Governo sotto pressione per il coso Evangelisti

Governo sotto pressione per il coso Evangelisti Chieste da più parti le dimissioni del ministro Governo sotto pressione per il coso Evangelisti DALLA REDAZIONE ROMANA ROMA — Venerdì prossimo la Camera affronterà il «caso» creato dalle sconcertanti dichiarazioni di Franco Evangelisti sui finanziamenti ricevuti da Gaetano Caltagirone. Le richieste di dimissioni del ministro della Marina Mercantile si infittiscono (anche se ieri Evangelisti ha cercato di ridimensionare la portata delle sur affermazioni) e la vicenda sta avendo forti ripercussioni anche all'interno della democrazia cristiana. Un gruppo di deputati de ha chiesto ieri con una lettera a Zaccagnini e a Gerardo Bianco di convocare d'urgenza il gruppo parlamentare per adottare «tutti i provvedimenti che il caso richiede-. La riunione del direttivo democristiano avverrà probabilmente martedì. Ieri mattina Evangelisti ha tentato una prima autodifesa durante il Consiglio dei ministri: al termine della riunione, ne ha informato lui stesso i giornalisti. «17 testo formale dell'intervista virgolettata su la Repubblica — ha detto poi il ministro della Marina Mercantile — non corrisponde al¬ la sostanza della conversazione avuta col giornalista, in quanto le generalizzazioni apparse non corrispondono alla realtà e alle mie convinzioni". Le generalizzazioni cui Evangelisti intendeva riferirsi probabilmente corrispondono ai passi dell'intervista nei quali il ministro afferma che Caltagirone, «cosi come ha finanziato la nostra cvmnte, ha dato soldi anche alla corrente fanfaniana, ai dorotei e Forze Nuove-, o ancora nella frase hi cui Evangelisti lamenta che «con la storia Caltagirone l'unico nome che esce fuori è il mio. Evidentemente gli altri o sono protetti, o sono nomi che non fanno cronaca...-. Successivamente Evangelista ha detto al Tg 2: -Non esiterei un istante a dimettermi se avessi fatto un gesto, una telefonata, un intervento in favore di Caltagirone con l'Italcasse o qualsiasi altro ente^. Dopo le dichiarazioni di Evangelisti è giunta una precisazione del quotidiano la Repubblica. -Martedì pomeriggio — informa un comunicato — il ministro Evangelisti ha ricevuto il nostro inviato Paolo Guzzanti nel suo uffi- ciò del ministero della Marina Mercantile in viale Asia e gli ha accordato l'intervista da noi pubblicata giovedì scorso. Il colloquio è durato circa un'ora e mezzo. Il testo dell'intervista è stato riletto al ministro Evangelisti per telefono a Bruxelles, dove egli si trovava mercoledì pomeriggio, ed è stato da lui approvato-. Poco più tardi, la segreteria amministrativa della democrazia cristiana ha preso le distanze dal ministro sotto accusa con un comunicato nel quale -tiene a precisare di non aver avuto mai rapporti finanziari con i fratelli Caltagirone e le loro aziende-. Ma non è stata questa l'unica reazione provocata dalla sortita di Evangelisti all'interno della de. Con le sue dichiarazioni — hanno scritto ieri a Zaccagnini e Bianco gli on. Borri. Caccia. Casini, Quarenghi e Usellini —Evangelisti -mette in gioco la convivenza democratica fondata sul rispetto delle regole. Alla domanda se tali finanziamenti furono fatti anche dopo l'entrata in vigore della legge sul finanziamento pubblico. Evangelisti risponde: "Beh, certo, che vuol dire?"-. -Che vuol dire? —continuano i cinque deputati —. Vuol dire che i bilanci pubblicati in questi anni dalla de in conformità alla legge sul finanziamento dei partiti sono falsi E sono falsi i bilanci degli altri partiti che hanno ricevuto fondi da queste persone-. I deputati, sollecitando provvedimenti, concludono affermando di rifiutare la de cosi come è stata dipinta dalle dichiarazioni del ministro. A queste richieste di chiarezza si è unito anche l'on. Silvestri, del direttivo democristiano della Camera: -Non solo il nostro partito, ma tutto il popolo italiano — ha detto ieri —pretende venga fatta completa luce su oscure vicende del tipo crack Caltagirone. Dobbiamo togliere dai nostri armadi tutti gli scheletri ingombranti, e dobbiamo far tornare a circolare aria pura nei nostri ambienti: Sulla vicenda, il deputato radicale Melega ha presentato ieri coi suoi colleghi del gruppo radicale un'interpellanza nella quale si chiedono le dimissioni del ministro della Marina Mercantile. Melega considera -stupefacentemente vergognoso che il presidente del Consiglio, che ha la responsabilità costituzionale della scelta dei ministri, non faccia parola sul tema e mantenga al suo posto, almeno ancora per una settimana, un ministro che ha ammesso gravissimi fatti». n vice presidente del gruppo comunista. Spagnoli, ha chiesto al ministro della Giustizia quali iniziative intenda adottare. Anche gli indipendenti di sinistra Galante Garrone. Rodotà e Spaventa hanno chiesto al presidente del Consiglio quale valutazione egli dia su dichiarazioni -che possono configurare veri e propri illeciti-. Il segretario del pli, Zanone. ritiene che la vicenda riproponga il problema della moralizzazione della vita pubblica, e riporti d'attualità le due proposte liberali di un'anagrafe patrimoniale degli eletti e di un'Inchiesta parlamentare sui finanziamenti agevolati. Per il missino Mennitti, infine. Evangelisti -ha dovuto forse anticipare, evitandolo, che lo scandalo colpisse qualcuno cui magari egli è legato da un rapporto di stretta fedeltà-.

Luoghi citati: Bruxelles, Caltagirone, Roma