Quarto blitz contro l'Autonomia ventiquattro arrestati a Padova di Giuliano Marchesini

Quarto blitz contro l'Autonomia ventiquattro arrestati a Padova L'operazione preparata da Calogero nel riserbo più assoluto Quarto blitz contro l'Autonomia ventiquattro arrestati a Padova Gli ordini di cattura sarebbero però una trentina - Un mandato emesso anche dalla magistratura romana - L'accusa: costituzione di banda armata in riferimento ad attività terroristiche tra il 1975 e il 1979 (aggressioni, rapine, attentati) - Si tratta in maggior parte di studenti, tra i quali alcuni appartenenti alla ricca borghesia padovana DAL NOSTRO INVIATO SPECI Al E PADOVA—H.quarto «blitz» ha investito l'Autonomia padovana. Un'altra, ondata di arresti, ieri mattina, dopo che le forze dell'ordine hanno stretto in un cerchio la città. Sono finiti in carcere ventiquattro giovani, ma si dice che gli: ordini di cattura siano una trentina: hanno firmato i provvedimenti il procuratore della Repubblica Aldo Fais, i sostituti Calogero e Borraccetti, e s'è inserito nell'operazione un mandato emesso dall'Ufficio istruzione di Roma. Di nuovo, Padova è nel mezzo della burrasca. Preparata nel riserbo assoluto, la «retata» ha creato un vuoto piuttosto largo nel movimento dell'ultrasinistra veneto. Questi sono i nomi degli' arrestati: Alberto Zorzi, Enrico Grassetto, Andrea Nese, Massimo Scapolo, Mario Rigamo, Augusto Rossi, Gianfranco Ferri, Diego Boscarolo, Sergio Sarchielli, Maurizio Mollnari, Roberto Ulargiu, Marco Capuzzo, Giuseppe Perozzo, Tiziano Crema, Andrea Mignone, Giacomo Despali (fratello di Piero, ricercato dal 7 aprile scorso), Cecilia Zoccali, Loredana Ometto, Susanna Scotti, Marina Nazzari, Miryam Corte (moglie di Mignone), Giovannella Mazzacurati, Daniela Sarlnuto, Laura Betti ni: quest'ultima, indicata come appartenente ai quadri direttivi di Potere operaio e fondatrice di un «Centro di animazione» padovano, è la destinataria del mandato proveniente da Roma. Un altro degli ordini di cattura emessi dai magistrati di Padova riguarda Pao¬ lo Benvegnù, arrestato undici mesi fa,1 durante il primo «blitz» ordinato da Pietro Calogero. I Le accuse vanno dalla costituzione di banda armata all'organizzazione e alla' partecipazione, alia rapina a mano armata, a fabbricazione e detenzione di ordigni esplosivi, al possesso e all'uso di armi da guerra e comuni. Reati minori,! ja quanto pare, sono contestati a questo! |e a quello degli imputati. Chi sono f componenti questa fila di ■■autonomi» condotti in carcere? Le informazioni; per il momento, sono molto! scarse. Quel che si può sapere, è che sii tratta di giovani tra 125 e 130 anni: qua-' si tutti studenti, in maggioranza universitari e gli altri delle scuole medie. Alcuni appartengono alla borghesia, provengono da famiglie in vista. C'erano circa cinquecento uomini, tra 'agenti di polizia e carabinieri, a porre una specie di assedio a Padova SI era stesa una rete di posti di blocco su tutte le strade principali del centro e della periferia, mentre venivano compiute decine di perquisizioni, si sequestrava materiale ritenuto «interessante». L'operazione è scattata alle cinque. Ancora una volta, la città mostrava un apparato che metteva in ansia: i poliziotti e i carabinieri con 1 giubbotti antiproiettile, le armi spianate, i furgoni e le «gazzelle» nei punti nevralgici. Una mattinata convulsa. Mezz'ora dopo, i primi i arresti, e la catena è andata rapida-I mente allungandosi. Poco prima di mezzogiorno, il procuratore Fais parla di questo «blitz». <• L'o¬ perazione — dice — fa riferimento ad un'attività terroristica svolta tra il 1975 e il '79 dall'area di Autonomia operaia ■organizzata, e che si articola in aggressione, rapine a mano armata, fabbrica-' zione e detenzione di ordigni esplosivi, incendi di auto, attentati e danneggiamenti di abitazioni, di sedi dipartito». Il capo della Procura di Padova precisa che delle indagini si sono occupati, parallelamente alla Digos, 1 carabinieri. Pare che la parte maggiore, per quest'altra retata, l'abbia avuta l'Arma, che ha impiegato anche reparti speciali per la lotto al terrorismo provenienti da Milano, Torino e Genova «Dopo un approfondimento — dichiara Aldo Fais — i carabinieri sono venuti in possesso di fonti di prova decisive, per attribuire la paternità degli attentati, per collocare gli atti terroristici in una stessa organizzazione, infine per individuarne gli autori». ! Il procuratore aggiunge d'aver valutato i risultati di questa inchiesta insieme con Calogero e Borraccetti. •Concluso questo esame—dice—siamo stati tutti d'accordo sul valore determinante ed irreversibile delle fonti di prova». ■Fais, dunque, insiste neU'esprimere la convinzione che il materiale raccolto dagli inquirenti abbia una consistenza inattaccabile. Da dove deriva la sua valutazione? Si domanda al magistrato se si tratti di elementi testimoniali o docu-; Giuliano Marchesini (Continua a pag. 2fin sesta colonna)