I Caltagirone sono ospitati in Usa l'Italia ha chiesto il loro arresto di Giuseppe Zaccaria

I Caltagirone sono ospitati in Usa l'Italia ha chiesto il loro arresto Sarebbero presso amici siciliani in California I Caltagirone sono ospitati in Usa l'Italia ha chiesto il loro arresto ROMA — Gaetano, Francesco e Camillo Caltagirone si troverebbero in California, ospiti di una famiglia italo-americana che ha impiantato da tempo negli Stati Uniti una florida attività commerciale. Sulla base di questa segnalazione, giunta attraverso l'Interpol, il ministero di Grazia e Giustizia ha inviato ieri via telex alle autorità di polizia degli Usa una richiesta di arresto provvisorio dei tre costruttori. Il rapporto dell'Interpol è molto dettagliato: indica i nomi di chi nasconde i Caltagirone (una famiglia legata a quella dei costruttori anche dalle comuni origini siciliane), il percorso seguito dai tre per raggiungere la California (prima avrebbero compiuto una breve sosta a New York), le date, i loro successivi, brevi spostamenti. Se la segnalazione risulterà esatta, il governo italiano avrà dal momento dell'arresto dei Caltagirone venti giorni di tempo per rivolgere a quello federale una formale richiesta di estradizione. A poche ore dai nuovi ordini di cattura che avevano raggiunto i Caltagirone a Roma — quelli spiccati dalla Procura generale — uno dei più grossi scandali finanziari degli ultimi anni sembra essere giunto ad un punto di svolta e, al tempo stesso, continua a mostrare nuovi punti di contatto con la vicenda alla quale viene sempre più spesso para- gonato, quella di Michele Sindona. I Caltagirone si erano allontanati da Roma pochi giorni prima che la sezione fallimentare del tribunale civile spiccasse contro di loro tre decreti di arresto per il crack di 29 società immobiliari. I fratelli, accompagnati dalle rispettive mogli, erano partiti il pomeriggio del 6 febbraio dall'aeroporto di Fiumicino, con un volo di linea diretto a Nizza. Tre giorni dopo, gli ordini di cattura, le inutili ricerche, le prime roventi polemiche. Erano trascorsi alcuni giorni prima che i fuggiaschi facessero sentire la loro voce: ci aveva pensato Francesco, con un'intervista telefonica ad un quotidiano romano. I costruttori continuavano a parlare di una congiura, ordita contro di loro attraverso atti di «terrorismo giudiziario». Fino a quel momento le informazioni che la magistratura romana aveva potuto ottenere sul possibile rifugio dei costruttori erano ancora piuttosto vaghe; Francesco si trovava probabilmente a Parigi, gli altri due forse a New York. Nelle settimane successive, mentre sul piano giudiziario il caso Caltagirone forniva so prattutto polemiche e duri scambi di accuse tra magistrati, l'Interpol continuava le sue indagini. Proprio lunedi scorso, con l'emissione dei nuovi ordini di cattura da parte del sostituto procuratore generale Franco Scorza, l'organizzazione internazionale di polizia era stata sollecitata con un nuovo ordine di ricerche. Ma quasi contemporaneamente, l'indagine ha fornito i suoi frutti. Il riserbo, al ministero di Grazia e Giustizia, è ovviamente totale. Non sembrano esserci dubbi, comunque, sul fatto che il rapporto giunto nella tarda serata di martedì contenesse indicazioni molto precise. Ieri mattina un funzionario del ministero si è messo in contatto con la Procura generale per chiedere una prima documentazione sui tre fratelli. Poche ore dopo, la richiesta è partita. Per l'arresto provvisorio, le convenzioni internazionali non richiedono una prova immediata delle accuse che si muovono a chi si chiede venga incarcerato in un altro Paese. Le accuse mosse ai Caltagirone, dunque, dovran no essere documentate dal governo italiano solo con la richiesta di estradizione. Giuseppe Zaccaria

Persone citate: Camillo Caltagirone, Franco Scorza, Michele Sindona