Gaetano Caltagirone accusato di aver esportato cinque miliardi di Silvana Mazzocchi

Gaetano Caltagirone accusato di aver esportato cinque miliardi Un altro procedimento contro il costruttore romano Gaetano Caltagirone accusato di aver esportato cinque miliardi Ha girato assegni per questa somma a un uomo d'affari siriano, creatore di una decina di società di esportazione - Portato all'estero anche denaro dell' falcasse - Il giudice istruttore Luigi Gennaro ha deciso di formalizzare il processo ROMA — E' un boomerang inevitabile e ormai in cammino. L'Italcasse, feudo de ex-finanziatore dei bancarottieri Caltagirone, la stella che per anni illuminò con il pubblico danaro le discutibili attività dei fratelli-costruttori, si va tramutando in una buccia di banana che li travolgerà in un capitombolo giudiziario. L'inchiesta sui «fondi bianchi» I tal casse si avvia a conclusione tra lungaggini e dissensi, gli atti del processo viaggiano tra l'Ufficio istruzione e la Procura, il Consiglio Superiore della magistratura si occuperà della gestione che i giudici romani hanno fatto dell'intero affare e le nubi si addensano sul capo del latitanti di lusso. Come se non bastasse, ora sembra che lanche 1 creditori delle ventinove società dei fratelli, dichiarate fallite, potrebbero chiedere il risarcimento chiamando a prova del danno subito le «regalie» che uomini politici e beneficiati di ogni risma hanno ricevuto dai Caltagirone prima del crack. Intorno a questo già fosco futuro giudiziario, corre parallelo un processo «inedito», quello contro Gaetano Caltagirone per una presunta esportazione di valuta (cinque miliardi dei quali una fetta proveniva probabilmente dall'Italcasse, era cioè danaro pubblico). E' una storia ancora tutta da raccontare ed ora in parte ricostruìbile. Anche in quest'occasione, Gaetano Caltagirone aveva potuto contare sulle amicizie nella Procura romana che già in passato avevano permesso l'assoluzione della famiglia. Infatti, nel settembre scorso, il sostituto Maurizio Pierro ne aveva chiesto il proscioglimento, ma il parere non fu accolto e il giudice istruttore Luigi Gennaro ha formalizzato il processo. Ecco la cronaca di questo capitolo dell'affare che per una certa frangia si intreccia con il caso Italcasse. Il trafflchiere al quale Gaetano Caltagirone girò assegni per cinque miliardi è Albert Shammah, un siriano sulla sessantina che operava a Milano, creatore di una decina di società immobiliari e di «import-export». Shammah in passato aveva avuto a che fare con l'ufficio cambi, con la polizia valutaria e con quella tributaria. Adesso qualsiasi tentativo di rintracciarlo è stato vano (già mesi fa sia a Shammah che a Gaetano Caltagirone erano state inviate comunicazioni giudiziarie per esportazione di valuta). Sembra che Shammah viva in Svizzera, a Ginevra, perché, «ufficialmente», teme i sequestri di persona anche se sua figlia, ragazza già adulta, se ne sta tranquillamente in Italia. Shammah dovrebbe essere interrogato dal giudice Gennaro ed è il nodo principale di questo processo. A nome di Shammah, Gaetano Caltagirone versò assegni per cinque miliardi lire; furono moltissimi, ciascuno per decine di milioni. Gli assegni furono negoziati sull'Istituto bancario di Milano, ma anche presso altri istituti, tra il 1975 e il '76 per la maggior parte. Uno però interessa soprattutto il giudice Gennaro ed è un assegno di 74 milioni passato su una cassa di Risparmio (tutte sono riunite nell'Italcasse) dopo il novembre '77, cioè in seguito alla nuova legge valutaria. Il particolare ha interessato il giudice perché, sospettando che dietro alle somme elargite a Shammah si nasconda un ingente traffico di valuta, l'assegno di 74 milioni diventa l'unico attraverso il quale potrebbe essere possibile risalire alla prova del reato. Per i precedenti infatti, la nuova legge valutaria (varata per facilitare il rientro di capitali eventualmente esportati), avrebbe potuto costituire una specie di sanatoria. Ora il giudice Gennaro ha disposto una serie di controlli bancari negli istituti milanesi e 11 fascicolo di cui si sta occupando interessa ormai anche i giudici fallimentari che hanno lavorato alle società dei Caltagirone. Contemporaneamente, tramite polizia, il magistrato ha tentato in tutti i modi di rintracciare Albert Shammah, ma finora senza successo. Silvana Mazzocchi Lettera al direttore

Luoghi citati: Caltagirone, Ginevra, Italia, Milano, Roma, Svizzera