Indira Gandhi erede di Tito di Bernardo Valli

Indira Gandhi erede di Tito OSSERVATORIO Indira Gandhi erede di Tito Mentre in una clinica di Lubiana il Maresciallo Tito resiste con tenacia alla morte biologica, a migliaia di chilometri di distanza, a Nuova Delhi. Indirà Gandhi si prepara a succedergli come massimo esponente del mondo non allineato. La conquista dell'alto magistero internazionale, al tempo stesso politico e morale, è perlomeno la grande ambizione della figlia di Jahwarlal Nehru. Ritornata trionfalmente al potere, dopo tre anni di dolorosa, frustrante assenza per una donna tanto orgogliosa, ella è più che convinta di dovere portare a compimento la «missione storica» lasciatale in eredità dal padre. E. secondo gli insegnamenti di Nehru. l'India non può essere governata soltanto all'interno dei confini, dove si rischia di essere travolti dai tragici, irrisolvibili problemi nazionali, ma anche da una ribalta mondiale. Il 14 febbraio, a conclusione della visita di Andrei Gromyko a Nuova Delhi. Indirà Gandhi ha compiuto una prima scelta importante: al prestigioso ospite sovietico, venuto a chiedere in un momento difficile per l'Urss la pubblica riconferma dei rapporti privilegiati tra i due Paesi, e. soprattutto, un appoggio aperto sulla questione afghana, il primo ministro indiano ha risposto con un linguaggio evasivo che equivaleva a un rifiuto. Mosca non se l'aspettava, contava sul sostegno di Nuova Delhi per superare l'isolamento creato dal ..colpo di Kabul», per attenuare la diffidenza del Terzo Mondo, espressa all'assemblea generale delle Nazioni Unite con l'ampio voto di condanna dell'intervento dell'Armata Rossa. La ripulsa di Indirà ha segnato una svolta, che potrebbe ricondurre l'India alla fase iniziale del movi¬ mento non allineato, lanciato ventanni or sono, a Belgrado. dall'egiziano Nasser. dallo jugoslavo Tito e dall'indiano Nehru. allora sempre affiancato dalla figlia devota e attenta. Da tempo, in seguito al lungo dissidio con la Cina e i mediocri, deludenti rapporti con gli Stati Uniti. Nuova Delhi aveva inquinato la sua esibita neutralità con un'intesa sempre più stretta con l'Urss. Il trattato indo-sovietico dell'agosto '71 resta la pietra miliare dell'ormai più che decennale amicizia. Il nono paragrafo di quel documento prevede la ..mutua assistenza» nel caso di una minaccia militare. Il 14 febbraio Gromyko non poteva certo invocare quella clausola, non essendoci le condizioni per renderla operante, ma forse ha ricordato a Indirà Gandhi che la «mutua assislenza» fu concordata alla vigilia dell'intervento indiano nel Bangladesh. In occasione dell'intervento sovietico in Afganistan l'Urss. poteva quindi chiedere, se non proprio esigere, un trattamento di favore da chi aveva sottoscritto quel paragrafo, in un momento altrettanto difficile. Ma il primo ministro indiano non ha fatto concessioni. L'obiettivo di Indirà Gandhi, in politica estera, è appunto quello di ridare all'India un ruolo di nazione guida nel Terzo Mondo, terreno di manovra e di scontro per le super-potenze. L'ultimo, grande successo Tito lo ottenne nell'estate scorsa, alla conferenza dell'Avana, proprio su quel terreno, impedendo a Fidel Castro di allineare i non allineati sull'Unione Sovietica. Indirà vuole raccogliere l'eredità di Tito, vuol far da madre ai non allineati che stanno per diventare orfani. Bernardo Valli Gaudi che stanno por diventare orfani