Uno dopo l'altro i gemelli si sono uccisi senza ascoltare le implorazioni della madre di Giuliano Marchesini

Uno dopo l'altro i gemelli si sono uccisi senza ascoltare le implorazioni della madre La cupa tragedia della follia a Crespano del Grappa (Treviso) Uno dopo l'altro i gemelli si sono uccisi senza ascoltare le implorazioni della madre I due giovani, diciottenni, dovevano essere ricoverati in una clinica All'arrivo dell'ambulanza sono fuggiti nella campagna, gettandosi per malattie mentali poi da un alto ponte DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE TREVISO — I corpi li hanno recuperati sul greto del torrente Astego. Davide e Andrea Camerini, gemelli di 18 anni, si sono uccisi insieme gettandosi da un ponte, a Crespano del Grappa, dopo una lunga corsa disperata per sfuggire al ricovero in una clinica psichiatrica. Un salto nel vuoto, un tonfo dopo l'altro sulla striscia di ghiaia. Due ragazzi robusti: praticavano lo judo, e giocavano a calcio. Ma una vitalità compressa, spesso inspiegabilmente avvilita. Una fotografia, pubblicata su un giornale locale, mostra i loro visi dentro due cerchi, tra i componenti di una squadretta calcistica. Sono volti intristiti, in mezzo a quelli sorridenti dei coetanei. Davide e Andrea erano figli di un commerciante trevigiano di pneumatici e accessori per auto. Un'esistenza, la loro, colma di ansie, di oscure inquietudini condivise. Uno stare uniti nell'introversione, una comune ripulsa di un mondo esterno che forse sentivano aggressivo. Ultimamente i gemelli si erano trasferiti da Treviso a Fietta di Paderno del Grappa, con la madre. Diva Pavanetto. Avrebbero dovuto studiare, tentare di superare il primo anno delle scuole superiori, malgrado quel loro senso di emarginazione: Davide frequentava il corso per geometri. Andrea quello per ragionieri, in un istituto di Paderno. Avevano alle spalle alcune «bocciature-. Fatica nello studio, difficile e a tratti angoscioso spartire la vita con i compagni di colle¬ gio. Davide e Andrea inseguivano l'uno accanto all'altro, come in un labirinto, cupi pensieri esclusivi. Fino alle vacanze di Natale, hanno cercato di seguire le lezioni. Poi non ce l'hanno più fatta: non sono tornati a scuola, forse perché in loro era maturata la convinzione che quella dovesse essere una battaglia perduta. Da allora, le giornate sono trascorse in una oppressione invincibile, nell'angoscia, in una paura indefinita che andava gonfiandosi. Davide e Andrea hanno finito per passare ore in un assurdo rifugio: il bagno di casa. Vano, spossante, ogni tentativo di indurli a venir fuori. Uscivano soltanto quando erano certi che nell'appartamento non ci fosse nessuno. Sgusciavano per le stanze, andavano a prendersi il cibo, poi tornavano nell'esasperato isolamento. Ancora qualche giorno cosi, infine la decisione di farli ricoverare in una clinica specializzata. Davide e Andrea dovevano aver pensato che quella era l'«Ultima spiaggia», anchei perché fra qualche giorno, il 3 marzo, avrebbero dovuto andare alla visita di leva e forse temevano di venire separati. L'altro ieri pomeriggio, davanti alla loro abitazione di Crespano, c'era un'ambulanza, e i carabinieri erano stati avvertiti di quel ..trasporto». Per i due gemelli era come infilarsi in un altro incubo. Mentre uno viene accompagnato verso l'automezzo, l'altro ha una improvvisa ribellione: si getta su quanti attorniano il fratello, lo riconduce accanto a sé. E lo incita ad una fuga tragica. Corrono a perdifiato, traversano il paese, un carabiniere tenta inutilmente di fermarli. Davide e Andrea si dirigono, tagliando inafferrabili i campi, verso il ponte sopra l'Astego. che è ingabbiato da tubi metallici, per lavori di riparazione. Sono circa due chilometri di corsa stra\olta. Dietro i gemelli arranca la madre, che cerca di bloccarli con le grida. I ragazzi non sentono nulla, raggiungono il ponte mentre accorre altra gente. Scavalcano il parapetto, s'aggrappano ai tubi, si arrampicano sulla impalcatura rimanendo cosi spaventosamente sospesi. Pochi tremendi minuti. La madre ripete frenetica le invocazioni: « Venite giù. vi sup¬ plico, venite giù». Il primo a lasciare la presa è Davide. Qualche attimo, poi Andrea si lascia andare. Un volo di una quarantina di metri, mentre la gente forma impietrita una fila contro la spalletta del ponte, e il greto del torrente si prende quelle due vite tormentate. Giuliano Marchesini

Persone citate: Andrea Camerini, Astego, Fietta, Pavanetto, Vano

Luoghi citati: Crespano Del Grappa, Paderno Del Grappa, Treviso