Decisa la requisizione di case per gli alluvionati di Venezia

Decisa la requisizione di case per gli alluvionati di Venezia Provvedimento urgente ma difficile da adottare Decisa la requisizione di case per gli alluvionati di Venezia Di regola spetta soltanto al prefetto impartire l'ordine - Oggi una riunione per chiarire i termini giuridici del problema □AL NOSTRO CORRISPONDENTE VENEZIA — Mentre a livello di governo si studiano i possibili (o fantomatici?) rimedi alle periodiche invasioni dell'acqua alta a Venezia, nella città lagunare si cerca di porre rimedio ai danni prodotti dalla disastrosa alluvione del 22 dicembre scorso, quando il livello dell'acqua raggiunse l'altezza di un metro e 68 centimetri sul medio mare. Uno dei provvedimenti più urgenti da prendere, e anche uno dei più delicati, riguarda quelle famiglie che per colpa dell'alta marea hanno perduto la casa. Si tratta, in sostanza, di requisire alcune decine di appartamenti privati e disabitati in cui possano alloggiare gli alluvionati, i quali — al tempo stesso— rientrino nel numero di coloro che abitano in case da risanare. La requisizione, come ha reso noto il vicesindaco on. Gianni Pellicani, avrà la dilata di quattro mesi, poi dovrebbe intervenire l'ammini¬ strazione regionale con un decreto di «occupazione temporanea» valido cinque anni. L'aspetto giuridico della questione non è però tanto semplice. La requisizione «per pubblica necessità» (che spetta al prefetto) è ben diversa da quella prevista dalla legge speciale per Venezia, e di competenza della Regione, finalizzata al reperimento di «case parcheggio» dove alloggiare coloro che abitano attualmente in edifici da risanare. Proprio per chiarire i termini del problema è in programma per oggi una riunione di esperti legali della Regione e del Comune, i quali cercheranno una soluzione che si presenta tanto difficile quanto urgente. Il prefetto di Venezia. Pandolfini. si è detto non alieno dell'emanare il decreto di requisizione, semprechè. naturalmente, siano verificate le condizioni soggettive e oggettive che rendono possibile il provvedimento. Bisognerà vedere, cioè, se le famiglie segnalate come alluvionate lo sono davvero e se le case che il Comune ritiene debbano essere requisite, sono «libere da cose e persone». Questo per quanto riguarda la requisizione nei primi quattro mesi. Per il periodo successivo, l'amministrazione regionale, pur assicurando il proprio interesse alla vicenda, precisa che gli strumenti legali in suo possesso sono limitati alla legge speciale e quindi ai piani di risanamento. Il Comune però sembra assolutamente deciso a far si non solo che questo progetto diventi realtà ma anche che costituisca il primo passo di una vasta azione volta a risolvere il problema della casa, particolarmente grave nel centro storico e nelle isole, e forse non l'ultima causa dell'esodo che ha colpito da diversi anni Venezia. L'on. Pellicani ha infatti osservato che il Comune sta cercando di acquistare appartamenti a prezzo di mercato, da assegnare a coloro che ne abbiano maggiore bisogno. Quel che appare più sconvolgente è che in una città come Venezia — dove la ricerca di un alloggio è spesso un dramma per le giovani coppie — secondo le stime più attendibili gli appartamenti vuoti sarebbero un migliaio circa. Eppure sono pochissimi i proprietari che si sono dichiarati disposti p. vendere. Non resta, allora, che costruire nuove abitazioni, cosa che il Comune farà, come ha detto l'on. Pellicani, nel centro storico, nelle isole e in particolare al Lido: entro il 1980 ne saranno pronte 120 e nel successivo biennio il programma prevede la costruzione di 300-350 appartamenti. Gigi Bevilacqua

Persone citate: Gianni Pellicani, Gigi Bevilacqua, Pandolfini, Pellicani

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