«Siamo solo agli inizi» scrivono le Br dopo l'assassinio del giudice a Salerno di Francesco Santini

«Siamo solo agli inizi» scrivono le Br dopo l'assassinio del giudice a Salerno Un volantino rivendica l'uccisione del procuratore Nicola Giacumbi «Siamo solo agli inizi» scrivono le Br dopo l'assassinio del giudice a Salerno Trovata e sequestrata in casa di un autonomo una macchina per scrivere; non si esclude sia quella usata dai terroristi DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE SALERNO — Con un colpo a sorpresa, gli uomini dell'antiterrorismo di Salerno sono arrivati alla macchina per scrivere delle Brigate rosse. L'hanno sequestrata in casa di un esponente dell'autonomia. Negli uffici della questura si confrontano i caratteri, si misurano gli spazi di battuta, e i primi esami danno risultati positivi. L'inchiesta sull'assassinio del procuratore della Repubblica Nicola Giacumbi sembra ad una svolta importante. Si annuncia, da Roma, l'arrivo in città di un alto funzionario dell'ucigos, il dottor Ciocia, spedito dal ministero dell'Interno per coordinare le indagini. La macchina è stata trovata stanotte, 11 riserbo circonda l'intera operazione. Dalle perquisizioni sono venuti anche alcuni volantini di minacce alla magistratura ed altro materiale definito «importante». .Siamo soltanto agli inizi*, scrivono le Brigate rosse nel rivendicare l'assassinio del procuratore. La colonna «Fabrizio Pelli» promette nuove azioni nel Mezzogiorno e afferma di aver «giustiziato* un .servo* dello Stato che si è .particolarmente distinto inprocessi antiproletari*. Il comunicato, intercettato dalla polizia nella toilette del bar «Natella e Beatrice», in corso Vittorio Emanuele, non lascia dubbi sull'autenticità ed ora il testo è all'esame della Scientifica per confrontarlo con la macchina scoperta stanotte, il primo a confermare nella stella a cinque punte e nell'intestazione .Brigate rosse* la credibilità del documento è stato il capo della Ucigos di Napoli, Ciccimarra. il giovane funzionario ha avuto un solo' commento: .Abbiamo esaminato l'attività del procuratore capo, nessun processo politico è passato per la sua scrivania: hanno colpito un simbolo*. La scoperta della macchina sembra l'iceberg di una operazione più vasta e segreta, dell'arrivo, forse, alla base salernitana delle Brigate rosse. Un giovane dell'area dell'Autonomia è sotto interrogatorio dall'alba di ieri. Pur ammettendo di essere arrivati alla macchina, gli inquirenti dicono che .nessun covo è stato identificato*. C'è molto riserbo, l'attività si fa frenetica mentre, nelle strade di Salerno, i manifesti listati di nero per l'assassinio di Nicola Giacumbi già sono strappati. A palazzo di giustizia, mentre la città dimentica, la magistratura vive ore di incertezza. Soltanto il procuratore Raffaele Nicefaro, al quale tocca ora il compito di sostituire Nicola Giacumbi, non mostra perplessità. .Io sono pronto ad assumermi il peso di una Procura che ormai scotta, nessuno potrà dire mai — dichiara — che un magistrato abbia rifiutato di fare il, proprio dovere perché intimorito da chi è fuori del contesto di una società che tutti vogliono più libera e più giusta*. Ma la paura s'è impossessata delle aule del grande palazzo. Italo Redento Rizzoli, sostituto procuratore generale della Corte d'appello, si confida: .Soltanto ieri, sette telefonate: amici, parenti, tutti a consigliarmi le dimissioni». E lo stesso Nicefaro ammette: .Se per un momento mi guardo alle spalle, sennto le voci della mia famiglia che ripetono di pensarci bene prima di accettare la responsabilità della Procura, e anche loro hanno ragione». Se la città cancella le scritte che per mesi hanno imbrattato gli edifici delle sue strade, la magistratura di Salerno vive un risentimento pieno di rabbia. Il sostituto procuratore Luigi Sani aniello è tra i piti scoraggiati: .E'inutile pensare a leggi eccezionali — riflette — se non si riesce a fax funzionare le strutture ordinarie». Non c'è risentimento per la polizia e per 1 carabinieri, ma aggiunge: .Due ore dopo il delitto, non era ancora scattate un piano d'emergenza». Racconta di essere andato alla stazione alle 22 di domenica' e di non aver incontrato un posto di blocco, .neppure un carabiniere alla ferrovia». La notizia dell'uccisione a Roma del magistrato Minervlni rimbalza sul palazzo di giustizia di Salerno e gli uomini in toga cadono nello sgomento. Si rinnova il clima rovente dell'altra sera quando, dopo il funerale di Nicola Giacumbi, un'assemblea infuocata ha scosso il silenzio del palazzo deserto. Raccontano di interventi rabbiosi, con magistrati anziani che si lasciavano andare alla disperazione. .Sono saltati i nervi a molti — dice Luigi Santaniello —, un coro di proteste per la mancanza di forza pubblica, per le\ carenze di decisioni politiche». Eppure, in queste 48 ore, gli inquirenti non si sono fermati. Hanno battuto con gli ordini di perquisizione la città vecchia e i quartieri orientali. In una casa disabitata è saltata fuori una pistola e per una trentina di elementi dell'Autonomia si è proceduto ad un' primo interrogatorio. C'è la convinzione che le Brigate rosse operino a Salerno con una propria base e in molti guardano agli ambienti universitari. .E' Il che bisogna andare, è nell'ateneo che bisogna entrare», dice un capitano dei carabinieri che subito aggiunge: .Per carità, niente nome». Chiede una sigaretta: .Sono 45 giorni che non fumo —afferma—ma il terrorismo mi ha scosso i nervi». Nel sole di Salerno, il centro pulsa a ritmi accelerati. Solo 11 lungomare, nel tratto dei giardini pubblici, non ha l'aspetto di sempre. Mancano i giovani dell'area dell'Autonomia che sono soliti raccogliersi nel grande piazzale centrale. Qui le scritte contro la .giustizia borghese» sono ancora leggibili. Gli autonomi sono scomparsi e anche in corso Vittorio Emanuele, racconta un cronista, .molte facce non si vedono in giro». I loro spazi sono già occupati: riprendono a circolare quelli del «Fronte della gioventù». Molti i manifesti dei missini che hanno a Salerno una delle roccaf orti più consistenti. Giacumbi era stato raggiunto da dodici proiettili. Lo ha accertato l'autopsia. I killers hanno sparato quattordici colpi, soltanto due non sono andati a segno. Poi sono fuggiti. Un solo testimone sotto la pioggia. «Afa non ricorda», dice l'ufficiale dei carabinieri che non vuole dare il suo nome. Francesco Santini

Persone citate: Ciccimarra, Ciocia, Fabrizio Pelli, Italo Redento Rizzoli, Luigi Sani, Luigi Santaniello, Natella, Nicola Giacumbi, Raffaele Nicefaro