Trecentomila torinesi (sindaco compreso) a letto con febbre, tosse, mal di stomaco
Trecentomila torinesi (sindaco compreso) a letto con febbre, tosse, mal di stomaco Trecentomila torinesi (sindaco compreso) a letto con febbre, tosse, mal di stomaco La primavera s'avvicina. La temperatura s'innalza e s'abbassa: arriva a dodici, anche quattordici gradi nelle ore più calde dopo mezzogiorno, scende rapidamente a poco più di tre gradi nella notte. Sono i capricci del tempo nel periodo di trapasso da una stagione all'altra. Per 1 torinesi sono capricci che si pagano con raffreddori, bruciori di gola, tossi, bronchiti. Dicono all'Ufficio di igiene della Provincia: «Queste malattie da raffredamento. con sintomatologie simili a quelle dell'influenza, hanno colpito circa il 20 per cento della popolazione. Sono numerose le assenze per malattia registrate nei posti di lavoro come nelle scuole». Nessuna preoccupazione, perà. Non è un virus influenzale, «a/meno finora nessun virus di questo tipo è stato isolato». Quindi non è una vera e propria epidemia. Tuttavia gli sbalzi di temperature, le disattenzioni di chi esce da un ambiente caldo e si ritrova al freddo senza coprirsi abbastanza, l'imprudenza favorita da questa falsa primavera, stanno costringendo a letto, o almeno a rimanere in casa per precauzione, quasi trecenlomila torinesi, tra adulti e bambini. Anche il sindaco è a letto con la febbre. Due sono le sintomatologie più diffuse. La prima è una forma di tipo gastroenterico; nella media dei casi, non dà che poche linee di febbre, ma provoca crampi allo stomsco e alla pancia, dissenteria, un senso di spossatezza e di indolenzimento diffuso. Due o tre giorni, e quella che impropriamente si definisce «influenza» è già passata. La seconda invece è una tipi- ca malattia da raffreddamento con complicazioni alle vie respiratorie e bronchiali. C'è chi ha la faringite o la laringite, chi accusa tosse e catarro, segni riconoscibili di una forma bronchiale. La febbre c'è. Arriva strisciante, con i primi sternuti ed il naso arrossato. Sale subito a 38 gradi e nella maggior parte dei casi non esita a raggiungere i 39. anche i 40 gradi. Il letto diventa una necessità. In media dura cinque o sei giorni, ma lascia strascichi di debolezza e una certa propensione alla ricaduta. Occorre restare qualche giorno in più a casa, anche quando la febbre è scomparsa. Sono vittime di questo cambio di stagione anche coloro che si erano premuniti con un vaccino anti-influenzale. «Questo serve esclusivamente — sostiene 11 medico — contro i ceppi dell'influenza, non contro queste forme sporadiche di malattie da raffreddamento che sono la caratteristica attuale». Perciò la difesa dal virus non è una barriera, raffreddore o bronchite o dolori gastro-Intestinali possono colpire lo stesso e ci si ritrova ammalati di «influenza» quando si credeva ormai di esserne immuni. Non ci sono complicazioni gravi, di solito, e almeno in questo la malattia di stagione non è drammatica. Noiosa, si. Perché è questo il periodo in cui si sono ormai persi i benefici delle vacanze, il fisico è spossato dalla routine quotidiana e l'orizzonte delle ferie è ancora troppo lontano. Ma il malanno è breve, al più una settimana, dieci giorni. Lascia un pallore'esangue. una stanchezza che rende svogliati. E si pensa con maggior desiderio a una bella e dolce primavera.
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