Era nel dossier di Verbano il nome del missino ucciso

Era nel dossier di Verbano il nome del missino uccisoL'autonomo assassinato in casa davanti ai genitori Era nel dossier di Verbano il nome del missino ucciso Il giovane aveva preparato un documento sulle attività dei Nar L'omicidio rivendicato con un volantino dalle «Volanti rosse» DALLA REDAZIONE ROMANA ROMA — Cinque colpi di pistola, tutti ad altezza d'uomo: l'ultimo, quello mortale, è stato sparato alla nuca. L'autopsia non ha aggiunto nulla di nuovo alle modalità della barbara esecuzione di Angelo Mancia. 27 anni, l'attivista missino freddato l'altra mattina da due killer nel cortile della sua abitazione. I proiettili, cai. 7,65, sono ora in mano degli esperti balistici: «E' il calibro più usato» ricorda un perito lasciando capire che dal loro esame non emergeranno elementi utili all'inchiesta. Un'indagine avvolta nel buio più fitto, dopo che è subito svanita la speranza di poter ricostruire un identikit attendibile degli assassini. I pochi testimoni dell'ultimo, atroce episodio di terrorismo che ha insanguinato Roma, interrogati in questura e dai carabinieri hanno riferito che i sicari, visti mentre fuggivano, indossavano camici bianchi da infermieri ed avevano il volto coperto da passamontagna. Stavolta sarà difficile avere un'idea anche vaga delle sembianze dei due killer. L'azione è stata fulminea e nessuno ha avuto il tempo di fissare il loro volto, nemmeno quando sono balzati giù dalla «Mini» con cui si erano allontanati da via Federico Tozzi. Anche sulla sigla usata per rivendicare l'agguato, per ora, buio totale. «Compagni organizzati per la Volante rossa» ha scandito il portavoce del gruppo eversivo al centralinista di un quotidiano. Un gruppo dietro il quale si nasconde una strategia precisa, forse coordinata addirittura dalle Brigate rosse di cui la «Volante» potrebbe essere una affiliazione. Comparsa per la prima volta nel gennaio '79 con un attentato contro un medico, candidato missino alla Camera, l'organizzazione si è rifatta viva soltanto l'8 marzo scorso con la bomba al Secolo d'Italia dove rimasero feriti sei tipografi e col fallito attentato del 10 contro un altro obiettivo missino: la sede 'del Fronte della gioventù di via Sommacampagna. Al termine dell'autopsia, la salma di Angelo Mancia è stata trasportata a palazzo del Drago, nei locali della direzione del Movimento sociale dove, in attesa dei funerali che si svolgeranno nel pomeriggio di oggi a spese del partito, è stata allestita una camera ardente. Si scava nel passato violento del giovane fattorino, segretario della sezione missina del quartiere Talenti. Sul tavolo della Digos romana un grosso fascicolo è intestato al suo nome: aveva precedenti per rissa, associazione per delinquere e detenzione di armi. Secondo un'indiscrezione, il suo nome faceva parte della lista dei più noti fascisti del rione Talenti-Montesacro contenuta nel dossier sull'attività dei Nar compilato da Valerio Verbano (l'autonomo giustiziato il 22 febbraio) e che indicava gli avversari da "colpire". Se questa voce troverà una conferma, l'inchiesta sull'assassinio di Angelo Mancia potrebbe avere una svolta forse decisiva. Con un volantino, i «compagni organizzati in volante rossa» hanno intanto rivendicato l'uccisione di Angelo Mancia, definito «boia» e «fascista di razza» e ritenuto responsabile «tra le altre ne/andezze», dell'uccisione del giovane Roberto Scialabba. assassinato il 29 febbraio 1978

Persone citate: Angelo Mancia, Roberto Scialabba, Valerio Verbano

Luoghi citati: Italia, Roma