Il 63 per cento dei negri rhodesiani ha votato per il leader marxista Mugabe di Mario Ciriello

Il 63 per cento dei negri rhodesiani ha votato per il leader marxista Mugabe Vincitore oltre le previsioni, è premier del nuovo Zimbabwe Il 63 per cento dei negri rhodesiani ha votato per il leader marxista Mugabe DAL NOSTRO CORRISPONDENTE LONDRA — Dopo quasi un secolo dì amministrazione bianca o semibianca, la Rhodesia comincia una nuova vita, con un leader negro, Robert Mugabe, scelto da ben il 63 per cento della popolazione. E' stato un trionfo, quasi un plebiscito. Lord Soames, il governatore britannico, ha già affidato a Mugabe l'Incarico di formare il primo governo dello Zimbabwe, ovvero dello Stato sovrano e indipendente che succederà entro marzo alla Rhodesia. Il quesito è adesso: quale sarà 11 futuro dello Zimbabwe sotto questo risoluto premier «marxista»? La vittoria era pressoché certa, se non altro perché Mugabe ha le sue radici etniche e politiche tra i Shona che costituiscono l'80 per cento dei neri rhodesiani. Ma a Londra e in altre capitali si sperava in un successo più moderato, più circoscritto, che imponesse a Mugabe vasti compromessi sia con i leaders negri meno ideologizzati sia con la minoranza bianca. Cosa si paventa? Che Mugabe profitti della sua superiorità politica, del suo carisma, del suo prestigio per fare dello Zimbabwe uno Stato veramente «marxista», nel senso più ortodosso della parola. Si teme che nazionalizzi terra e Industrie, che costringa i 260.000 bianchi ad andarsene. E ancor più si teme che lo Zimbabwe diventi una «base di guerriglia» contro il Sud Africa, che accolga «consiglieri» cubani o tedeschi dell'Est, che permetta a Mosca d'inserirsi nell'Africa australe, cosi come s'è inserita nello Yemen del Sud e in Etiopia. Sono ansie comprensibili e legittime, gli statisti hanno l'obbligo di guardar lontano, di eccedere talvolta nel pessimismo. Il ministro britannico degli Esteri, Lord Carrlngton, l'uomo che ha finalmente eliminato dal contenzioso internazionale il problema Rhodesia, ha dichiarato alla Camera dei Lords: «Le concilianti di¬ chiarazioni pronunciate da Robert Mugabe subito dopo la sua vittoria sono motivo di soddisfazione e di speranza. Ma soltanto quando vedremo ciò che avverrà nel nuovo Zimbabwe, sapremo se gli sforzi di questi mesi sono stati coronati da successo». Allo stesso tempo, però, il catastrofismo non trova molti seguaci, il «marxismo» del neo-premier non spaventa tutti. L'ex-premier bianco Ian Smith ha detto: «Conosco bene Mugabe: e in realtà è un pragmatista. Ho fiducia nel futuro». Poche cifre giganteggiano su questa pagina di storia. Lo. Zanu (PF) di Mugabe ha conquistato il 62,9 per cento del suffragio africano; il Fa triotic Front (PF) di Joshua Nkomo, il 24,1; l'Uniteci African National Council del vescovo Abel Muzorewa, l'8,2 per cento. Il restante 4,8 è finito sprecato, tra diversi movimenti neri. Mugabe ha pertanto ottenuto 57 seggi; Nkomo, 20; l'ex-premier Muzorewa tre soltanto. Gli altri 20 dei 100 seggi parlamentari erano riservati alla minoranza bianca. Personaggio complesso, poliedrico, inafferrabile, questo nuovo astro della scena africana. Robert Gabriel Mugabe è nato 55 anni fa. figlio di un povero falegname di un povero villaggio. Educato a una scuola cattolica, si rivelò presto studente eccezionale: ammesso all'università sudafricana di Fort Hare ha conseguito due lauree. Giovanissimo ha abbracciato il marxismo. Colto, elegantissimo, affabile, Mugabe è considerato dai falchi dello Zanu un marxista all'acqua di rose. Le sue prime dichiarazioni ieri sono state un modello di moderazione. Lo Zimbabwe sta per cominciare il suo difficile viaggio. Dopo anni di sangue, dopo 20 mila morti, sette milioni di negri devono convivere pacificamente con 200.000 blan- chi Mario Ciriello ZAMBIA KARIBA SAUSBURY| IL RHODESIANI **^\_ mBULAWAYO J;SS ICA?