Finisce la Cassa del Mezzogiorno Compagna: ma il Sud ne ha bisogno di Natale Gilio

Finisce la Cassa del Mezzogiorno Compagna: ma il Sud ne ha bisogno Pareri contrastanti sulla necessità di rinnovarla Finisce la Cassa del Mezzogiorno Compagna: ma il Sud ne ha bisogno Resta l'esigenza di un ente operativo che risponda direttamente al governo ROMA — Con il 1980. a trent'annl di distanza dal suo inizio termina o almeno, secondo alcuni, dovrebbe terminare l'intervento straordinario dello Stato nel Meridione e con esso la Cassa per il Mezzogiorno. Il dibattito tra le forze politiche si va inasprendo nella contrapposizione di chi pretende l'impegno formale di abolizione della Cassa e di chi. al contrario, pur riconoscendo gli indubbi progressi realizzati dalle regioni meridionali, sostiene che molto è ancora da fare e lo Stato deve garantire un ulteriore intervento addizionale. Due tesi che per il momento si confrontano nella commissione interparlamentare per il controllo dell'intervento straordinario che Camera e Senato hanno istituito e la cui presidenza è stata affidata al repubblicano Francesco Compagna, già sottosegretario al Mezzogiorno e ministro dei Lavori Pubblici. A Compagna, chiamato al difficile compito di definire una politica meridionalistica nella quale possano riconoscersi tutte le forze politiche, domandiamo se l'anno 80 rappresenta veramente la fine della Cassa per il Mezzogiorno. «Personalmente non credo — risponde Compagna —. comunque, non mi sembra cor- retto porre il problema in questi termini. Il dibattito aperto riguarda sia lo stato di attuazione della legge che scadrà quest'anno sia il futuro. In questo senso. )w chiesto ai membri della commissione di non vincolarsi a posizioni preconcette tipo Cassa sì. Cassa no. ma di guardare alla realtà obiettiva del Mezzogiorno». D'accordo. La realtà ci dice che il Sud potrebbe fare a meno della Cassa. La recente indagine condotta dal San Paolo di Torino dimostra che il divario con il Nord si è in larga misura colmato. Il tasso medio di accumulazione registrato nel Meridione tra il '70 il '77 è il più elevato tra quelli riscontrabili in Europa, cioè il 27 per cento contro il 23 per cento. La produzione agricola è cresciuta tra il 1951 e il 1978 ad un saggio medio del 2.25 per cento il più alto che l'agricoltura può raggiungere. L'industria si sviluppa ad un tasso doppio di quello medio nazionale. Allora, che senso ha continuare ad impiegare migliaia di miliardi? «Questa impostazione risente di alcuni luoglii comuni che io rifiuto. Una volta si diceva che la Cassa è servita soltanto a sperperare miliardi. Oggi, die il tasso di accumulazione è superiore addirittura a quello della Germania. Se quanto sostiene il San Paolo è vero, vuol dire che la politica della Cassa non è stata tutta sprechi. Piuttosto, occorre domandarsi se i risultati conseguiti possono considerarsi soddisfacenti e quindi se c'è ancora bisogno di un intervento straordinario-. «A mio avviso — continua Compagna — ci sono problemi di continuità nell'azione di sostegno del Sud e problemi di aggiornamento. Ad esempio, si tratta di assicurare al Mezzogiorno ulteriori interventi complessi sul territorio, mi riferisco all'acqua, all'energia, alle telecomunicazioni, a totale carico dello Stato e di cui sia responsabile una Authonty" che risponda al governo e non alle Regioni. Questa è la continuità ecéda chiedersi se e giusto privarsi di uno strumento come la Cassa che qualche benemerenza deve pure avere acquisito malgrado le tante accuse di fallimento, se è vero che nel Sud si riscontra una vitalità dell'iniziativa imprenditoriale». Cioè, lei dice che la Cassa non funziona più come una volta ma al tempo stesso le I Regioni non funzionano. Quindi, ci vuole sempre uno 1 strumento di intervento straordinario. Ma i comunisti I e i socialisti sono contrari alla sua sopravvivenza. Lo stesso ministro Di Giesi ne ipotizza j lo scorporo in due distinte agenzie. Come la mettiamo? «Senta, qui tutti parlano, parlano, ma sono posizioi che vanno verificate al momento opportuno. Il punto centrale è quello di uno strumento efficiente. Se la Cassa non va. troviamone un altro che sia capace di realizzare interventi più incisivi di cui il Sud ha ancora bisogno. Io ho posto tre problemi di aggiornamento non facili: come correggere la sopravvenuta flessione quantitativa degli impegni a favore del Mezzogiorno; come accorciare i tempi della spesa rispetto agli impegni: come, infine, ripensare la concezione dei progetti speciali che spesso non sono speciali e alle volte neanche progetti». Compagna cosi prosegue: ■■£' questa la politica di aggiornamento nella continuità. I' resto, sono formule oratorie, che almeno in me generano una forte insofferenza. Ce ancora chi. per polemizzare, paria delle cattedrali nel deserto senza conoscere la realtà. Io sono d'accordo con Di Giest per lo sdoppiamento, mu penso ad una Cassa che nella sua unità risulti articolata su un triplice livello: di supporto progettuale delle Regioni: di braccio esecutivo dello Stato per i suoi interventi straordinari: di interlocutore tecnico ed unico della Comunità Economica Europea per la realizzazione de'la politica comunitaria regionale. Natale Gilio nrnpdlscdh5dacna2s

Persone citate: Compagna, Di Giesi, Di Giest, Francesco Compagna

Luoghi citati: Europa, Germania, Roma, San Paolo, Torino