Gli inglesi voltano le spalle alla loro produzione nazionale di Mario Ciriello

Gli inglesi voltano le spalle alla loro produzione nazionale LE VETTURE IMPORTATE SONO ORA IL 60 PER CENTO Gli inglesi voltano le spalle alla loro produzione nazionale LONDRA — Le difficoltà delle industrie automobilistiche in Italia e altri paesi non sono che acquazzoni primaverili se raffrontate alle bufere che sferzano le aziende britanniche. La grande crisi di questa motor industri) è tutta particolare, perché le tribolazioni degli ultimi anni — inflazione, dispute sindacali, concorrenza straniera, ecc. — si sono aggiunte a un declino che si può definire «storico» e che minaccia settori industriali sempre più vasti, dalle macchine utensili alla siderurgia, fino alla produzione di centinaia di beni di consumo. Poche cifre riassumono la crisi. Le vetture importate dall'estero costituiscono adesso circa il 60 per cento del neiv car market, cioè delle vetture nuove. La rapidità con cui gli inglesi hanno voltato le spalle alla produzione nazionale è sbalorditiva. Fino a pochi anni fa, i britannici compravano soltanto macchine made in England. le auto straniere erano una minoranza. Ancora nel '75. le importazioni costituivano soltanto il 30 per cento. Poi il declino nella qualità e nella varietà dei modelli inglesi ha rovesciato la tendenza. Altra cifra. La British Leyland. l'unica azienda di vaste dimensioni ha visto calare la sua «fetta» del mercato nazionale dal 30 per cento del '74 a meno del 20. Le prime indicazioni del 1980 indicano un ulteriore regresso, al 15 per cento. La casa è ora nazionalizzata, sta tentando di «ristrutturarsi», ma il suo futuro è pieno di incertezze. Di finanziamenti ha bisogno pure la Talbot U.K. — l'ex Chrysler — che ha infatti ricevuto in questi giorni trenta milioni di sterline dai suoi nuovi proprietari francesi. Ultimo importante dato: causa la generale carenza di soldi, le vendite di auto dovrebbero scendere dal milione e 700 mila unità del '79 a meno di un milione e mezzo. Mario Ciriello

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