Roma sconvolta dalla violenza squadrista subito dopo i funerali del giovane missino di Giuseppe Fedi

Roma sconvolta dalla violenza squadrista subito dopo i funerali del giovane missino Auto incendiate, passanti aggrediti, vetrine infrante Roma sconvolta dalla violenza squadrista subito dopo i funerali del giovane missino AI grido di «boia chi molla» decine di giovani hanno spadroneggiato per due ore nel centro storico - Otto agenti ustionati da molotov - Denunciate venti persone, un arresto ROMA- Giorgio Almirante, presente ai funerali di Angelo Mancia con lo stato maggiore del msi, prende la parola. Cupo in volto, il segretario missino ricorda, uno ad uno, i morti del suo partito, assassinati con spietata ferocia «in un regime nato dalla guerra civile e che nella guerra civile sta agonizzando». Il rito funebre si è appena concluso: tra una pioggia dì saluti romani e slogan ritmati: «Boia chi inolia è il grido di battaglia, il comunismo non passerà». Nella calca si intravedono giovani mentre si coprono il viso con fazzoletti. Sono le 17,10: è il primo segnale di un lungo pomeriggio di incidenti e violenze che ha stretto ieri ancora una volta Roma in una morsa di paura. Si forma un gruppo di un centinaio di missini, mentre il carro funebre sta lasciando la piazza. Poi, all'Inizio di via Nazionale, si leva una grossa vampata. Almeno tre molotov investono il pulmino del quarto celere di Napoli, un reparto fatto venire dalla Campania per riforzare il servizio d'ordine. Gli agenti a bordo balzano tempestivamente fuori. Otto vengono investiti dalle fiamme e uno, Gesualdo Trischetti, riporta ustioni di terzo grado guaribili in 25 giorni. Dai blindati dei carabinieri vengono lanciati lacrimogeni. Gli scalmanati che hanno provocato l'incidente si frazionano in gruppetti che si disperdono nella zona, secondo la tecnica collaudata della guerriglia Tra i presenti e soprattutto tra la gente rimasta bloccata davanti alla basilica si susseguono scene di panico. Un autista della Rai. Diego Terranera, in servizio per il «TG-1. aggredito e percosso da alcuni scalmanati viene visto stramazzare a terra. E' soc- corso dai suoi compagni di lavoro e trasportato al Policlinico. Le bande di teppisti rovesciano auto in via Salaruira. fracassano con spranghe le vetrine di decine di negozi, malmenano passanti, formano barricate. Due auto sono date alle fiamme in piazza di Spagna, un furgone viene incendiato in via della Vite. Dopo le 17,30 focolai di violenza si propagano in tutto il centro storico dove negozi e bar vengono chiusi precipitosamente. Una radiomobile della questura segnala un assalto squadristico alla libreria Feltrinelli in via Orlando invitando gli equipaggi a convergere su via del Babuino. E' qui infatti che è appena avvenuto un grave episodio. Una cinquantina di giovani hanno bloccato un autobus della linea «81», percosso l'autista Giuliano Imperiali, e costretto sotto la minaccia delle pistole i passeggeri a scendere. L'automezzo, guidato da uno degli aggressori, inizia una folle scorribanda che si conclude in via Frattina davanti al Bar Ciampini. C'è un fuggi fuggi generale di gente ignara e terrorizzata mentre la squadracela si disperde per le strade adiacenti fracassando a colpi di pietra i vetri di numerose auto in sosta. Un ordigno viene lanciato contro la sezione del pei in via Seblno, s'intensificano le chiamate ai vigili del fuoco e alle centrali operative della questura e dei carabinieri. Da via San Vitale, dopo le 19, filtrano i primi dati. I denunciati sono una ventina, si tratta di giovani uno dei quali viene dichiarato subito in arresto perché sorpreso in fragranza di reato e due sono trattenuti in stato di fermo giudiziario. La Digos sta vagliando attentamente la posizione di tutti ed ha disposto una serie di perquisizioni domiciliari. Il corteo funebre si è mosso alle 15 da Palazzo del Drago dov'era stata allestita la camera ardente. Il feretro era seguito dai genitori e dai parenti di Angelo Mancia e subito dopo dalle massime autorità del msi. Avvolta in un tricolore la bara è stata deposta ai piedi dell'altare maggiore di Santa Maria degli Angeli dove, alle 16, il parroco Paolo o a a e i o Di Vittorio ha celebrato la messa. -Angelo — ha detto tra l'altro il sacerdote nell'omelìa — testimonia che oggi nel nostro Paese non esistono più fratelli e che da tutta Italia, da Genova, a Trieste, da Roma a Bari si toccano con mano ogni giorno le vittime dell'odio». •Angelo, Angelo mio, assassini, assassini»: davanti alla basilica di Santa Maria degli Angeli, l'altoparlante allacciato subito dopo il rito funebre ha rovesciato su una folla di tremila persone la disperazione della madre di Angelo Mancia. Molti stavano ancora uscendo dalla chiesa di piazza dell'Esedra, le cui vie d'accesso erano state bloccate fin dal primo pomeriggio da polizia e carabinieri. L'atmosfera, già carica di tensione, si è surriscaldata quando la bara del giovane missino è passata attraverso un fitto cordone di attivisti missini. In centinaia si sono messi a salutare con il braccio teso. Si è levato un urlo lacerante: -Boia chi molla è il grido di battaglia, il comunismo non passerà». Giuseppe Fedi Roma. Lacrimogeni in piazza della Repubblica, durante gli scontri tra dimostranti e polizia

Persone citate: Angelo Mancia, Diego Terranera, Giorgio Almirante, Giuliano Imperiali, Trischetti