Pechino ribadisce ai Paesi dell'Asean che non accetta compromessi con l'Urss

Pechino ribadisce ai Paesi dell'Asean che non accetta compromessi con l'Urss Visita ufficiale del ministro degli Esteri cinese Huang Hua Pechino ribadisce ai Paesi dell'Asean che non accetta compromessi con l'Urss NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARE KUALA LUMPUR — La Malaysia ha chiesto alla Cina di svolgere un ruolo positivo nella ricerca di soluzioni politiche al conflitti della Cambogia e dell'Afghanistan. Con questa richiesta, che ha scarse possibilità di essere presa in considerazione, la Malaysia ha riaffermato la sua posizione di neutralità nella rivalità fra grandi potenze, di ricerca di solizionl capaci di evitare l'estensione dei conflitti e di instaurare una politica di distensione regionale. U ministro degli Esteri malaysiano, Rithauddln, ricevendo sabato scorso il suo omologo cinese Huang Hua, ha auspicato un ammorbidimento della politica cinese, ricordandogli la posizione relativamente conciliante espressa dai Paesi dell'Asean e da quelli della Comunità europea 11 7 marzo scorso a Kuala Lumpur in un comunicato congiunto. I 14 Paesi hanno chiesto, per quanto riguarda la Cambogia, la ripresa delle consultazioni di Waldheim per trovare una soluzione negoziata, e la convocazione di una conferenza internazionale. La Cina, che appoggia con tutti 1 mezzi, escluso l'impegno militare diretto, il deposto governo del Kampuchea democratico e la resistenza armata dei kmer rossi, non ha nascosto di essere contraria a qualsiasi soluzione di compromesso. Sull'Afghanistan come sulla Cambogia, Pechino ha mostrato Irritazione per le iniziative In questo senso, almeno finché truppe d'occupazione rimarranno in quei Paesi. La Malaysia tenta, a nome dell'Asean, di favorire 11 dialogo con Hanoi, all'indomani della riunione Asean-Cee e sulla scia della visita ufficiale a Pechino di Khleu Samphan, presidente e primo ministro del Kampuchea democratico — una visita che ha fatto da contrappunto a quella, svoltasi poche settimane prima, del nuovo presidente cambogiano Heng Samrin a Mosca. Il viaggio, richiesto dalla Cina di Huang Hua in tre Paesi dell'Asean (Filippine, Malaysia e Singapore) è stato interpretato come un nuovo tentativo di suscitare un'ondata antisovietica e antivietnamita, approfittando della crisi afghana, nel dirigenti musulmani di Kuala Lumpur. Questi, per non sembrare' conniventi con Pechino, hanno comunicato la settimana scorsa che l'Insistenza cinese di appoggiare l'Asean contro le Iniziative sovietiche non era affatto stata sollecitata dai 5 membri dell'organizzazione. Alla fine del colloqui, Rithauddln si è mostrato ottimista, affermando che Huang Hua era sembrato «ricettivo». Nel suo unico discorso ufficiale, 11 ministro cinese si è prudentemente limitato a ribadire che Pechino farà 11 possibile per far applicare le risoluzioni delle Nazioni Unite e della Conferenza islamica, che chiedono 11 ritiro degli eserciti vietnamita e sovietico. Ha avuto parole di elogio per la politica di non allinea mento della Malaysia ed 1 suoi tentativi di portare avanti l'idea di nautrallzzazlone del Sud-Est asiatico. Alcuni giorni prima, a Manila, Huang Hua aveva sottolineato la «convergenza» di vedute fra la Cina e le Filippine (come tra Pechino e Washington) sui grandi problemi regionali, il tono è stato ben più riservato qui; 1 malaysiani non hanno permesso al ministro cinese di fare dichiarazioni antisovietlche e antivietnamite, anche per non compromettere la visita che Nguyen Co Thach, ministro degli Esteri vietnamita, farà alla fine del mese. il capo della diplomazia malaysiana si era mostrato ottimista anche al suo ritorno da Hanoi, nel gennaio scorso; ma 1 suoi tentativi non avevano scalfito l'Intransigenza vietnamita. Forse la stessa moderazione, la propensione al compromesso e l'offerta di buoni uffici (accettati non senza reticenze da alcuni partner dell'Asean, come Thailandia. Singapore e Filippine, più inclini a condividere il punto di vista di Washington e di Pechino) non avranno maggior effetto sui cinesi. Alla vigilia della visita di Huang Hua a Kuala Lumpur, un uomo politico malaysiano ha dichiarato: «La Cina vuole che il conflitto cambogiano continui. In questo momento, fomenta in Indocina, e soprattutto nel Laos e nel Vietnam, nuovi focolai di ribellione». A Singapore, dove è giunto ieri il ministro cinese, si dovrebbe trovare in sintonia con un forte antisovietismo. Il suo omologo, Radjarathnam, Insoddisfatto della moderazione del comunicato congiunto Asean-Cee, aveva dichiarato che il suo Paese era disposto ad aiutare materialmente 1 movimenti di resistenza cambogiani e afghani Una musica marziale, insomma, dolce alle orecchie cinesi. E. F. Paringaux Copyright Le Monde e per l'Italia La Stampa

Persone citate: Huang Hua, Nguyen Co Thach, Samphan, Waldheim