I «caschi verdi» della Siria stanno ritirandosi da Beirut

I «caschi verdi» della Siria stanno ritirandosi da Beirut Il loro posto sarà preso dall'esercito libanese I «caschi verdi» della Siria stanno ritirandosi da Beirut N08TRO SERVIZIO PARTICOLARE BEIRUT — I «caschi verdi» siriani se ne vanno da Beirut, e l'esercito libanese prende il loro posto. Il ritiro, annunciato un mese fa e poi rinviato nel timore che una partenza troppo brusca precipitasse la capitale libanese in una nuova guerra civile, è cominciato senza clamori la notte di giovedì. Si è trattato dapprima di uno scambio di consegne quasi simbolico: una ventina di soldati siriani di guardia all'edificio della televisione, nel quartiere cristiano di Hazmieh, hanno lasciato il posto a un drappello libanese. In seguito è cominciato 11 ripiegamento su vasta scala dalla periferìa Est di Beirut, abitata in maggioranza da cristiani che hanno accolto 1 soldati libanesi con evviva e lanci di fiorì. Questa prima fase dovrebbe essere completata entro domenica, dopo un colloquio organizzativo a Damasco fra i capi di stato maggiore dei due Paesi. In seguito si porrà il problema dell'ex centro commerciale, distrutto durante la guerra civile, e dei quartieri occidentali dove la comunità musulmana potrebbe accogliere con ostilità l'esercito nazionale, 1 cui ufficiali sono cristiani al 75 per cento. Esattamente 24 ore prima che 11 ripiegamento dei siriani cominciasse, il presidente libanese Elias Sarkis aveva rivolto un messaggio alla nazione proclamando i prìncipi sui quali si dovrebbe fondare una «intesa nazionale». In particolare, aveva sottolineato la necessità di una «cooperazione totale, con la Siria, condannato i patti di Camp David e ribadito che il «solo nemico» del Libano rimane Israele. Era quello che Damasco attendeva da lui. Per rinviare il ritiro delle truppe e coordinarne le modalità con le autorità di Beirut il governo siriano aveva posto infatti come condizione che il presidente Sarkis si adoperasse per favorire una riconciliazione tra libanesi. Sarkis ha dunque Intrapreso laboriose consultazioni con tutte le parti prima di rivolgere alla nazione un messaggio che i siriani sembrano aver apprez- zato. Dal modo in cui il ritiro procede, pare che Damasco accetti l'idea di un esercito libanese potenziato e ristruttu-. rato in modo da poter assicurare l'ordine almeno nella capitale e nei dintorni. I «caschi verdi» della forza di dissuasione araba erano entrati a Beirut nell'autunno, del 1976, riportando una parvenza di normalità dopo due anni di spietata guerra civile. Sin dall'inizio i siriani costituivano la grande maggioranza di un contingente che comprendeva però anche militari sauditi, sudanesi e di altri Paesi arabi. In seguito, però, questi erano stati richiamati in patria. Attualmente la Siria mantiene in territorio libanese 38 mila soldati la cui presenza, per certi aspetti indispensabile, suscita le crìtiche sempre più accanite dei cristiano-conservatori e pone a Damasco problemi economici e tattici non indifferenti. Gabriel Khoury

Persone citate: Damasco, Elias Sarkis, Gabriel Khoury