particolare impegno profuso». La spie. gazione del perché siano arrivati a Mauro Della Martira e proprio a lui i «concreti riconoscimenti, di cui si parlerebbe nella querela, verrebbe da una lunga storia nella quale compare come personaggio chiave un non meglio identificato signor Cesare, cono¬ scente di Della Martira e amico di Cruciani. Contatti col signor Cesare, gli avvocati perugini smentiscono categoricamente di averne avuti. Ma è certo che se la storia che si conosce è vera, il parere del misterioso personaggio diverrebbe di fondamentale importanza. In pratica potrebbe avva¬ lorare la tesi difensiva affermando che l'assegno ricevuto da Della Martira è davvero un regalo del Cruciani per il 2 a 2 raggiunto alla fine dal Perugia ad Avellino e che aveva fatto vincere al commerciante romano una cospicua scommessa. Ora si pensa agli sviluppi della vicenda e alle reazioni dell'ambiente. Brustenghi assicura che «il consiglio della società perugina è stato messo al corrente di tutto ed è più che mai vicino a tutti i giocatori. In quella sede si è di nuovo fatto un discorso sportivo e soltanto sportivo». Conte dire che non ci saranno provvedimenti di sorta nei confronti di Della Martira e di nessun altro. Anche Castagner è su questa linea: «Soltanto se uno dei quattro giocatori indiziati me lo chiedesse specificatamente potrei prendere in esame l'ipotesi di lasciarlo fuori squadra. Ma dovrebbe dimostrarmi di non essere assolutamente in grado, per motivi psicologici, di affrontare un incontro». m. b.
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