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Per Guccini, cantautore padano con rabbia Palasport surriscaldato dai soliti 12 mila Per Guccini, cantautore padano con rabbia Palasport surriscaldato dai soliti 12 mila TORINO — Istrione, a tratti clownesco, Francesco Guccini ha riassunto l'altra sera in una battuta la sua -immagine vera-: .E' importante anche sapersi ridere addosso-. E cosi, fra una canzone e l'altra, eccolo esibirsi in inchini, scatenare risate con motteggi, seguire il corso della sua fantasia verbale. Erano in dodicimila di tutte le età ad ascoltarlo dalle gradinate del Palazzetto dello Sport per il concerto organizzato dalla Fgci e dall'emittente Radio Flash nel quadro delle manifestazioni per la «Festa di Primavera-. Dodicimila nei trenta gradi di un'estemporanea estate in questo «teatro» riscaldato in buona parte dallo scatenarsi di battimani e di risate. Cantautore padano, Francesco Guccini non ha, come di consueto, voluto rinunciare a qualche sorsata di •quello buono- bevuto direttamente alla bottiglia sul palco: canta con la sua voce roca, arrotando la «r» accompagnato da Flaco, un chitarrista italo-argentino, e da un basso. Maltratta la chitarra cavandone fuori accordi di nostalgia, d'ironia o di rabbia. «Il tempo è giudice severo — ha detto prima di andare in scena — e io in tutta coscienza so di aver offerto sempre la mia immagine vera, in coerenza con ciò che penso e tento di trasmettere-. Nel concerto ha ripercorso la sua avventura di cantautore proponendo vecchi e nuovi brani: •Dio è morto-, •Auschwitz-, «71 vecchio ed il bambino-, .Canzone di 12 mesi-, •Stame di vita quotidiana- sino ad arrivare alle composizioni più recenti come 'Lager-, •Black-out-, •Antenor- e •Bisanzio-. Applausi, raffiche di .bravo- con gli adolescenti e i giovanissimi a scandire il tempo e i trentenni che — caso non del tutto frequente in certi concerti — non si sono sentiti, come si dice oggi, «tagliatì fuori-. re. ri. Francesco Guccini durante il concerto al Palasport circondato dalla consueta folla di ragazzi alla caccia di un motivo per stare tutti insieme ( Foto C. Bosio)