Marito e moglie si uccidono angosciati dopo la morte di due figlie focomeliche di Enzo Laganà

Marito e moglie si uccidono angosciati dopo la morte di due figlie focomeliche Penosa tragedia scoperta in Calabria, a Marina di Gioiosa Jonica Marito e moglie si uccidono angosciati dopo la morte di due figlie focomeliche L'uomo, un manovale di 42 anni, ha fulminato a fucilate la donna trentunenne, poi s'è tolto la vita accanto a lei -1 medici avevano detto alla coppia che altri figli sarebbero nati malati DAL NOSTRO CORRISPONDENTE REGGIO CALABRIA — Penosa tragedia familiare a Marina di Gioiosa Jonica: marito e moglie, angosciati per la morte delle loro due figlie, nate entrambe focomeliche e vissute pochissimo, si sono tolti la vita lasciando un ultimo, disperato messaggio: 'Non riusciamo ad andare avanti così. Perdonateci. Per le spese dei funerali ci sono tre milioni e mezzo in un libretto in banca. Salutiamo tutti e tanti baci a mamma*. I protagonisti di questa straziante vicenda sono il manovale Francesco Schirripa, di 42 anni, e Gioconda Gualtieri, trentunenne. Abitavano in una casetta un po' isolata, alla periferia del paese, ch'è a 120 chilometri da Reggio Calabria. Martedì scorso, al mattino, avevano detto ai vicini che si sarebbero recati in autobus a Catanzaro per affari e perché dovevano incontrare un medico. Sarebbero rientrati in treno. Da quel momento non sono stati più vlsti.Sono passate le ore, è venuta sera e poi notte. L'indomani mattina, nella piccola frazione, sono cominciate a circolare voci allarmate: dov'erano finiti Francesco e Gioconda? Qualcuno, interrogato, ha detto di non averli visti salire sul pullmann per Catanzaro. Allora, nella serata di mercoledì, i parenti si sono recati alla loro casa abbattendo la porta. Marito e moglie erano nella loro stanza e giacevano ormai cadaveri, sul letto matrimoniale, i corpi coperti di sangue. L'uomo, secondo una ricostruzione del carabinieri, nel pomeriggio del martedì aveva ucciso la moglie col suo fucile da caccia, sparandole alla nuca; poi aveva rivolto l'arma contro di sé, esplodendo due altri proiettili, uno del quali lo aveva raggiunto al viso. Probabilmente la decisione di morire era stata presa di comune accordo ma forse, all'ultimo momento, la donna si era ribellata, cercando di salvarsi: alcune ecchimosi e abrasioni riscontrate su un braccio della donna potrebbero far pensare che Gioconda Gualtieri abbia lottato a lungo, disperatamente, col marito. Sta di fatto che, sul comodino, bene in vista e posto sotto la sveglia, c'era il biglietto col tragico messaggio ai parenti. La coppia viveva discretamente, sia per il lavoro del marito, sia perché Gioconda aveva ereditato qualcosa da una zia. Ma la vita in comune era continuamente offuscata da un intimo, tremendo dramma, la morte delle loro due figlie, entrambe venute alla luce focomeliche e morte in un breve giro di tempo. Marito e moglie, disperati, si erano rivolti a parecchi medici, sia a Reggio Calabria che a Catanzaro. In un primo tempo le visite e gli esami avevano lasciato qualche speranza; poi, circa due mesi fa. era venuta la diagnosi più grave: qualunque figlio avessero messo al mondo esso sarebbe nato malato e, in pratica, già condannato. Probabilmente è stata questa consapevolezza a spingerli al suicidio. La loro prima figlia era nata attorno al 1968,. dopo una gravidanza difficile e un parto che aveva dato parecchie preoccupazioni. La piccola era stata giudicata distrofica e affetta da una encefalopatia congenita. Era stata curata in tutti i modi ma praticamente non aveva mai potuto lasciare l'ospedale. Nel 1975, quando aveva 7 anni era morta. Due anni più tardi Gioconda Gualtieri rimase nuovamente incinta. Stavolta la gravidanza fu del tutto normale ma quando venne alla luce un'altra fem¬ minuccia 1 coniugi Schirripa non tardarono a sapere che anch'ella era condannata dalla stessa terribile malattia che aveva colpito la primogenita infatti tre anni dopo la bimba mori. Francesco Schirripa e Gioconda Gualtieri non seppero rassegnarsi a questa seconda perdita. Ricorsero a nuovi medici, si adattarono a diverse cure ma il verdetto non consenti loro alcuna speranza per 11 futuro. I parenti di Gioiosa Jonica, che li vedevano spesso taciturni e avviliti, 11 avevano consigliati ad adottare un bimbo da un brefotrofio: «Lo fanno tante coppie che non possono avere figli. Perché non lo fare anche voi?*. Sembrava, ancora di recente, che a questa idea — quella di non poter avere figli propri — Francesco e Gioconda si fossero in qualche modo rassegnati. Invece, nel silenzio della loro casa, maturava il folle proposito di troncare per sempre con la vita. Quando martedì hanno annunciato che sarebbero andati a Catanzaro, nessuno ha sospettato che quello fosse un pretesto per non essere disturbati mentre mettevano a punto il loro piano: il conto in banca, il denaro liquido chiuso in una busta, mobili, indumenti, biancheria e suppellettili assegnati, con un biglietto col nome e cognome, a questo o a quel parente e, infine, le tre mortali fucilate che hanno squarciato il silenzio della campagna e che nessuno ha udito. Solo l'indomani, quando i parenti non li hanno visti arrivare con l'ultimo treno da Catanzaro, quando hanno saputo che non erano mai partiti il giorno prima col pullman, hanno intuito che 11 dramma si era già consumato. Enzo Laganà,

Persone citate: Francesco Schirripa, Gioconda Gualtieri, Gualtieri, Schirripa

Luoghi citati: Calabria, Catanzaro, Reggio Calabria