Il pubblico impiego minaccia di fare uno sciopero generale di Gian Carlo Fossi
Il pubblico impiego minaccia di fare uno sciopero generale La situazione sarà esaminata oggi dai sindacati Il pubblico impiego minaccia di fare uno sciopero generale ROMA — Non si esclude uno sciopero generale nel pubblico impiego. Gli statali, il personale docente e non docente della scuola e dell'università, i dipendenti dei monopoli e dell'Arias, i postelegrafonici sono esasperati per il ritardo notevole nella ratifica parlamentare dei contratti 1976-78: gli ospedalieri e i lavoratori degli enti locali protestano contro l'atteggiamento «ambiguo» assunto dal governo in merito ai nuovi contratti che dovrebbero recepire sostanzialmente i miglioramenti già concordati nella prima intesa della serie 1979-81 a favore dei parastatali. Qualche categoria, come i postelegrafonici e gli statali amministrativi, ha già previsto astensioni da attuare entro il 15 marzo, ma la vertenza per i contratti vecchi e nuovi potrebbe precipitare rapidamente, coinvolgendo in un'unica, massiccia azione circa tre milioni di dipendenti pubblici. La situazione viene esaminata oggi in un incontro tra la segreteria della Federazione Cgil-Cisl-Uil e i dirigenti dei sindacati di categoria. Già in questa occasione dovrebbe emergere un orientamento preciso sulla strategia da attuare a breve e medio termine per costringere il governo e le amministrazioni locali ad accogliere con maggiore sollecitudine le rivendicazioni dei lavoratori pubblici e a dare esecuzione alle soluzioni con cordate. Entro oggi, del resto, do vrebbe essere sciolto un «nodo» importante: data l'impossibilità di varare il provvedimento generale di attuazione dei vecchi contratti, insabbiato in Parlamento, sarà rapidamente approvato dal Con¬ siglio dei ministri un decretolegge che proroga per la terza volta la leggina con cui si è resa possibile l'anticipazione provvisoria dei benefici economici stabiliti nei contratti 1976-78. Per il governo la proroga dovrebbe essere di quattro mesi, per i sindacati di soli due mesi allo scopo di non ritardare ulteriormente l'applicazione integrale delle norme e l'avvio dei negoziati sulle piattaforme relative ai nuovi contratti. La segreteria unitaria e le categorie preciseranno la linea da seguire nelle trattative, di fronte ad un atteggiamento di «cauta chiusura» da parte del governo soprattutto sulle rivendicazioni di carattere economico e il rispetto di un quadro di compatibilità all'interno dell'intera finanza pubblica. Intanto, è slittato da ieri ad oggi un incontro governo-sindacati per il nuovo contratto degli ospedalieri: i sindacati dovranno pronunciarsi sulla proposta del governo di stipulare un accordoponte fino al 1 gennaio 1981 per permettere, in quella data, la formulazione di un contratto applicabile a tutto il settore sanitario. Per il contratto dei dipendenti degli enti locali si attende il risultato di una serie di contatti ufficiosi in corso per chiarire alcuni aspetti del negoziato ed evitare un irrigidimento delle posizioni. I sindacati contestano che il confronto possa limitarsi alle richieste economiche (85.000 lire in media al mese) e chiedono che si affronti anche l'organizzazione del lavoro e la riforma delle strutture, alle quali è legata la possibilità di realizzare servizi per la popolazione più qualificati e pronti. Gian Carlo Fossi
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