«L'Urss ora è la più forte nella guerra convenzionale»

«L'Urss ora è la più forte nella guerra convenzionale» A Milano un convegno sull'Afghanistan e gli armamenti «L'Urss ora è la più forte nella guerra convenzionale» Secondo John Erìckson,studioso dell'armata rossa, i sovietici batterebbero^ rOccidente nel Golfo Persico - «Situazione pericolosa» DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE MILANO — .Quello che abbiamo visto in azione nell'Afghanistan è l'esercito sovietico degli Anni Ottanta: abbiamo avuto la prova della sua efficacia e della sua efficienza. Dobbiamo dire che i piani sovietici per l'impiego di una forza integrata funzionano realmente e in modo eccellente». Questo 11 giudizio di John Erickson. professore all'Università di Edimburgo, uno dei massimi esperti del mondo occidentale sulle forze armate sovietiche. Erickson è stato uno dei relatori al convegno su .sicurezza e controllo degli armamenti dopo l'Afghanistan» che si è svolto ieri a Milano, organizzato dall'Istituto per gli studi di politica internazionale. Presiedeva, per l'Ispi, l'ambasciatore Aillaud. presidente dell'Istituto. In un'analisi a più voci delle «lezioni dell'Afghanistan» Erickson ha tracciato un quadro assai preoccupante deUe lezioni militari; le lezioni di tipo politico sono state enunciate dal professor Gregory Treverton. direttore aggiunto dell'Istituto per gli studi strategici di Londra. Erìckson ha elencato 1 punti di forza delle nuove forze armate sovietiche : carri .armati di potenza insuperata; numerosi ed ottimi veicoli da combattimento per trasporto truppe (un grande punto di forza dell'armata sovietica, che non ha l'eguale in Occidente); un poderoso armamento di artiglieria mobile; una grande forza di elicotteri da combattimento e trasporto (sono ottomila quelli di cui dispone l'esercito sovietico, di cui tremila in Europa); infine, una colossale disponibilità di forze aerotrasportate: l'Unione Sovietica dispone di un numero di divisioni aerotrasportate che è compreso tra le sette e le 12; inoltre, vi sono numerosissime brigate aerotrasportate per uso tattico. Come ha fatto notare in un successivo, rigoroso intervento, il vice presidente della commissione Difesa della Camera, onorevole Pasquale Bandiera, non ha importanza che l'Afghanistan sia confinante con l'Urss. in quanto l'operazione è stata in larga parte «aerotrasportata», e si sarebbe potuta svolgere in condizioni eguali a migliala di chilometri dalle frontiere sovietiche. Questa è una potenza nuova, alla quale l'Occidente non ha nulla da opporre. Ha detto a sua volta Erickson: « Un ipotetico scontro convenzionale nella zona del Golfo Persico vedrebbe inevitabilmente delle forze leggere occidentali contrapposte a uno schieramento massiccio di forze pesanti sovietiche, che le soverchierebbero. La tentazione di ricorrere all'uso delle armi nucleari tattiche per evitare una disfatta sarebbe forte». Questi sono alcuni dati che indicano la pericolosità della situazione che sì è creata, come frutto di una accumulazione graduale di potenza militare che. da parte sovietica, dura da dieci o quindici anni, e che non era ignota agli esperti occidentali: l'inva¬ sione dell'Afghanistan ha però messo sotto gli occhi di tutti una realtà e quanto mai allarmante. Erickson non crede che sia peraltro pensabile l'uso di questa forza sovietica in Europa, ad esempio in Jugoslavia: le condizioni di una tale operazione sarebbero ben più difficili. Ma ha presentato un quadro impressionante ed allarmante della superiorità globale sovietica nel teatro europeo: vi sono diversi «acuti squilibri» in settori fondamentali compreso quello delle armi chimiche. L'Occidente ha forze meno numerose, ha meno cannoni; bisogna almeno che non sia superato anche nella programmazione militare: «Forse — ha concluso Erickson — l'Afghanistan ci offre una seconda opportunità per riconsiderare le nostre difese; ma con poco tempo a disposizione». Gregory Treverton ha anch'egli concluso dicendo che l'invasione sovietica dell'Afhagnistan — una immensa tragedia per il popolo afghano — potrà alla fine rivelarsi utile all'Occidente, essendo servita a richiamare l'attenzione sui problemi della difesa. Ha anche illustrato la tesi che il pericolo maggiore per l'Occidente può anche non essere rappresentato dalla potenza militare e dall'espansionismo sovietici, bensì dalla turbolenza politica della «regione del Golfo». Ha auspicato una più efficace concertazione tra Europa e Stati Uniti e una migliore «suddivisione dei compiti», politici e militari: l'Europa potrà trovarsi a dover sostenere una parte maggiore delle responsabilità di difesa nel continente europeo, per restituire alla potenza militare americana una maggiore flessibilità su scala globale. Non ha tuttavia escluso che gli europei, come sìngole nazioni o come comunità di Paesi, possano decidere di assumere più larghi compiti militari al di fuori dell'Europa, per la difesa di interesi vitali che la potenza americana non può interamente proteggere da sola. Può anche darsi, ha detto Treverton. che i sovietici abbiano invaso l'Afghanistan «per motivi difensivi»; purtroppo .essi intepretano i finì difensivi in modo così aggressivo che la differenza diventa impercettibile». Treverton ha infine giudicato che il tentativo sovietico di dividere l'Europa dagli Stati Uniti sia fallito; la combinazione delle reazioni europee ed americane, pur a tratti divergenti, è stata «pasticciata ma non inefficace» ; si pone comunque un problema di migliori consultazioni tra i partners europei e americani che attende ancora, come hanno sostenuto diversi altri oratori, un migliore assetto istituzionale. Treverton ha infine ammonito gli europei a non dare all'opinione pubblica americana l'impressione che l'America venga lasciata sola dai suoi alleati: questo potrebbe provocare una pericolosa reazione antieuropea negli Stati Uniti. a. 1.

Persone citate: Aillaud, Erickson, Gregory Treverton, John Erickson, John Erìckson, Pasquale Bandiera