Non uno ma più giudici per i processi scottanti

Non uno ma più giudici per i processi scottanti Nostra intervista al Procuratore Capo di Roma, De Matteo Non uno ma più giudici per i processi scottanti «Occorre contrapposizione di idee» - «Il caso Caltagirone? Sì, è la situazione più delicata in cui mi sono imbattuto» - «Le critiche di Vitalone sono affari suoi» - Il documento dei 36 sostituti? «È nato dal polverone della stampa» ROMA — Mentre parte l'inchiesta del Consiglio Superiore sulla giustizia romana, la Procura della Repubblica gioca d'anticipo e inaugura un nuovo sistema di lavoro che ha il sapore della mediazione. I processi più delicati saranno da oggi gestiti collegialmente da gruppi di magistrati esperti nelle varie materie e idonei a garantire indipendenza dai gruppi di pressione politici ed economici. L'iniziativa è un compromesso e non è detto che riesca nell'intento, ma mira ad evitare che in futuro, come in passato, si concentrino nelle mani di un solo giudice «di fiducia* i fascìcoli che scottano. Una prassi che ha portato la Procura allo sfascio con il «caso Caltagirone» di cui ora si apprende un altro capitolo che conferma la tendenza dell'ufficio ad assolvere i fratelli. L'atteggiamento di benevolenza adottato dopo il crack ha Infatti un clamoroso precedente: cinque mesi fa la Procura chiese il proscioglimento dei costruttori romani dall'accusa di esportazione di valuta per cinque miliardi. Giovanni De Matteo, 67 anni, procuratore capo dal novembre '76, accetta un colloquio su questo e su altri temi suggeriti dal documento che 36 magistrati dell'ufficio hanno Inviato al Consiglio Superiore per invocare un'indagine che faccia chiarezza sulla gestione dell'ufficio. In dieci anni la Procura ha vissuto più di una rivolta, ma lo schieramento dei sostituti è una novità. •E' naturale che a Roma, dove si trattano processi di enorme rilevanza politica, economica, intemazionale, finanziaria, sorgano polemiche, discussioni e talvolta anche contrasti. Il processo è dialettica, contrapposizione di idee, di tesi. Quando intervengono turbamenti estranei determinati dalla politicu o meglio dagli interessi politici ed economici, allora la fisiologia diventa patologia, con impennate e ripercussioni dall'esterno che danneggiano'. E il documento dei suoi 36 sostituti? • E' nato dal polverone causato dalla stampa intorvo al caso Caltagirone. Insomma quel documento dice: facciamo luce. Io sono d'accordo. Il fatto che l'abbia trasmesso con una lettera d'accompagnamento significa che lo sottoscrivo. E voi passiamo ai criteri di carattere generale. Processi affidati sempre alle stesse persone, si dice. Sono stati creati da tempo gruppi di lavoro per determinate materie. Certo i magistrati addetti ai reati finanziari e valutari erano pochi e, per evitare ogni insinuazione e ogni sospetto, io quel gruppo ora l'ho allargato. Sono i processi che richiamano maggiormente l'attenzione perché ci sono troppi interessi in gioco? Bene, allora io sostituisco persone e ne aggiungo altre. Si parte da oggi, primo marzo. I magistrati addetti da due diventano sei, forse sette». Chi sono? «Ho lasciato a casa l'elenco e poi il progetto deve essere sottoposto ancora agli interessati e può darsi che qualcuno esprima desideri diversi. Comunque nella lista ci sono Orazio Savia (è il pm del caso Eni, ndr), Innah Danesi, Capaldo, Ciampoli, Guardata-. Torniamo ai Caltagirone, la pietra dello scandalo. «Non ne voglio parlare perché è "subiudice" e poi è stata la stampa a deformare il caso». Lei pensa dunque che i suoi sostituti si siano basati soltanto sulla stampa per scrivere il loro documento? •L'hanno scritto nella lettera con la quale hanno accompagnato il testo ed io ho ragione di credergli'. Da quando lei è a capo di questa Procura, ha vissuto giorni altrettanto scottanti? 'Certamente questo è il caso più delicato. Ci sono stati altri brutti momenti, ma mai come questa volta. La stampa ha messo il megafono, non so per quale motivo, forse per una certa ghiottoneria». Solo ghiottoneria? O non piuttosto per l'analisi della contiguità di certi destini processuali? E' vero che cinque o sei mesi fa il pm Stimma, lavorando sui Caltagirone e controllando le stime dell'Ufficio Tecnico Erariale sugli immobili dei fratelli, si imbattè all'Ibi in assegni per cinque miliardi versati dai Caltagirone ad un siriano, Albert Shammah? Stimma sospettò un traffico di valuta, quindi un reato diverso e portò a lei il fascicolo.... •E forse io ho tolto il processo a Summa? No, non si tratta di questo. Ma questo processo particolare è stato poi affidato al pm, Maurizio Pierro, che ne ha chiesto l'archiviazione.... •Pierro avrà avuto le sue buone ragioni per sollecitare il proscioglimento, non so... il processo è ancora dal giudice istruttore Gennaro'. Ma la richiesta di proscioglimento c'è stata o no? «Lo vada a chiedere a Genj naro'. A me sembrava che lei lo ricordasse. •Sì, c'è stata una richiesta di proscioglimento, ma non è' stata accolta. Torniamo alle critiche di cui lei è bersaglio. Ci sono state anche le parole del senatore Vitalone. «Su questo non voglio dir niente. Sono affari suoi. Bisogna chiederlo a lui il perché sarei un uomo debole'. Lei pensa forse che il senaSilvana Mazzocchi (Continua a pagina 2 in quarta colonna) Giovanni De Matteo

Luoghi citati: Caltagirone, Roma