Orco e apocalisse di Guido Ceronetti

Orco e apocalisse CONFUSIONE TRA BENE E MALE Orco e apocalisse Chi s'intende di film brutti, non avrà bisogno che gliene raccomandi due, attualmente circolanti: Ogro di Gillo Pontecorvo. Apocalypse now di Francis Coppola. Da parecchi anni i film sono brutti, ma qualcuno, prima di essere dimenticato, merita per il suo speciale brutto una certa attenzione. Certo, è difficile si pigli un 'qualche piacere a veder sgranarsi quelle immagini confuse e a sentire parole così vuote, ma io ne ho provato uno molto interiore e interessante, il piacere di sentirmi diverso, semjpx più invischiato nella passione morale (l'insensibilità morale è il sintomo più grave della vanificazione di un essere umano) mentre là. Spagna o America, Euzkadi o Vietnam, non ne filtra un barlume, e questo fa la particolare bruttezza dei due film in questione. Il loro argomento la esigeva assolutamente. ' * * Il primato del brutto è di Apocalypse. Quel Coppola, nell'effetto //' ripugno, non' manca di bravura. Una gelatina decomposta di umanità crctinizzata: l'uomo non mi piace, ma a Coppola non credo. Non è violenza quella: è cretinismo travestito da violenza. Fate venire Tiglat-Falasar, Ezzelino, Timur-Lenk, Ivan Grozny, Ludendorff, Pancho Villa, e i veri Westmoreland e Giap, vedrete che cos'è violenza. Un pugno è anche oggi una cosa seria: ma lì non c'è che il ripugno. Quell'apocalisse è di cioccolatino. E perché now? Forse vuol dire: per ora, dobbiamo accontentarci del sigillo saltato della Cretinità. L'angelo ha fatto saltare il sigillo Numero Uno ed ecco il cavaliere Cretinità scagliarsi sulle città mentali indifese. Cretinità è tremendo, Fame e Peste sono carezze al confronto. Speriamo in una Apocalypse to-morrow, in cui saltino sigilli migliori Film come questi almeno non ne vedremo. Se il film di Coppola pretende di essere una testimonianza sulla guerra vietnamita, sarà bene gridare al falso testimone. E' soltanto un bieco film commerciale di avventure, con del Conrad deturpato sullo sfondaccio, in cui compare alla fine, tra i tam-tam e le uri, un costoso cranio nudo: la spettrale esibizione di un Marion Brando ipotetico. Resta nella memoria una collezione di brutte facce di scatófaghi bianchi e neri che delirano e sparano, senza ordine né disordine, contro gli inafferrabili, e naturalmente gialli. Vietcong. Ridiamo, e ci salveremo. Meno brutto è Ogro. Ma Gillo Pontecorvo non è certo un cretino. Finora anzi era uno dei rarissimi, in questo cinema di morte, ad aver tenuto nel rigore e nella dignità. Ideologia di sinistra, però guardinga e intelligente, misurata sull'umano, non cretinificata dall'utopia. Con Ogro mi pare abbia perso di vista il suo meglio. Qui ci voleva una passione morale più forte dell'ideologia. Purtroppo, nessuna traccia. Nelle imprese del terrorismo basco Operación Ogro fu chiamato l'assassinio dell'ammiraglio Luis Carrero Bianco, capo di uno degli ultimi governi spagnoli dell'epoca di Franco e uno dei primi di transizione (dal giugno 1973 alla morte). Era composto di militari, tecnici e Opus Dei La sigla che lo assassinò a Madrid il 20 dicembre 1973 è da tredici anni l'incubo della Spagna: Età (Euzkadi ta Axka(ostina: Paese Basco e Libertà). una delle più importanti collezioniste di omicidi del mondo. Essere stato ventidue anni ministro di Franco non basta a fare di Carrero un mostro degno di saltare in aria per una spropositata carica di tritolo: bisogna giudicare persone che agiscono responsabilmente, non delle ombre rese malvage da un'idea ossessiva. Un terrorista non attenta mai ad un uomo: questo gli rende straordinariamente facile il crimine. E Carrero come simbolo astratto è una pipa da tirasegno. Ma esiste un tipo singolare di sofista, a me molto vicino, che ama la giustizia e per cui Carrero è innanzitutto un uomo. Salvador de Madariaga. che terminava il suo monumentale saggio storico Espana poco prima dell'attentato, lo giudica negativamente, come uomo del regime e suo continuatore, senza per questo condannarlo a morte. Anche Fraga Iribarne fu ministro di Franco; anche Adolfo Suarez. al quale deve molto la nuova democrazia spagnola. Nella glaciale His'oria de Espana di Ramon Tamames (Alfaguara 1979. t. VII) si accenna a contatti che Carrero • o ebbe con l'opposizione in vista del ripristino costituzionale. Non si vedono chiari motivi per una condanna a morte: il sangue versato con premeditazione è assente. Pontecorvo non sceglie tra la pipa e l'uomo: e a vedere Ogro direi che se dovesse rompere questa triste neutralità la romperebbe, ghermito dalla tenaglia ideologica, nel senso della pipa. Ma già la semplice indifferenza è pipa. Il tentativo per verniciare di giustificazione il crimine dell'Età con qualche sequenza di fiacche repressioni tardofranchiste persuade poco, se si pensa che sull'altro piatto c'è, molto più vivace, l'esplosione di Calle Coello che uccide con la sua scorta l'uomo rigido e solitario all'uscita dalla chiesa dei gesuiti. Sono tentato di confrontare l'attentato di Madrid con un altro tiro alla pipa. A Firenze, trent'anni prima, fu decisa e compiuta dal Cln l'uccisione di Giovanni Gentile, filosofo, e anche lui ministro di un regime • agonizzante, in passato. Abbiamo ufficializzato la tesi dell'azione di guerra, ma un refrattario alle morali d'ufficio definirà piuttosto quell'atto come un turpe assassinio. Il torto innegabile e capitale di essere discepolo di Hegel non era soltanto di Gentile, hegeliano di destra, ma anche di quelli che lo vollero morto, hegeliani di sinistra di ascendenza crociana. S'intravede un odio di correligionari su una sponda opposta. Io mi sarei limitato a sopprimere l'accoppiamento genti Unno di filosofia e storia nell'insegnamento liceale, lasciando vivere il suo autore, che non aveva versato il sangue di nessuno. Gentile, con la sua grande pancia, poteva sembrare un orco: fortis tamquam orcus dice Petronio di un soldato; la giustizia ideologica lo degradò da filosofo a pipa di Luna Park. Neppure Carrero Bianco mi risulta essere stato un orco divoratore: ma che cosa spinge il fanatico politico a vederne tanti? E subito, ha pronta la graticola per arrostirli a tradimento, in casa o sulla via pubblica, da cui la civiltà ha tolto l'indecente forca. Di solito, i veri orchi sono lasciati in pace e muoiono tra le più affettuose cure. Non so che cosa Pontecorvo pensi dell'uccisione di Gentile (che non fu certo approvata da tutti i capi della Liberazione, quantunque siano mancate coraggiose dissociazioni pubbliche): se però la considerasse una legittima azione di guerra, l'esecuzione di Carrero, nep-' pure filosofo, anzi ammiraglio e alter ego di Franco, dovrebbe apparirgli come il sole di Austerlitz. ★ * Leggevo in un'intervista sul giornale di Scalfari (parlava una clandestina basca) che il film di Pontecorvo non è piaciuto all'Età. Non gli do torto. Sia l'Età da una parte, che la coscienza morale dall'altra, lo richiedevano di uscire dall'ambiguità. Pontecorvo tende molto svogliatamente la mano ai terroristi (o forse non la tende, o la ritira tendendola), mentre dell'ammiraglio, che non trova ragioni per condannare a morte, registra passivamente l'eliminazione. (Questa parola, che appare in una didascalia del film, è già linguaggio complice). Le sue simpatie vanno decisamente all'omino probo delle Comisiones Obreras ormai sulla via della legalità, e attraverso di lui sembra giudicare non empie, ma inutili e pericolose per la buona causa, le imprese di sangue dell'Età. La tesi dell'inutilità del terrore è caratteristica di tutta l'ideologia di sinistra che si dichiara contraria a spargimenti di sangue e altre fastidiose illegalità, ed è piuttosto abbietta. E' a posto con la legge civile, ma la vittima è più che mai orco e pipa: tuttavia non era opportuno metterla sulla graticola o fracassarla, perché nocivo al movimento. C'è più moralità nel terrore. E poi perché inutile ? Se il criterio di giudizio è l'utilità, l'assassinio di Carrero potrebbe essere stato utilissimo, avere accelerato la transizione. E sparare a Gentile, un bel monito per i filosofi. E far saltare il «King David» a Gerusalemme, utilissimo a indurre gli inglesi ad andarsene. E la strage di Monaco, un toccasana per i palestinesi. E uccidere Moro, aver agevolato misteriosi piani per un migliore futuro. Senza contare l'utilità contraria: l'assassinio di Moro, secondo i pareri più autorevoli, ha rafforzato straordinariamente le istituzioni. In un certo senso, lo dico sottovoce, è sempre utile la morte di un uomo; perciò non voglio sapere a che cosa serve l'ucciderlo. Quel che voglio sapere è se è giusto o ingiusto che sia fatto morire. L'ideologia è ciechissima: non sa che l'utilità è molto più impenetrabile della giustizia. Ma la condizione assoluta per innalzarsi al pensiero della giustizia è l'abbandono dell'ideologia (di destra o di sinistra, poco importa). Come si conclude Ogro? Il più fanatico del gruppo (magro, pallido, delicatamente ottuso) muore di pallottola difensiva, ma in un confortevole ospedale, dopo avere con intrepida vigliaccheria colpito alle spalle due guardie civili (altre pipe) che stavano discutendo di film di Pontecorvo, e nel suo farfugliare agonico mi pare sia stato messo qualche dubbio sulla natura angelica dei bagni di sangue a cui lo ha spinto la sua passione mazziniana per ['Euzkadi. Nessuno, del resto delia banda, che ha ormai deciso di dedicarsi ad opere piamente legali (ha prevalso la tesi sublime dell'inutilità) riceve alla fine la grazia di un castigo, e qui siamo alla realtà storica, purtroppo: nessuno di loro fu preso, e secondo Ramon Tamames lo stesso governo che ne era stato vittima avrebbe fatto del suo meglio per evitarne la cattura. Succede Arias Navarro, e dell'uomo fatto in briciole il ricordo svanisce subito. ' Un interessante processo avrebbe potuto farlo all'Età, da uomo a uomini, Gillo Pontecorvo, se avesse avuto più passione morale che confusione ideologica sul bene e sul male, sull'utile e l'inutile, e non facendolo ha perso una bellissima occasione per essere insieme artista evocatore di un evento tragico e uomo giusto, che non tollera di vedere trasformati altri uomini in pipe da bersaglio. Forse l'Età avrebbe visto anche in lui un orco. Guido Ceronetti

Luoghi citati: America, Firenze, Gerusalemme, Madrid, Pontecorvo, Spagna, Vietnam