Tra la fiamme del cinema Corso è finito anche un frammento di storia della città

Tra la fiamme del cinema Corso è finito anche un frammento di storia della città Ricordi sussurrati davanti alla voragine provocata dall'incendio Tra la fiamme del cinema Corso è finito anche un frammento di storia della città «È un grande dolore» dice la segretaria del costruttore, ing. Bonadé Bottino - Cinque anni fa il palazzo venne valutato 2 miliardi e mezzo, ora ne valeva 4 - Che cosa si costruirà? Ora il cinema Corso è soltanto una annerita quinta teatrale. L'Interno è macerie, cavi d'acciaio contorti, legno e velluto bruciato. Per tetto, un cielo azzurro che contrasta con tutto questo nero e questo pungente odore di bruciato. La gente passa, si intrecciano commenti quasi sempre un po' tristi perché un locale cinematografico vecchio 54 anni ha dispensato ricordi un po' a tutti. E quelli che ora sostano davanti all'ingresso monumentale rammentano le scene di «Anna Karenina», l'espressione di Janet Gaynor In quell'Inquadrati! ra di «Settimo cielo», la tristezza di «Tempi Moderni» di Chaplin, le gambe di Marlene Dietrich in «Venere Bionda», John Wayne In «Ombre rosse», Errol Flynn nella «Carica dei seicento», sino al primi film di James Bond. Forse qualcuno si spinge anche un po' più indietro e ricorda la fastosa inaugurazione con Ru pert Julian nel «Fantasma dell'Opera» ritmato dalla musica d'una grande orchestra. Ce n'è per tutti di souvenirs dietro questi muri anneriti dalle cui finestre spaccate 11 fumo ha incominciato ad uscire alle 3,30 di domenica: dentro, a quell'ora, il fuoco aveva già causato irreparabili danni attaccando il pavimento in legno e le poltrone. Quale l'Innesco dei rogo? Forse una sigaretta non spenta, più probabilmente il corto circuito d'un trasformatore o d'una lampada sotto 11 grande schermo Poco alla volta le fiamme hanno aggredito le strutture divorando l'aria della sala e .risucchiando. all'Interno le grandi finestre a vetri «déco». A questo punto il fuoco, alimentato da nuovo ossigeno, i divampato ancor più violento, le fiamme si sono levate alte con colonne di fumo. Sono arrivati i pompieri, si è tentato un difficile «attacco» gettando acqua senza neppure aprire le porte rimaste ancora in piedi, proprio per non fornire ulteriore alimento all'incendio già esteso. Ma il calore sviluppatosi all'interno aveva già cotto il cemento armato facendo precipitare li pavimento del cinema nella sottostante sala da ballo del Castellino. La parete dello schermo, precipitando, ha sfondato parte della Galleria del Nazionale. L'alba ha colto 1 vigili del fuoco impegnati in un lavoro estenuante, le maschere sul volto, gli idranti a spegnere gli ultimi focolai. Più nulla degli stucchi dorati e dei mosaici del pavimento, più nulla della grande cupola color crème Nel 1975 lo stabile del Corso, proprietà della società assicuratrice Sai, era stato valutato miliardi e 250 milioni: oggi, probabilmente, ne valeva oltre 4. Che cosa sorgerà al posto del vecchio cinema dopo che si sarà, come pare, costretti ad abbattere anche 1 pericolanti muri esterni? E' presto per dirlo. Ed è anche prematuro ipotizzare il domani del Castellino, nel primo dopo-guerra tempio del biliardo e, fino all'altro giorno, locale apprezzato da quella Torino che ama il ballo senza amare le discoteche. Il fuoco ha lasciato soltanto lo scheletro di questo cinematografo progettato dall'ing. Bonadé Bottino e che, all'epoca, si chiamava «Cinepalazzo». Nello studio del professionista scomparso (è morto lo scorso marzo) la segretaria di allora, signora Santiano. conserva ancora cianografie e .lucidi, del lavoro: planimetrie e particolari, fotografie un po' ingiallite. «£' un grande dolore — commenta imitata dalla moglie e dalla figlia dell'lng. Bonadè — un pezzo della vecchia Torino che se ne è andato per sempre.. Renato Rizzo /j • —— n il grande cinema Corso domenica alle 7 e il lontano giorno dell'inaugurazione nel 1926

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