Il Ceep analizza il virus che ha colpito l'economia di Natale Gilio
Il Ceep analizza il virus che ha colpito l'economia L'inflazione rimane il problema più grave Il Ceep analizza il virus che ha colpito l'economia ROMA — 77 motivo di fondo che si ritrova nelle 130 pagine del sesto rapporto edito dal Ceep, il centro studi di politica economica formato da un gruppo di economisti vicini al partito repubblicano, è la denuncia della graintà del problema dell'in)'Iasione. L'economia italiana è alla mercè di un «virus- che di volta in volta la esalta e la deprime. L'annata 79 è stata buona: il reddito nazionale è cresciuto oltre le aspettative collocandosi in termini reali al 5 per cento; l'attività produttiva è stata sostenuta (la produzione è aumentata di oltre il 6 per cento); la bilancia dei pagamenti correnti ha chiuso con un attivo di circa 5 mila miliardi. Uno sviluppo, però, drogato sotto la spinta del riaccendersi violento della fiamma dell'inflazione. I prezzi, alimentati in larga misura dal rincaro del petrolio e delle altre materie prime, hanno ripreso velocemente a correre: la variazione dell'indice dei prezzi all'ingrosso è aumentata in tredici mesi (dal novembre 78 al dicembre 79) del 150 per cento; il tasso di variazione dei prezzi al consumo, nello stesso periodo, del 70 per cento. Da una previsione che scontava a fine 79 un calo del¬ l'inflazione al 12,4 per cento, si è passati ad un consuntivo che si avvicina al 20 per cen to. Il sentiero dell'economia italiana, come dimostrano i primi dati dell'anno '80 (i prezzi in gennaio sono saliti del 3.3 per cento), è tornato così a farsi nuovamente stretto ed impervio. Il rapporto Ceep evidenzia, dal suo punto di insta, gli errori di politica economica commessi in questi anni, si pone in atteggiamento molto critico verso le previsioni congiunturali della Relazione previsionale e programmatica, indica i pericoli di un percorso che cerca di incunearsi nell'alternativa tra una recessione durissima e una svalutazione della lira. Indica, infine, i possibili rimedi, suggerendo un rientro graduale dell'inflazione attraverso la fissazione di una regola monetaria che implichi, sul modello della Bundesbank tedesca, regole rigide alla creazione di moneta e sul modello inglese la firma di un ••patto socialetra governo e sindacati. L'errore maggiore, sostiene il Ceep, è stato fatto nel 78 quando le politiche governative hanno perso l'occasione per aggredire le cause strutturali della crisi (spesa pubblica, co- sto del lavoro ecc.) forzando la possibilità di far scendere l'inflazione, per la prima volta dal 73, sotto la barriera del 10 per cento. Si è lasciato, invece, che il sistema si espandesse con i l'ecchi modelli, accumulando di conseguenza il potenziale di una rinnovata esplosione inflazionistica. A fine 78 si assiste, infatti, ad un fatto nuovo: l'andamento a forbice tra i tassi effettivi ed attesi di inflazione: mentre i priini tendono a stabilizzarsi, i secondi vengono sistematicamente rivisti verso l'alto. Gli operatori economici evidentemente assumono la convinzione (sorretta dagli aumenti del petrolio e dalle scadenze contrattuali) che ì prezzi ricominceranno velocemente a salire. L'effetto finale è ovvio: i germi dell'inflazione incubati per tutto il 78 si manifestano con rinnovata virulenza nel 79. L'anno '80si apre, quindi, in un clima di grande incertezza. Il governo sconta ancora adesso che dovrebbe quanto prima determinarsi un rallentamento dell'attività produttiva e della crescita dei prezzi. Questo mutamento dovrebbe consentire (nonostante il maggior aggravio del petrolio) un attivo di bilancia dei pagamenti di circa 1000 miliardi. Il rientro dell'inflazione sarebbe comunque tanto rapido da permettere la messa in opera di politiche di sostegno capaci nella seconda parte dell'anno di dare nuovi impulsi al sisterna. La realtà, purtroppo, dice il Ceep, non si presenta cosi: «Se la recessione arriva molto presto ed è tale da ridurre l'inflazione di parecchi punti percentuali e di conseguenza annullare ogni minaccia sul cambio della lira, essa non potrà non tradursi in una depressione forte e prolungata dalla quale non si uscirà certo nell'80. salvo non iniettare dosi massicce di liquidità, alimentando però una ripresa immediata dell'inflazione. Se al contrario, gli effetti di trascinamento del '79 e il peggioramento sul fronte delle aspettative sostenessero l'attività interna (con una crescita intorno al 2,5 per cento e un'inflazione stimata dal Ceep tra il 17 e il 20 per cento) è difficile poter evitare l'insorgere di problemi di bilancia dei pagamenti e i connessi riflessi sul cambio». La speranza del governo, fa capire il Rapporto, è di cercare di passare tra le due alternative, evitando soprattutto la svalutazione che rapresenterebbe solo una boccata di ossigeno, dando alla fine nuova spinta ai prezzi. Un'operazione di alta acrobazia a cui il Ceep crede poco, rilanciando la proposta che già fu di Ugo La Malfa di un nuovo «contratto sociale-. Natale Gilio
Persone citate: Ugo La Malfa
Luoghi citati: Roma
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