Rubò al Mausoleo la testa di Lenin di Lia Wainstein

Rubò al Mausoleo la testa di Lenin Bokov deride i miti dell'Urss Rubò al Mausoleo la testa di Lenin Nikolaj Bokov: «I nuovi torbidi owerossia le mirabolanti avventure di Vanja Cmotanov», ed. Jaca Book. pag. 79, lire 3000. Che sia ufficiale o invece costretta a un'esistenza clandestina o all'emigrazione, la satira del regime sovietico non ha mai smesso di manifestarsi. Ai pionieri Nadezda Bucinskaja (meglio nota sotto lo pseudonimo di Teffi) e Arkadlj Avercenko seguirono i grandi Zoscenko e Bulgakov. poi ancora Sinjavskij-Terz. il poeta Galle. Vojnovic, Vladimov e recentemente. Aleksandr Zinoviev. Quest'ultimo appunto presenta adesso ai lettori italiani una nuova recluta del genere satirico, Nikolaj Konstantinovlc Bokov. Il suo libro / nuovi torbidi è. secondo Zinoviev, una delle migliori opere della letteratura russa degli ultimi decenni. La storia di Bokov, che ha trentacinque anni, contiene molti degli elementi caratteristici per il destino dei dissidenti. Come Slnjavskij e Zinoviev, entrambi professori d'università e autori di opere satiriche, anche Bokov sembra dotato di una personalità complessa. Ha scritto finora due romanzi, uno filosofico-fantastico — La città del sole — l'altro, Nessuno. Dis-vangelo di Marija Dementnaja. inserito nel filone -alcolista' della letteratura clandestina, dei racconti, i saggi La filosofia d'un filosofo imputato (uscito in Russia cristiana nel 1975) e // contatto col Kgb come fenomeno psico-sociologico. L'attuale satira (il cui titolo, / nuovi torbidi, allude alla ismuta: torbido, termine usato in Russia per indicare gli interventi svedesi e polacchi e le rivolte contadine, avvenuti nella prima metà del Seicento) è un'impresa smitizzante portata al limiti ultimi della derisione. A differenza dei suoi predecessori, che si contentavano di criticare solo degli aspetti determinati del regime, qui in una settantina di esplosive pagine vengono sistematicamente aggrediti e distrutti i miti sovietici più sacri, finora tabù. Il responsabile di tanto scempio, Vanja Cmotanov. sarebbe stato un volgare ladro, se la sorte non gli avesse dato un'assoluta somiglianza con Lenin giovane. Fondandosi su tale caratteristica. Bokov contrappone le gesta di Cmotanov all'azione difensiva delle autorità. Impossessatosi al Mausoleo della testa di Lenin con l'intenzione di venderla a un collezionista, il ladro si accorge che -la santa reliquia-è fatta in parte di legno e cartone. Viene però tosto acciuffato dalla polizia perché è in corso un'ampia azione per trovare una nuova salma di Lenin. A questo fine, un migliaio di candidati sosia, riunito nel Palazzo dei Congressi, è sottoposto alla visita di un'apposita commissione. Dei due vincitori della selezione, che i medici del Cremlino si affrettano ad avvelenare, il primo a morire è il ladro. Cosi, mito e beffa diventano inscindibili: il 22 aprile (giorno in cui Lenin nacque) al Mausoleo -spinti ed esortati in continuazione dalle guardie che avevano ritrovato il loro buon umore, i visitatori cercavano di trattenersi un secondo di più per imprimersi bene nella memoria, per sempre, le care fattezze del più umano degli uomini, del più semplice e del più geniale; in una parola, le fattezze di Vanja Cmotanov: Lia Wainstein

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