Un ungherese al Cremlino di Frane Barbieri

Un ungherese al Cremlino OSSERVATORIO Un ungherese al Cremlino La Tass di solito sorprende di più con le notizie sottaciute che non con quelle pubblicate. Due giorni fa. invece, ha destato una certa sensazione informando dell'incontro di Breznev con un generale ungherese. Notizia insolita e ancora più insolito l'incontro. Il capo sovietico ha ricevuto al Cremlino Lajosz Cinege, ministro della Difesa dell'Ungheria. Secondo l'agenzia, hanno discusso sulla situazione internazionale in presenza del Maresciallo Ustinov. Dopo il colloquio. Breznev ha riunito nel Salone Imperiale il vicepresidente del Soviet Supremo. Kuznezov. ed i massimi capi dell'esercito sovietico per insignire il generale d'armata Cinege dell'Ordine della Rivoluzione d'Ottobre. Gli ha consacrato anche un discorso, elogiandolo come un «vero comunista-internazionalista». Breznev, ormai da tempo, evita anche gli incontri più importanti, su suggerimento dei medici, e con un decreto del Politburo. Che importanza poteva avere il generale Cinege per costringerlo ad uno sforzo fuori programma e ad una cerimonia che non usava presiedere nemmeno quando era nel pieno delle sue forze? E comunque rimane l'enigma: perché proprio un ungherese? Si potrebbe anche azzardare l'ipotesi di una pressione nei confronti di Radar, il quale, preoccupato per gli affari con l'Occidente, ha sempre preferito i commessi viaggiatori ai generali. Una recente pubblicazione sovietica, però, elogia la forza d'urto dell'esercito ungherese, aumentata di otto volte in tre anni. La rivista del ministero della Difesa dell'Urss constata pure che «un importante insegnamento per l'esercito ungherese è venuto dalle frequenti esercitazioni compiute assieme alle unità dell'armata solletica dislocate temporaneamente sul territorio ungherese-. Va osservato che le divisioni sovietiche si trovano «temporaneamente» in Ungheria fin dal 1956. anno in cui Mosca si era impegnata a ritirarle entro il 30 di ottobre. Cinege, probabilmente, da buon ungherese, non si è impegnato troppo per trattenere i sovietici. Il suo merito è stato quello di aver saputo accomodare le forze armate ungheresi alla predominante presenza dell'Armata Rossa (da quattro a sei divisioni). Il problema, ormai, non è come sostituire le divisioni sovietiche con quelle ungheresi, ma come integrare le ungheresi alle' sovietiche. Un'impresa cui era ispirato anche il recente sopralluogo a Budapest del Maresciallo Kulikov. comandante del Patto di Varsavia. Difficile spiegare, con tutto ciò. dove improvvisamente nasce, proprio in questo momento, una simile esaltazione per la forza militare dell'Ungheria. Un Paese il quale, circondato da tre parti dai propri alleati orientali, ha di fronte sulle proprie frontiere soltanto uno Stato neutrale. l'Austria, ed uno Stato non-allineato, la Jugoslavia. O forse tutto si spiega proprio cosi. Infatti, le notizie Tass sull'insolita cerimonia al Cremlino sono state riprese con rilievo soltanto dalla stampa ungherese e jugoslava. Con una trasparente nota di apprensione nei giornali di Belgrado. C'è da sperare che in quelli di Budapest si trovi nascosta almeno una nota di sgomento. Frane Barbieri Breznev: uno sforzo straordinario per un ospile insolilo

Persone citate: Breznev, Kulikov, Ustinov

Luoghi citati: Austria, Belgrado, Budapest, Jugoslavia, Mosca, Ungheria, Urss