Ecco chi è Peci, che avrebbe telefonate in casa di Moro

Ecco chi è Peci, che avrebbe telefonate in casa di Moro Le «rivelazioni» delle Br per scagionare Negri Ecco chi è Peci, che avrebbe telefonate in casa di Moro Secondo «L'Espresso» è il «telefonista» delle Brigate rosse. Si chiama Patrizio Peci, ha 27 anni. Sarebbe stato lui. il 30 aprile del '78. a telefonare in casa Moro. Quella «voce» era stata attribuita di volta in volta a Nicotri (poi scagionato), a MoruccieaNegri. Le Brigate rosse, sempre secondo «L'Espresso», avevano deciso di rivelare il nome del vero «telefonista» chiamando in diretta la trasmissione televisiva «L'altra domenica». Lo volevano fare il 3 giugno dell'anno scorso, cioè poco prima delle elezioni. Poi, cambiarono idea. «Per prudenza», pare. Hanno deciso di farlo adesso (forse per «decisione» dello stesso Curcio). ma non si sa ancora con quali modalità. Se la versione fornita dal settimanale è vera (e se la rivelazione delle Br sarà «convincente»), la posizioneprocessuale di Toni Negri potrebbe migliorare sensibilmente. Il professore padovano, infatti, è tuttora accusato di essere l'autore di quella telefonata, anche se le perizie foniche hanno dato risultati almeno «discutibili». I periti di parte sostennero, tra l'altro, che il «telefonista» era un marchigiano. La «rivelazione» delle Br, oggi, sembrerebbe confermarlo. Patrizio Peci, infatti, è nato a Ripatransone, in provincia di Ascoli Piceno. Attualmente, è latitante. Lo ricercano fin dal '74. li 18. marzo '78. immediatamente dopo il sequestro dell'onorevole Moro, la sua foto venne diramata dal ministero degli Interni insieme a quelle di altri 20 presunti brigatisti. Fino ad allora, era praticamente uno sconosciuto. La sua presenza, in questi due anni, è stata segnalata quasi ovunque le Brigate rosse hanno compiuto agguati clamorosi. E' considerato uno dei «capi» dell'organizzazione terroristica. Il suo nome compare, con «certezza», in tre inchieste. In quella per il rapimento Moro (il sostituto procuratore generale Guido Guasco ha chiesto per lui uno stralcio di indagini) e in quella relativa all'assalto compiuto dalle Brigate rosse marchigiane alla sede della Confapi. avvenuta ad Ancona nell'ottobre del '76. La terza inchiesta riguarda la tentata strage davanti alla caserma Lamarmora. a Torino. In quella occasione, era il novembre del '79. un «commando» brigatista cercò di colpire gli agenti di guardia sparando granate anticarro. L'azione falli solo per un errore di mira. Patrizio Peci faceva sicuramente parte del gruppo che aveva progettato la strage. I suoi compagni vennero arrestati il 18 dicembre del '79. in via Rossini, a Nichelino. Lui riusci a fuggire. Per parecchi mesi aveva abitato in corso Lecce 25/1, spacciandosi per il marito dell'infermiera Maria Giovanna Massa. Era stato pedinato per diverse settimane, ma all'ultimo momento, quando la rete si chiuse, riuscì chissà come a rendersi irreperibile. Adesso, sul suo capo, pendono tali e tante accuse che. se venisse catturato, difficilmente potrebbe sfuggire ad una pesante condanna. Forse è anche per questo che le Brigate rosse hanno deciso di attribuirgli la responsabilità della telefonata in casa Moro. Che il loro intento sia però solo quello di scagionare Toni Negri, non è certo. E' probabile invece che, in questo modo, cerchino di «riguadagnare popolarità» fra i simpatizzanti dell'area di Autonomia operaia. s c

Luoghi citati: Ancona, Ascoli Piceno, Nichelino, Ripatransone, Torino