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Pininfarina «Il pci continua a sbagliare» Pininfarina «Il pci continua a sbagliare» I 1 I TORINO — Il consiglio direttivo dell'Unione Industriale di Torino ha esaminato ieri i diversi aspetti della situazione politica, economica e sociale. Il presidente, Sergio Pininfarina, nella relazione introduttiva ha rilevato che la situazione economica del 1980 si preannuncia preoccupante. Se da un lato, i dati più recenti segnalano per l'Italia un ottimo ultimo trimestre 1979, che ha consentito alcuni risultati record in materia di prodotto interno lordo (che ha sfiorato l'incremento del 5% li in fatto di esportazioni (+9';», di consumi privati (+5,5r; ), di saldo della bilancia dei pagamenti, dall'altro lato abbiamo un'inflazione che — con i ritmi che ha preso da gennaio — potrebbe arrivare in un anno a collocarsi ben oltre il 20rj. Gli operatori piemontesi sono pessimisti. Il presidente dell'Unione Industriale si è poi soffermato sulla posizione assunta dal pei nei confronti delle grandi imprese. «Alla conferenza di Torino — ha osservato Pininfarina — sono state dette cose importanti e in parte nuove; le avevamo però sentite anche all'Eur nelle assemblee dei sindacati, e dubitiamo che rappresentino una strategia valida per l'impresa. Lo studio del pei, ben documentato per quanto riguarda l'analisi, è molto debole nella parte propositiva, limitandosi ad auspicare una generica iniziativa di programmazione, vecchia panacea di tutti i mali. E il pei non ha le carte in regola per parlare di produttività e di efficienza dell'impresa, dal momento che il suo attacco all'impresa, all'imprenditore, alla necessità di competere sul piano dell'efficienza è in gran parte responsabile delle insufficienze oggi lamentate». Pininfarina ha aggiunto che una novità maggiore, molto ini portante, è venuta piuttosto dai primi dati della ricerca Cespe sulla base operaia Fiat. L'immagine dell'operaio che ne risulta rovescia alcuni canoni tradizionali e mette in una luce diversa molti problemi.