Crollato un altro «tabù» in Italia con la prima donna ambasciatore di Liliana Madeo

Crollato un altro «tabù» in Italia con la prima donna ambasciatore La notizia accolta in modi diversi alla Farnesina Crollato un altro «tabù» in Italia con la prima donna ambasciatore Graziella Simbolotti De Maillard è anche la nostra più giovane rappresentante diplomatica - È stata destinata ad un Paese dell'America Latina ROMA — Il più giovane ambasciatore della Repubblica italiana all'estero è una donna, che è anche la prima rappresentante del sesso femminile—nel nostro Paese — a ricoprire questa carica. Si chiama Graziella Simbolotti, ha 39 anni, è entrata in diplomazia che ne aveva 22, dopo una laurea in scienze politiche e aver superato un regolare concorso; ha un marito, che è francese e fa l'antiquario, da anni «pendolare» fra Parigi e le città dove di volta in volta la moglie è stata inviata e ha «costruito» la sua carriera: Parigi, Ginevra, Citta del Messico. Soltanto fra qualche mese il neo-ambasciatore andrà a raggiungere la sede diplomatica che gli è stata assegnata in America Latina. Nel frattempo continua a svolgere il suo lavoro alla Farnesina, nel palazzo che fu costruito per rappresentare il cuore di un improbabile impero coloniale, in un ufficio che esattamente come gli altri ha spazi e dimensioni spropositati e che in questi giorni risuona di felicitazioni, auguri, meraviglie, compiacimenti, cerimoniosità rituali e ambigui imbarazzi che circondano i fatti un po' fuori dalla norma. Per i nostalgici dei bei tempi antichi è un altro duro colpo. Persino il mondo della diplomazia, che sembrava fra i meglio stabilizzati sui valori della tradizione, gli appare adesso pericolosamente vulnerabile, anzi già aggredito da pressanti «smanie» di trasformazione. Prima si è introdotta la prassi dei pubblici concorsi per accedere a una carriera per tanto tempo rimasta appannaggio di classe e di famiglie (e pazienza, poi, se questi concorsi li vincevano quanti avevano quel tipo di preparazione, ad esemplo buona conoscenza delle lingue straniere, che notoriamente nelle scuole statali non si ottiene). Adesso si è aperta la strada anche alle donne, che in passato nelle ambasciate ci stavano già, ma al loro posto, cioè come padrone di casa, cerimoniere, organizzatrici di pranzi, ricevimenti, feste, balli (e pazienza, poi, se spesso il clou dell'attività diplomatica si riduceva agli apparati di rappresentanza, mentre titolari della sede risultavano esclusivamenti i consorti di queste zelanti lavoratrici di lusso). Per tutti coloro che con tale ottica hanno visto cambiare il mondo della diplomazia, la nomina ad ambasciatore di Graziella Simbolotti De Maillard è un altro baluardo che cade: e poco conta per costoro, alla fine, sia che la sede assegnata non è delle più prestigiose, sia che soltanto 37 sono le donne oggi nella carriera diplomatica (su 900 funzionari, pari al 4 per cento). Ma l'amministrazione dello Stato, nel conferire la carica di ambasciatore alla Simbolotti, ha fatto un calcolo di diverso genere e che rientra In un disegno «manageriale» da alcuni anni In via di attuazione. Il mondo della diplomazia si sta ringiovanendo. C'è una generazione di quarantenni che si è installata o sta prendendo la via per 1 Paesi del Terzo Mondo, quelli a nuova democrazia, quelli di recente costituzione. Inizialmente sembrava una soluzione logica, che evitava prevedibili disagi a persone di una certa età e creava sbocchi per le nuove leve di diplomatici. Con gli anni si è visto anche che, soprattutto nei Paesi più «giovani», la classe dirigente spesso non supera 1 trent'annl. E il tipo di cultura che essa — nelle sue espressioni politiche, sindacali, imprenditoriali — esprime, è meglio individuabile da chi ha una formazione di tipo meno tradizionale, che gli permette di capire meglio realtà In rapida evoluzione. Questi giovani diplomatici hanno portato nelle sedi dei Paesi africani, latinoamericani, arabi, dell'Est asiatico, una sensibilità più precisa per i bisogni del Paese In cui operano, per le priorità di sviluppo, per i settori più interessanti, traendone indicazioni preziose per facilitare la penetrazione economica e commerciale del nostro Paese all'estero, per 1 plani di cooperazione scientifica e gli scambi di tecnologie. Sulla base del lavoro finora svolto, la Simbolotti sembra appartenere con pieno diritto a questa schiera di rappresentanti italiani all'estero che, contemporaneamente, tengono d'occhio ministeri e sindacati, emigrati e imprenditori, i problemi dell'inserimento del nostri lavoratori all'estero e le modalità per diffondere la nostra lingua e la nostra cultura. In più, si dice, 11 neo-ambasciatore ci mette una pignoleria e una tenacia che sarebbero qualcosa di partltolare, se il mondo in cui sta facendo carriera non fosse un mondo tanto rigidamente maschile. Liliana Madeo ese dellIdiclcarbsaasctsdmadlcmts Roma. Graziella Simbolotti, prima ambasciatrice d'Italia concorsi per accedere a una rappet t tit

Persone citate: Graziella Simbolotti, Maillard, Simbolotti

Luoghi citati: America Latina, Ginevra, Italia, Messico, Parigi, Roma