Cisterne ancora in sciopero Trasporti verso la paralisi di Mario Bariona

Cisterne ancora in sciopero Trasporti verso la paralisi Agitazione a oltranza decisa ieri a Tortona Cisterne ancora in sciopero Trasporti verso la paralisi Dal prossimo lunedì, se non si trova l'accordo, fermi tutti i trasportatori DAL NOSTRO INVIATO TORTONA — Non li ha fermati l'accusa di rendersi responsabili della caduta del governo Cossiga. né quella infamante di voler creare situazioni di tipo cileno: l'assemblea degli autotrasportatori di prodotti petroliferi (cisternisti, chilolltristl, gas) e chimici ha proclamato ieri la continuazione dello sciopero («fermo dei servizi»), fino alla definizione della trattativa. La patata bollente è ora nelle mani del ministro dei Trasporti. Preti, mentre si delinea la minaccia di fabbriche ferme, abitazioni al freddo, commercio paralizzato, approvvigionamenti in crisi. In una atmosfera tumultuosa e fumosa (non soltanto per le sigarette), trecento imprenditori, che controllano l'ottanta per cento del trasporto su gomma di merci varie (vanno dalla Federtrasporti, una associazione da tremila autocisterne, all'imprenditore artigiano, al «padroncino» con un automezzo), tutti i presenti, con l'eccezione della «Intertrasporti» di Milano, hanno votato per la prosecuzione dell'agitazione. Come tre anni fa (e forse peggio) il Paese rischia di essere paralizzato: prima le pompe dei distribu¬ tori a secco ; poi (se non si arriverà ad un accordo entro domani) fermi anche tutti gli altri autotrasportati (ad eccezione dei Tir). Quelli che in gergo vanno sotto il nome di «cassoni». «tronchi», «containers» e «strisce rosse»: gli automezzi dei trasporti in conto proprio e dei commercianti, il cui ingresso nella vertenza rappresenterebbe i'estrema punta della paralisi. Secco come una dichiarazione di guerra, il comunicato al quale si è giunti faticosamente con la regia del presidente della Fia. Joe Cardone. costretto a districarsi tra accuse e contraccuse e a gestire con Melano, vicepresidente, e con Loi della Sita-triangolo industriale. Corate Croci e il segretario Palenzona. una situazione esplosiva che ha rischiato più volte di sfuggire di mano. Da una parte per le titubanze e la «latitanza» della Fita (una delle tre organizzazioni nazionali di categoria), dall'altra parte per gli animi esasperati di chi al grido «ci avete imbrogliati» e «siamo stufi di attendere l'applicazione della legge 298» contestava la presidenza e chiedeva sciopero ad oltranza da subito e per tutti: cisterne, cassoni e «strisce rosse». «L'assemblea degli autotrasportatori di prodotti petroliferi (cisternisti, chilolìtristi, gas) e chimici — dice il comunicato — proclama la continuazione del fermo dei servizi fino alla definizione delle trattative». E continua, ricordando le richieste all'origine della vertenza: «piena attuazione della legge 298: immediata applicazione del titolo III della legge stessa per tutti gli autotrasportatori; estensione della applicazione dell'accordo del 3-4 agosto 1979 a tutti i prodotti (greggio, petroliferi e derivati: bituminosi, olii minerali e combustibili: tutti i prodotti chimici e per i trasporti chilolitrici); aumenti dei prezzi secondo gli incrementi documentati; meccanismo dell'adeguamento automatico dei prezzi; istituzione di un collegio arbitrale per i conflitti in materia di applicazione-. Il comunicato conclude, poi. con un invito al Comitato nazionale di intesa Anita-Fia-Fita a proclamare un fermo generale di tutti gli autotrasportatori a partire da lunedi 25 febbraio, «nel caso in cui nella riunione convocata presso il ministero dei Trasporti per martedì 19 non fosse raggiunto un accordo soddisfacente» e «impegnando le tre federazioni ad informare entro la serata di martedì 19 la categoria sull'esito dell'incontro attraverso gli organi di stampa, la Rai-Tv e una assemblea da convocarsi in tempi brevissimi». Da stamane i «punti caldi» saranno le raffinerie di San Nazzaro de' Burgondi (Pavia). Arquata Scrivia (Alessandria). Busalla (Genova). Betonico e Lacchiarella (Milano). Trecate (Novara) e Marghera (Venezia) dove i «picchetti» cercheranno di impedire le defezioni. «Sarà — prevedono molti — uno sciopero "duro", anche perché — sottolinea qualcuno — si svolge alla luce di nuove sanzioni penali». Uno sciopero che porta in sé — sebbene questo molti fingono di ignorarlo — i germi di conseguenze che rischiano di andare molto al di là di una agitazione di categoria, perché investono meccanismi incontrollati che mettono in movimento, per vastità, gravità e sproporzione dei disagi che creano, reazioni a catena imprevedibili. Mario Bariona

Persone citate: Cossiga, Fita, Joe Cardone, Loi, Melano, Palenzona, Preti