Addio alla vittima di un amore

Addio alla vittima di un amore I funerali di Romana Tardito Corgiat, uccisa dall'ex amante che poi si è suicidato Addio alla vittima di un amore A Rocchetta Palafea - Dietro la bara, il marito, i figli, i genitori - Confuso tra la folla anche il giovane innamorato - Brevi parole del parroco: «Ricordiamoci che sacro è il vivere e il soffrire; sacri anche gli errori di fronte a Dio» Il dramma di Romana Tardito Corgiat, la donna uccisa venerdì pomeriggio dal proprio ex amante che poi s'è tolto la vita, ha avuto ieri il suo epilogo: il saluto del pochi abitanti del paesino dell'Astigiano che lei, adolescente aveva lasciato con i genitori 35 anni fa. Rocchetta Palafea, poche case in un paesaggio di colline, ha dato a Romana l'addio. Una giornata piena di sole e di vento. profumi dell'Imminente primavera, lenzuola stese a finestre e balconi: la bara di legno chiaro, portata a spalle da parenti ed amici, ha raggiunto la chiesa seguita da una cinquantina di persone. Gente venuta da Torino, ma, soprattutto, persone del posto: anziani amici dei genitori che sono ormai tornati da qualche anno al paese, uomini e donne semplici, berretti In mano, fazzoletti annodati. La cappella, intitolata a Sant'Evasio. aveva pochi mazzi di rose sull'altare maggiore e candele accese. Corone di familiari ed amici, un cuscino di rose rosa ed orchidee viola sulla bara, sguardi contriti ed in certi momenti forse anche un po' Imbarazzati. Il' marito di Romana era nel primo banco con i figli e i suoceri: occhi senza lacrime che indugiavano su quei fiori pallidi, su quel legno lucido. -Non abbiamo molte parole da dire di fronte a questa tragedia — commenta il parroco nel breve discorso funebre — tanto è già stato detto e scritto e di¬ scusso. Ricordiamo soltanto che. per chi crede, sacro è il vivere ed il soffrire. Sacri sono anche gli errori di fronte a Dio: la fede deve farci guardare, attraverso le cose, in una società che spesso dimentica l'invito divino alla comprensione ed al perdono*. C'è, tra la gente che riempie le navate dove piove la luce di due finestroni, un giovane con il capo chino: bruno, un soprabito con colletto di pelliccia, le braccia conserte. E' Nicolò Sinatra, l'innamorato di Romana Tardi- to li giovane con cui questa donna desiderava fermare il tempo che fuggiva. Sembra vinto: ha 22 anni, troppo pochi, forse, per vivere la tragedia che lo ha travolto. Si esce nel vento che scuote i fiori delle corone. Lento 11 corteo si snoda lungo la via principale: una trentina di metri ed 11 paese è già alle spalle, si cammina tra le siepi verso il piccolo cimitero. I genitori di Romana Tardito sono sorretti dai parenti: il passo Incerto di chi sta per soccombere alla stanchezza. Un'ultima benedizione, un ultimo saluto, le ultime lacrime. SI chiude, sui volti addolorati della gente che torna piano piano al paese, questa storia d'amore e di morte: li tramonto, scende, sereno, sulle colline. Nicolò Sinatra (in fondo, col collo di pelliccia) segue la bara della donna amata - Nell'altra foto i genitori della vittima