Roman Polanski, regista per famiglie di Stefano Reggiani
Roman Polanski, regista per famiglie Roman Polanski, regista per famiglie «La realtà è diventata assurda, la gente cerca al cinema antiche certezze» - Perché le donne devono sempre subire - «La politica ha deluso i registi italiani» - Parla del suo processo in California per violenza a una minorenne ROMA — Polanski va alla finestra, spinge il suo viso appuntito nell'aria di Roma perturbata dal traffico, respira freddo e rumori, sembra che gli faccia piacere. E' rimasto uno dei pochi a ritenere che Roma sia «una vecchia, cara città storica; «una città d'Europa*. Una volta il profilo del regista polacco serviva ai biografi per tratteggiare il carattere del vizioso allarmante, del diabolico dalla maschera infantile, i suoi film {Rosemary's Baby, Per favore, non mordermi sul collo, L'inquilino del terzo piano) sembravano un'opportuna mescolanza di orrore e di sarcasmo. Adesso è a Roma al seguito di un film, Tess, che raccoglie Intorno al ritratto di una donna i sentimenti primari, l'amore soprattutto. «/I fatto è che il mondo è cambiato», spiega con ovvia saggezza Polanski. mLa realtà è diventata assurde per suo conto, inseguire l'assurdo nel cinema è diventato ridicolo. La Cina attacca il Vietnam, i cubani invadono l'Africa, un polacco è diventato Papa, la tv privata in Italia trasmette film pornografici. Solo pochi anni fa non avrei creduto a nessuna di queste trasformazioni della realtà». La reazione è che, almeno al cinema, la maggioranza del pubblico vuole fatti antichi e certi, vuole sicurezze che diano fiducia. E gli autori «capiscono che si tratta di una difesa comune', che il ritorno ai buoni sentimenti è un fatto naturale. Polanski s'inalbera al sospetto di non essere più un autore anticonformista, «io non faccio un calcolo di popolarità, quando progetto un film come Tess, mi viene spontaneo. Ma se ci rifletto, capisco che è l'unico modo per reagire all'assurdo del quotidiano. Sarebbe conformistico fare l'opposto'. Aggiunge anche che l'idea del film, tratto dal romanzo di Thomas Hardy pubblicato nel 1891 (Tess dei d'Uberville), non. è neppure nuova, l'aveva messa da parte aspettando il momento giusto. Sharon Tate, sua moglie, prima d'essere uccisa barbaramente dai seguaci di Manson, gli aveva dato 11 libro da leggere, chiedendogli: «C/te te ne pare? E' bello? Mi hanno proposto di interpretare la parte della protagonista nel film'. Dice Polanski: nNon so nemmeno con chi Sharon doveva fare quel film, ma il libro mi piacque. Tutta la grande letteratura dell'Ottocento è legata ai sentimenti fondamentali, adesso capiamo che solo coi grandi sentimenti ci si può esprimere'. Ma quell'amore oggi esiste? Sappiamo davvero cos'è? Polanski: 'L'amore ci fa paura. Sempre nei tempi insicuri l'amore ci fa paura. Io stesso, in qualche modo, ho paura dell'amore. Sono un ragazzo di guerra, ho sempre vissuto nell'incertezza. Cerchiamo al cinema anche le cose che non abbiamo'. E il cinema, dandoci le cose che non abbiamo, ci consola o ci inganna? Polanski: 'Non credo all'ir^ iuenza negativa del cinema. Per esempio, il ci¬ nema violento non crea i violenti. Nei punti caldi della terra, dove c'è guerra e crudeltà, non c'è nessun cinema che insegna alla gente a essere cattiva. E nello stesso tempo penso che il cinema sia un'arma ideale per conquistare il pubblico. Lo diceva anche Lenin. Per merito di Lenin ho fatto una buona scuola di cinema a Lode, in Polonia». Dice che adesso è completamente occidentale, nel senso di completamente europeo. Sopporta con piacere i vizi e 1 difetti del vecchio continente: 'Non sei mai realmente libero nel fare un film, paghi il prezzo alla produzione, alla macchina industriale, ma all'Est è peggio. In Polonia uno come Wajda può imporre qualche condizione, ma gli altri registi, i giovani, sono dei piccoli e cinici arrivisti, per forza di cose'. Polanski richiude la finestra e spiega la sua interpretazione dei sentimenti: -Si capiscono meglio attraverso le donne. I personaggi femminili cerne Tess sono scoperti e chiari, ci aiutano a comprendere. Gli uomini sono stati abituati troppo a lungo a dissimulare i sentimenti'. Cosi il nuovo sentimentalismo poggia sulle donne. Informa Polanski: «/{ fatto di essere sentimentali rende le donne vulnerabili, deboli. C'è un gioco delle parti, dei ruoli, nell'amore. Lo so, le donne sono polemiche contro i ruoli, ma io credo che sarebbe una sciocchezza pretendere di modificare un'evoluzione culturale durata millenni. I discorsi femministi sono aberranti'. Che cos'è Tessi Chiarisce: 'Un film per famiglie: E' la storia di una ragazza di campagna violentata dal suo pretendente. Fugge, si sposa, ma la violenza del principio la seguirà sino all'ultimo armandole la mano per un omicidio. Polanski puntualizza: «Le donne non sono inferiori, mi guarderei dal dirlo, sono differenti. Sono deboli e subiscono, violenza, ma ogni società ha sempre condannato lo stupro. Quasi sempre. Penso alle società contemporanee in Africa e in Asia che tagliano il clitoride delle bambine perché non possano godere del sesso da grandi. E' infame, eppure ci sono popoli che lo ritengono un fatto naturale. Milioni di persone che mutilano le donne. Al confronto, noi in Occidente possiamo forse sentirci un poco alleggeriti per le nostre colpe. Almeno abbiamo accettato il principio che le donne debbono godere. Anzi, il fatto non ci dispiace'. Polanski sorride all'Occidente con indulgenza. Forse è 11 momento di parlare dell'America. Ha un processo in corso per violenza a una minorenne. 'In California si considera violenza ogni rapporto consensuale con una donna minore di diciotto anni. Una viene con te, poi ti denuncia. Naturalmente capita raramente, tutta la California maschile dovrebbe essere in carcere. Uno dei rari casi è capitato a me. Tornerò in America perché questa triste storia sia chiarita anche in tribunale. Ma non desidero lavorare in America, è un'aria poco sana». Ha In mente un film leggero, comico, avventuroso. E naturalmente sentimentale. Riflette: «/resisti italiani della mia età, dell'età di mezzo, sono in crisi perché hanno paura di apparire apolitici. La loro fede politica li ha delusi e tuttavia li trattiene'. Offre questa meditazione: 'Tolstoj era un grande, e si occupava soprattutto delle persone, dei sentimenti fondamentali, anche luU. Stefano Reggiani
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