Come si fa la teleconcorrenza di Lietta Tornabuoni

Come si fa la teleconcorrenza RAI: RINVIO PER LE NOMINE, DIBATTITO SULLE TV PRIVATE Come si fa la teleconcorrenza ROMA — Sarà il nuovo presidente della Rai-Tv? •Non credo che esista obiettivamente questa possibilità, e personalmente non mi interessa: vorrei continuare a fare il mio lavoro*, dice Massimo Fichera, direttore socialista della seconda rete televisiva. Sarà il nuovo direttore della prima rete televisiva al posto del dimissionario Mimmo Scarano? • Spero di no. Spero che trovino uno più adatto di me: non ho la vocazione carismatica, e per dirigere bisogna credere d'avere carisma, anche se magari non è necessario averlo*, dice Paolo Valmarana, dirigente democristiano della rete uno. Fuorilegge Ma per ora, sembra, nessuno sarà niente, e l'ultima novità alla Rai-tv non è troppo nuova: si rinvia, si slitta, si fa scivolare, si procrastina, si rimanda. Consiglio d'amministrazione, presidente e vicepresidente sono fuorilegge da due mesi, hanno visto scadere il proprio mandato già dal 20 gennaio: ma la data fissata per il tardivo rinnovo delle cariche, il 25 marzo, sino a ieri sicura, pare adesso improbabile. Manca l'accordo politico «a monte», i preventivi colloqui 'partitici non sono neppure iniziati. Non si sa se resteranno immutati i «numeri» del Consiglio (6 democristiani, 4 comunisti, 3 socialisti, 1 repubblicano, i liberale, 1 socialdemocratico). Resta l'enigma degli equilibri interni dei partiti: una volta stabiliti i numeri, a quale tipo di socialista deve andare il posto, al rappresentante di quale corrente democristiana? Incertissimo il pre¬ sidente: sarà un socialista? Se si, chi? Antonio Ghirelli? Andrebbe bene a molti, ma se fosse invece un repubblicano, per esempio Oiuseppe Galasso, e si potesse cosi rimediare alla forte disaffezione del pri verso la Rai-tv? Insomma: la magica formula di tutti 1 precedenti rinvìi, 'dopo il congresso democristiano., si muta adesso in •dopo Pasqua*. L'incertezza paludosa dei rinvìi Immobilizza l'azienda, che come l'Italia appare sempre più simile alla fortezza del Deserto dei Tartari raccontata da Buzzati: non blocca l'aumento del canone, né l'attivismo concorrente e 11 pubblico crescente delle televisioni private. Il professor Roberto Faenza, docente di sociologia delle comunicazioni all'università di Pisa, è perentorio: •L'esperienza storica insegna che dove arriva la Tv privata, la Tv pubblica regredisce. In Canada esisteva il monopolio televisivo statale: è caduto, e dieci anni dopo, nonostante tutte le leggi-freno emanate, il sistema privatistico domina e quello pubblico non esiste quasipiù*. Con molto meno pessimismo, e non considerando affatto spacciata l'azienda, alla Rai-tv ci si interroga sul futuro, sul ruolo che il servizio pubblico può avere, sui modi in cui la concorrenza può es sere esercitata. Che fare? Correre dietro al pubblico, tenerlo e conquistarlo col divertimento, coi film che costituì' scono il programma da tutti prediletto? Oppure inamene re la propria fisionomia culto' rale e civile di servizio pubblico? Falso problema, dice Fichera: ^Innanzi tutto il servi¬ zio pubblico ha il dovere di mantenere il rapporto coi telespettatori, l'ascolto: all'interno di questo rapporto, deve poi saper mantenere la propria peculiarità*. Bel discorso: ma in pratica? «£' una scommessa professionale appassionante*. •Occorre uno sforzo d'invenzione per riuscire ad adempiere ai compiti del servizio pubblico in concorrenza con il settore privato*, concorda Paolo Valmarana. Benissimo: e come si fa? Le soluzioni della prima e della seconda rete sono, naturalmente, diverse. Il servizio pubblico deve offrire Informazione e Intrattenimento, dice Valmarana: «E poi identificare e affrontare alcuni temi della società nazionale che sono di solito abbastanza assenti dalla programmazione, e che gli autori cinematografici trascurano per incertezza, per non sporcarsi le mani, per non compromettersi: il terrorismo, la campagna, la salute, la famiglia nei rapporti tra genitori e figli, la paura che ci domi-1 na tutti*. Non sono temi scoraggianti, se vengono mediati dallo spettacolo: •Quando li abbiamo affrontati con Scene d'un matrimonio o, in chiave di drammatizzazione, con Le mani sporche, o, in chiave di metafora, con Prova d'orchestra, la reazione è stata sensazionale*. Censura, riflusso? Non è tanto questione di contenuti, sostiene Fichera, quanto di metodo: «/< metodo della cultura critica, che trasmette idee e valori in modo critico, suscitando la reattività anziché l'accettazione passiva del pubblico, insegnando alla gente a vedere le contrad¬ dizioni*. Per esempio? 'Beh, uno spettacolo come quello domenicale di Nanni Loy introduce questo metodo anche nell'intrattenimento. Tutta la ricerca condotta su! terrorismo dalle trasmissioni di Primo piano è in questa direzione. Il nuovo rotocalco che inauguriamo in aprile, Mixer, due ore la sera del lunedi, ha queste caratteristiche*. Ma la censura, il riflusso? Esistono poi alla Rai-Tv le condizioni politico-culturali per realizzare idee simili? *Sl. Non esiste sistema censorio, e il nostro rapporto è sempre con la società: la Tv è com'è la società italiana*, garantisce Valmarana. E Fichera assicura: -Queste possibilità esiste nel servizio pubblico più che nel settore privato. Sono convinto che le forze democratiche debbano misurarsi con lo strumento pubblico: per questo sto alla Hai, e intendo re starci*. Lietta Tornabuoni

Luoghi citati: Canada, Italia, Roma