Accusa della Fiat a uno dei 61 licenziati «Introdusse in fabbrica un capo delle Br»
Accusa della Fiat a uno dei 61 licenziati «Introdusse in fabbrica un capo delle Br» Episodi sempre più sconcertanti emergono dalle «memorie» di udienza Accusa della Fiat a uno dei 61 licenziati «Introdusse in fabbrica un capo delle Br» Il presunto terrorista è Mario Dalmaviva, in carcere a Palmi - L'azienda, respingendo la richiesta di danni avanzata dall'operaio, gli chiede un risarcimento di undici milioni Quanti dei licenziati Fiat potranno rientrare in fabbrica? E quando? La risposta non si avrà a tempi brevi. Quella che fino a ieri era un'impressione, 6 diventata certezza con 11 deposito della seconda memoria Fiat. Da un lato, infatti, la presentazione del ricorsi individuali procede con estrema lentezza (finora si sono rivolti alla pretura del lavoro 15 del 61 operai, dieci difesi dal collegio legale alternativo e cinque patrocinati dagli avvocati della Firn), dall'altro le udienze già fissate slit- te ranno di alcune settimane perché l'azienda non si limita a sostenere le accuse, ma contrattacca, chiedendo 11 risarcimento del danni al ricorrenti (la cosiddetta «riconvenzlonale») e invitando 11 pretore a fissare una nuova data per il processo. Altri giorni passeranno quindi prima di arrivare al nocciolo del problema, cioè se sono veri e dimostrabili o no gli addebiti, mentre continua a gravare sul licenziati l'ombra di un sospetto più grave: la responsabilità penale. Su questo aspetto, dopo tanti silenzi, è auspicabile che la procura della Repubblica faccia chiarezza al più presto. Ma veniamo alla seconda memoria presentata ieri dai legali Fiat, relativa a un processo individuale che si doveva discutere il 13 marzo davanti al pretore Violante. Nel documento, di 34 pagine, si ripropongono tesi note e, respingendo la richiesta di reintegrare l'operalo e di versargli cinque mensilità, si sollecita invece, da parte sua, un risarcimento danni minimo di circa undici milioni e mezzo. Riprendendo quanto sostenuto nella prima memoria, nei due processi d'urgenza e In quello per «comportamento antislndacale>, l'azienda ribadisce che: 1) li licenziamento non valido sul plano formale può essere revocato; 2) il provvedimento disciplinare, nel caso specifico, poteva essere rinnovato (licenziamento bis); 3) la nuova sanzione è stata tempestiva, anzi contemporanea alla revoca della precedente. La lettera di sospensione era sufficientemente motivata e l'interessato poteva chiedere un incontro all'Anima. Sulla controversia specifica si afferma che il dipendente, collaudatore della Carrozzeria Mlraflorl, -interrompeva frequentemente il lavoro*, perché riceveva visite di coileghi provenienti da varie parti dello stabilimento o si recava in altre officine; che *il padre del ricorrente ebbe a chiedere a molti operai di intervenire presso il figlio per indurlo ad abbandonare amicizie politiche pericolose* ; che 11 lavoratore Introdusse nello stabilimento persone estranee «od esempio il signor Mario Dalmaviva* (n.d.r. attualmente in carcere a Palmi con l'accusa di far parte del vertice delle Brigate rosse). I fatti addebitati sarebbero venuti a conoscenza della direzione del personale solo successivamente perché «a causa del clima esistente in alcune aree dello stabilimento, era venuto, meno il normale meccanismo disciplinare*, n pretore per ora non ha ancora fissato la nuova data dell'udienza. Francesco Bollo
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