Nuova riunione Opec a maggio Fmi: più imposte sulla benzina

Nuova riunione Opec a maggio Fmi: più imposte sulla benzina C'è un piano a lunga scadenza per l'aumento del greggio Nuova riunione Opec a maggio Fmi: più imposte sulla benzina NEW YORK — Nel corso di un convegno di uomin d'affari a New York il segretario generale dell'Opec, Rene Ortiz. ha affermato che i Paesi dell'Opec terranno probabilmente una riunione speciale dei loro ministri petroliferi a Taif, nell'Arabia Saudita, nella prima settimana di maggio, per esaminare un piano a lunga scadenza per l'aumento dei prezzi petroliferi. Un comitato tecnico dell'Opec. riunitosi la scorsa settimana a Londra, ha proposto un piano per aumenti automatici trimestrali dei prezzi del greggio, piano che dovrà essere approvato dai 13 Paesi membri dell'Opec. Rene Ortiz ha anche detto che l'Opec potrebbe non essere in grado di far fronte alle previste richieste petrolifere nei prossimi anni poiché le sue riserve si esaurirebbero troppo rapidamente. Ha previsto che le forniture di greggio dell'Opec per tutto quest'anno ammonteranno tra i 26 e i 30 milioni di barili al giorno, rispetto all'attuale produzione petrolifera di 30 milioni di barili. Le richieste, invece, dovrebbero salire a un totale tra i 35 e i 40 milioni di barili al giorno per il 1985 e a 46-50 milioni di barili per il 1990. Rene Ortiz si è però chiesto se i Paesi dell'Opec saranno disposti a soddisfare questa richiesta. Secondo il Fondo monetario internazionale tutti i grandi Paesi industrializzati dovrebbero aumentare le tasse sulla benzina, eccezion fatta, forse, per l'Italia, dove il carico fiscale è già il più alto fra tutte le nazioni prese in considerazione. La proposta e contenuta in uno studio condotto dal Fon do monetario internazionale sull'opportunità di far leva sullo strumento fiscale per scoraggiare il consumo di benzina e limitare le importazioni petrolifere. Gli altri sette Paesi, presi in esame per lo studio, sono gli Stati Uniti, la Orari Bretagna, il Canada, il Giappone, la Germania Federale e la Francia. «In tutte le nazioni prese in esame, ad eccezione dell'Italia —si legge nella relazione — è diminuito il peso relativo della benzina rispetto ad altri cespiti fiscali del governo. Negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, poi, le entrate derivanti dall'imposta sulla benzina sono in effetti diminuite dal 1970 al 1978». «Risulta inoltre che nessuno di questi Paesi, con la possibile eccezione dell'Italia, abbia sfruttato in pieno l'imposizione di tasse sulla benzina sia come strumento di reddito sia come mezzo per promuoverne il risparmio». Negli Stati Uniti l'imposta sulla benzina era pari, l'anno scorso, al 18% del costo di produzione. Ecco le proporzioni negli altri Paesi: Gran Bretagna 47"J-. Canada 48"». Giappone 72%, Germania 120";. Francia 180"/.. Italia 209%. In tutti i casi, il rapporto imposta-prezzo era inferiore a quello del 1973, anno in cui i Paesi esportatori di greggio hanno cominciato la pressione per il rialzo del prezzo. Gli studi hanno dimostrato, affermano gli esperti del Fmi. che un rincaro della benzina del 10% si traduce in un calo del consumo pro-capite che nel primo anno è fra il 2 e il 6% e successivamente arriva al 14%.

Persone citate: Rene Ortiz