Latina: rapito un consigliere de che abbatteva le case abusive

Latina: rapito un consigliere de che abbatteva le case abusive Per gli inquirenti è vittima di una vendetta Latina: rapito un consigliere de che abbatteva le case abusive Si è sempre battuto contro gli scandali edilizi - Nel 1978 aveva ricevuto un avvertimento mafioso: era stato aggredito - Escluso un movente politico o un sequestro a scopo di riscatto - Era iscritto alla democrazia da poco tempo DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE LATINA — «E' una vendetta contro un personaggio scomodo- dice Antonio Sepe. segretario provinciale della de E aggiunge: «La sua attività di risanatore edilizio, di paladino contro gli abusi gli aveva messo contro molta gente». Di nemici, infatti. Gianantonio Pugliese, 49 anni, consigliere democristiano e responsabile dell'ufficio casa del Comune di Latina, rapito giovedì notte, ne aveva parecchi. In una città in crescita mostruosa, caotica, senza vincoli e controlli, l'avevano soprannomi' nato l'.uomo dalla palla di ferro», da quando, due anni fa. aveva cominciato a far abbattere villette abusive, case e perfino palazzi. Una sorta di crociata che gli aveva procurato un sacco di inimicizie. «Non a caso — raccontano in questura —, già nel 1978 aveva ricevuto un primo pesante avvertimento di stampo mafioso. Un'aggressione sotto casa sua, seguita da una lunga serie di minacce, lettere e telefonate anonime. Per questo l'ipotesi di una vendetta di gualche abusivo colpito da Pugliese è la più consistente. Al rapimento per estorsione non crediamo. La famiglia Pugliese non ha i messi per pagare un riscatto». Così come non viene dato credito alla possibilità di un sequestro politico: «Si tratta di un personaggio locale — dicono alla Digos —, non certo il tipo da interessare qualche gruppo eversivo». L'auto del consigliere comunale, una «Simca Horizon», è stata trovata, l'altra notte poco dopo le due, a metà strada fra Latina e Borgo San Michele, all'altezza del «Park Hotel». Aveva il finestrino sinistro infranto, le portiere aperte, la chiave ancora infilata nel quadro dei comandi e i fari accesi. Pugliese era uscito di casa alle 20. «Doveva vedere alcuni amici — dice la moglie, Rina Mintoli, Impiegata al Consorzio agrario — Alle 21.10 mi ha telefonato Luigi Listorti. Non ho dato peso al ritardo. Mìo marito, ho detto, arriverà a momenti». Un'ora dopo, Listorti ha richiamato: «Non lo abbiamo ancora visto». Due ore di atte sa poi. a mezzanotte, la denna ha avvertito il capo della Digos, Giuseppe Gugliotta. e il responsabile della Mobile Francesco Giordano. Le ricerche sono cominciate subito, con battute in tutta la zona e lungo il litorale. Nessuna traccia concreta, nessun indizio fino al primo pomeriggio di ieri, quando il corrispondente del «Messaggero ha trovato nella cassetta della posta una lettera, anonima e molto laconica: «Pugliese — si legge nella missiva indirizzata alle "autorità competenti' — sarà rilasciato se promettete di non abbattere altre case». La polizia l'ha presa in esame ma non sembra troppo convinta della sua autenticità. Si scava nella vita del funzionario comunale. Di origine calabrese, perito tecnico. Pugliese è arrivato alla de da poco, dopo un tortuoso passato politico. Socialista lombardiano fino al 1975. ha rotto con il psi dopo un violento litigio ed è passato al psdi. dal quale si è staccato con clamore due anni fa per approdare alla democrazia cristiana. Ma Pugliese ha sempre goduto di molta stima. «Lo hanno preso perché era quello che si esponeva di più — riconoscono an¬ che i rappresentanti dei partiti all'opposizione al comune di Latina, retto da una giunta dc-psdi —. perché aveva controfirmato con la sua presenza, con le foto sui giornali, con l'esuberansa necessaria in questi casi, decisioni collettive, ordini che non poteva impartire certo da solo, che non avrebbe neanche potuto siglare». Ora lo hanno fatto sparire, proprio mentre, l'altra sera, stava andando a una riunione per discutere di edilizia abusiva e di alcuni provvedimenti che avrebbero dovuto essere presi a Borgo San Michele, una zona che per la sua vicinanza a Latina è divenuta una meta ambita degli speculatori. «Il consigliere — dicono — non guardava in faccia nessuno, credeva nella legge, nella legalità». Non più di due mesi fa, Pugliese aveva assistito alla demolizione di un grosso edificio di tre piani e 24 appartamenti in via Palermo. nel centro del capoluogo, abbattuto dalle ruspe del Comune dopo otto anni di scontri con il proprietario. Recentemente aveva messo gli occhi sul litorale di Latina, dieci chilometri dì costa, lungo i quali un recente censimento ha accertato l'esistenza di un migliaio di costruzioni abusive. Quasi tutte modeste villette costruite dalla piccola borghesia delle cittadine vicine. Velletri. Sora, Prosinone, Colleferro. Le indagini non hanno fatto molti progressi. L'ipotesi della vendetta di qualche «abusivo» colpito dal responsabile dell'ufficio casa resta la più consistente. «Pugliese — commentano in questura — rappresentava in pratica solo una presenza fisica, l'ultimo anello di una lunga catena, ma chi si vedeva abbattere la casa lo riteneva il principale responsabile della sua disgra- sia'- Giuseppe Fèdi

Persone citate: Antonio Sepe, Francesco Giordano, Gianantonio Pugliese, Giuseppe Gugliotta, Luigi Listorti, Rina Mintoli

Luoghi citati: Borgo San Michele, Colleferro, Comune Di Latina, Latina, Velletri