Chi minaccia Speer, nazista pentito di Tito Sansa

Chi minaccia Speer, nazista pentito COLLOQUIO CON L'ARCHITETTO DI HITLER CHE HA COMPIUTO 75 ANNI Chi minaccia Speer, nazista pentito DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BONN — Lettere minatorie e di insulti arrivano spesso a Albert Speer, che fu beniamino, architetto e ministro degli Armamenti di Adolf Hitler e che ha scontato fino al 1966 vent'anni di reclusione a Spandau per crimini di guerra nazisti. Ieri, San Giusep-' pe. compiva 75 anni; nella sua villa tra i boschi sopra Heidelberg son venuti a fargli festa i sei figli nati durante la guerra. E' un tranquillo signore che ha chiuso con il suo passato. Tra i grandi del nazismo imputati al processo di Norimberga è stato il solo a. assumersene la responsabilità. La responsabilità, precisa, ' non la colpa, quella l'hanno accertata i giudici'. Di chi sono le lettere minatorie?, gli domando. 'Degli estremisti naturalmente di destra-, risponde. E aggiunge che a lui, protagonista della storia nazista, mai è arrivata una lettera di insulti o di minacce da chi non fosse un nostalgico. Sono gli 'incorreggibili' che gli rimproverano di avere tradito. 'Ma è normale. Chissà quante lettere minatorie riceve Simon Wiesentì'il, il cacciatore di criminali M guerra nazisti: Del suo passa'o l'ingegnere Speer non ama parlare. Lo ha rievocato abbastanza nei suoi due bestseller ìcr'Ui in carce¬ re: Memorie e Diari di Spandau. Di tanto in tanto ha occasione di ricordarne particolari in interviste alla televisione e alla radio. Non ne parla neppure con i figli, 'nessuno dei quali precisa, vota per le destre, nessuno è estremista. Lavorano tutti, votano socialdemocratico, o liberale o democristiano, non lo so esattamente'. , Domando a Speer se è vero ' quanto si dice e si scrive, che ha una posizione vicina a quella del governo di coalizione socialdemocratico-liberale di Schmidt e Genscher. «Non è proprio esatto, precisa, ho parlato una volta con il ministro socialdemocratico della Difesa, ma anche con Strauss. Insomma, non sono legato ad alcuno. Ho simpatie per questo governo, anche se talvolta commette errori, per esempio nel settore energetico. Deve convincersi che senza l'industria atomica non ce la facciamo'. •Anche per brandi ammette, ho molta simpatia, perché si è comj. ortato da gen tiluomo quando fui liberato dal carcere. Era borgomastro di Beffiti j e ordinò che mi fosse restituito tutto quanto mi era stato confiscato. Un nobile gesto, e un grande aiuto. Ma poi c'è un altre episodio che pochi conoscono. Al processo di Norimberga, dove ero imputato, Brandt fu uno dei pochissimi emigranti tedeschi che si preoccuparono che la Germania risorgesse. Gli altri erano di opinione diversa, dicevano "Ben gli sta ai tedeschi, ora sono nel fango, ci restino". Lui no, la sua grande preoccupazione era il futuro. E molti che oggi accusano Brandt o non sanno o hanno dimenticato'. L'uomo che mise in piedi la mostruosa macchina bellica di Hitler non ha rancori e neppure avverte di esserne oggetto. Giornalisti e studenti ebrei e israeliani vengono a trovarlo, Wiesenthal (l'uomo che catturò Eichmann) e Kempner (p.m. americano al processo di Norimberga) hanno buone relazioni con lui. 'L'uomo ha subito un processo, dicono, è stato condannato, ha espiato, è nato di nuovo, per noi non è più reo', racconta Speer. Ma aggiunge: 'Io però non mi sento nato di nuovo, non è possibile, sarebbe troppo bello. Il mio compito è quello di non lasciar dimenticare, di spiegare ai più, giovani il nostro passato, di dire loro quello che abbiamo sbagliato, come è stato possibile-. Per gli incorreggibili, Albert Speer non ha comprensione, soltanto compassione. Il discorso scivola su Rudolf Hess, l'ex delfino di Hitler, che ancor oggi sta scontando nel carcere di Spandau la pena all'ergastolo inflittagli dalla corte di Norimberga. «£' una follia, dice, e non mi stancherò di ripeterlo. Il processo di Norimberga fu fatto per riportare nella vita internazionale le regole dell'umanità, dopo die da ambo le parti la dignità umana era stata offesa. Doveva essere un nuovo inizio. E ora, sulla base di questa immagine ideale, Hess lui solo, deve scontare una pena senza fine. E' una contraddizione, questo comportamento disumano come conseguenza di un processo con il quale si voleva tornare a essere umani. Tutto il significato del processo viene rinnegato'. Domando all'architetto di Hitler che cosa pensi oggi della realtà nazista della quale fu protagonista. Le rievocazioni e le documentazioni televisive della dittatura sono «una buona cosa», dice. Ha visto alla tv una ricostruzione dell'attentato del 20 luglio, • una buona cosa, specialmente per i giovani che sono una speranza. L'ho visto dai miei figli che sono impegnati: Holocaust, ammette, non l'ha visto: 'Non potevo vederlo, mi avrebbe turbato troppo. Ma hanno fatto bene a metterlo in onda». E l'architettura moderna? «£' disumano, la tecnica ha avuto il sopravvento, è stata' più forte della nostra volontà'. E, in parte, addossa a se stesso la responsabilità, ammette di essere stato un pioniere della nuova tendenza. 'Le mie costruzioni, diceva la gente, e aveva ragione, erano spersonalizzate, contro l'umanità e contro i sentimenti umani Purtroppo oggi si è continuato su questa strada, a decidere è la tecnica, gli edifi ci sono disumani e sema anima. E' il progresso, ma oggi nessuno si sente colpevole'. A settantacinque anni, Al bert Speer fa pubblicamente l'esame di coscienza e chiude ancora una volta il conto con il suo passato. E' quanto da più parti gli rimproverano i suoi critici, per i quali è l'è sempio tipico del tedesco che tende al perfezionismo: perfetto nazista, tecnocrate osse quiente di un sistema crimi naie, imputato e detenuto modello e ora un democratico esemplare, in un Paese che ancora fatica ad adeguarsi. Un opportunista che si adatta ai tempi o un uomo che ha imparato la lezione della vita? •Io e quelli come me, con il nostro idealismo e la nostra dedizione abbia mo portato in alto Hitler' dice l'anziano signore. 'A ob bedire erano altri anche i criminali che tacciono-. Tito Sansa

Luoghi citati: Bonn, Germania, Norimberga